A Merano l’autobus elettrico viaggia già senza autista

Prodotto dalla francese Navya può ospitare 15 passeggeri viaggiando in autonomia a 25 chilometri all’ora

A Merano il bus elettrico senza autista

A Merano il bus elettrico senza autista

Immaginiamo di essere in attesa alla fermata di un bus. Davanti alla pensilina si ferma un mezzo compatto e silenzioso, sugli schermi in alta definizione rivolti all’esterno mostra il percorso che compie, le fermate e i tempi di percorrenza. Saliti a bordo troviamo 11 comodi posti a sedere ciascuno dotato di cinture di sicurezza, ambiente climatizzato, infotainment con schermo digitale, visione a 360 gradi grazie all’ampia superfice vetrata ma…, nessun autista. Fantascienza, si potrebbe pensare. E invece è tutto vero, per conferma ci si può rivolgere a più dei 2.600 cittadini di Merano che quest’esperienza impressionante l’hanno già fatta due anni fa nel periodo dei tradizionali mercatini natalizi con un’iniziativa promossa dall’amministrazione della città altoatesina.

Le reazioni dei tanti meranesi che hanno provato questo bus compatto che sembra arrivato dal futuro sono state unanimemente entusiastiche. Dopo un primo e brevissimo momento di sgomento, mitigato dalla presenza di un tecnico di Navya a bordo sempre pronto a dare spiegazioni rassicuranti, i passeggeri si sono potuti godere il panorama nel silenzio e nel comfort sorprendendosi per la precisione e la sicurezza di marcia di questa straordinaria navetta elettrica.

L’Atutonom Shuttle Navya in effetti rappresenta lo stato dell’arte attuale di questo futuristico settore. Il mezzo è lungo 4 metri e 75 centimetri e largo 2,11 metri e dotato delle quattro ruote sterzanti per ridurre drasticamente gli spazi di manovra. Può accogliere 15 passeggeri, 11 seduti e 4 in piedi mentre procede ad una velocità massima autolimitata di 25 km/h. Il motore elettrico da 25 kW offre un’autonomia minima di funzionamento di 9 ore grazie a un pacco batterie da 33 kW. In un ipotetico impiego tradizionale di trasporto pubblico è immaginabile la ricarica notturna presso le rimesse e in questo caso con una comune presa 16A da 7,2 kW per ottenere il 100% dell’energia sono necessarie circa 4 ore che possono essere molte meno se si utilizza una colonnina di ricarica rapida o una wall-box. Esteticamente il bus Navya si distingue per la propria simmetria nel senso che non ha una parte anteriore e una posteriore perché, semplicemente, non è necessario visto che nessuno deve sedere alla guida. Ma quello che davvero strabilia è la quantità e la qualità di tecnologia di questa navetta autonoma. Per potersi muovere in piena sicurezza nel traffico urbano, anche su strade aperte al traffico, il bus Navya dispone di sistemi ridondanti che comprendono, fra l’altro, il sistema GNSS che consente una connessione costante fra il GPS del mezzo e la centrale operativa che lo controlla da remoto ottenendo un margine di tolleranza di un solo centimetro. Oltre a questo ci sono 8 sensori Lidar a 2 e 3D per fornire mappe di percezione dell’ambiente per un precisissimo posizionamento del mezzo e la rilevazione degli ostacoli, 2 telecamere che rilevano gli altri veicoli e utenti della strada e leggono la segnaletica e i semafori e di un sistema odometrico che misura la velocità e lo spostamento di ciascuna ruota. Ma, soprattutto, il bus Navya è costantemente connesso a ben 17 satelliti per ottenere una precisione assoluta nel percorso programmato . Essendo elettrico è ovviamente del tutto silenzioso ma per far avvertire ai pedoni il proprio arrivo produce un suono digitale simile al rumore di un tram.

Insomma, questo elettro bus autonomo è già oggi una soluzione veramente “smart” per numerose esigenze in aree private come ospedali, aziende, campus universitari e simili ma grazie alla formidabile tecnologia potrebbe essere impiegato in sicurezza anche in situazioni di trasporto pubblico per le quali ha già ottenuto le autorizzazioni in numerosi Paesi come Svizzera, Francia, Finlandia, Olanda, Canada, Australia e altri ancora. L’Italia è, per ora, l’unica nazione a non aver regolamentato la sperimentazione di queste tecnologie ma il Decreto Semplificazioni del 2021 prevede che in deroga delle leggi precedenti il Ministero dei Trasporti consenta i test anche su strade pubbliche.

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