Il pianista che trasforma il rumore delle auto in musica

Vitale, sound creative director di Bmw Group: “Non esiste un passato, ma solo un futuro. Ecco il nostro metodo”.

Che suono ha il silenzio? Il silenzio è suono, di qualunque frequenza, intensità o volume. Una condizione complessa da sostenere. Un punto di partenza dal quale nascono idee per il futuro. Le stesse che prova a sviluppare ogni giorno la creatività di Renzo Vitale, Sound Creative Director di BMW Group. “Sono un pianista, compositore e ingegnere acustico – esclama sorridendo, mentre ci accomodiamo l’uno di fronte all’altro – sono una persona molto curiosa e cerco di unire, grazie al mio lavoro, mondi distanti tra loro”. Musica e automotive, due settori paralleli, accomunati però dalla sinfonia di emozione e movimento. “Il suono è informazione, ma non solo. Può essere passione, malinconia, ricordo. Ho viaggiato parecchio nella mia vita, cercando di scoprire in prima persona diverse culture. La percezione del suono cambia se a mutare è anche il contesto. Il suono di una freccia, dura meno di un secondo, eppure ognuno di noi, avrà interpretato il tutto a modo suo”. Quella di Renzo con il mondo dei motori, non è stato amore a prima vista, anzi. BMW ha creduto in lui, nonostante il pianista, come ama definirsi, fosse reticente sebbene nel proprio curriculum vantasse un dottorato da ricercatore negli Stati Uniti. “Ho vissuto parecchio tempo a New York. Potrei descrivere tutto, anche l’odore dei quartieri della città. Ho conseguito il dottorato, anche se nella mia testa l’obiettivo era ancora quello di fare il musicista. Un giorno però ho ricevuto una chiamata dal mio professore, Mark Haaretz. Voleva salutarmi e chiedermi se avessi avuto il piacere di suonare al suo matrimonio. La cosa mi sorprese, accettai. Fu durante la festa che mi parlò di BMW e di un progetto che stava seguendo, legato alla “sound creation”. Cosa accadde nelle settimane successive? “Per la verità non risposi nemmeno all’offerta. Rifiutai, interiormente. Associavo il settore automotive a quello dei rumori. Volevo occuparmi di suoni, non di rumori. Mark mi richiamò, insistendo. Lo accontentai. Furono sei incontri, nei quali mi studiarono dal primo istante fino all’ultimo. Mi ricordo che una volta entrato nella sala ricevimento, dell’azienda, pensai… Ma cosa ci faccio qui? Cosa voglio fare della mia vita? Sette giorni dopo ero assunto, pronto a cominciare”. Un ruolo di grande responsabilità quello di interpretare e disegnare il suono di un veicolo elettrico, per un’azienda leader del settore, capace ogni anno di fatturare 120 miliardi di euro. “Proprio quello mi spaventava, non esisteva passato ma solo futuro. Nessun precedente. Ho dormito male per qualche notte, sono sincero, ma poi le idee sono arrivate. Abbiamo sviluppato, con il team, un impianto metodologico chiamato “Sound Genetics”, un metodo sviluppato in tre momenti. Le proprietà del suono, la messa a punto grazie al lavoro quotidiano e minuzioso degli ingegneri, per arrivare alla progettazione vera e propria anche legata alle policy ambientali e di sostenibilità”. Una scelta azzeccata quella di mettere, anche solo per un breve periodo, il pianoforte in secondo piano. “La musica mi accompagnerà per sempre. Suono spesso, per rilassarmi, solo possibilmente. Mi vergogno se qualcuno mi ascolta, paradossale per una persona che avrebbe voluto suonare davanti a tutto il mondo, ma è la verità. Ad oggi mi piace la mia quotidianità. Non nascondo che il lavoro è complesso e faticoso. Riuscire a imporsi in una realtà costruita su cento anni di motori a combustione, non è stato semplice. Per quanto visionario, ogni mia proposta, idea e osservazione, viene scannerizzata e messa alla prova. Ci sono piccoli esami ogni giorno, ma poi con il tempo ti abitui e capisci realmente quanto lavoro e precisione ci sia dietro ogni dettaglio del marchio BMW”. Nel futuro dell’elettrico ci sarà un’occasione per sperimentare e ideare qualcosa anche insieme all’amico e premio Oscar, Hans Zimmer? “Sicuramente, Hans è una grande persona. I progetti sono tanti, purtroppo o per fortuna tutto ormai cambia rapidamente. Insieme per il momento, abbiamo creato un suono, si chiama “Expressive”, è basato da cinque suoni di orchestra sinfonica. Impostandolo, il sound del veicolo sarà improntato sulla melodia dello spartito. Mi ricordo ancora la faccia di alcuni colleghi quando esposi il progetto la prima volta. Alcuni di loro si misero a ridere. Il board generale dello sviluppo, Frank Weber dopo averlo sperimentato lo approvò, complimentandosi”. Renzo Vitale, l’uomo in grado di annullare realtà opposte. Tra automotive e suoni permane solo un confine labile.

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