Le strade bianche allungano la stagione turistica

Tra il Chianti e le Crete Senesi arrivano più di ventitremila ciclisti all’anno. C’è un portale, Terra Eroica, che li aiuta.

Un tagliere di salumi e formaggi, del pane, magari con un po’ d’olio per gradire. E mezzo litro di rosso, almeno per iniziare, poi chissà. Dipende dai chilometri fatti e rimanenti, dal tempo che ci si vuole concedere. Ci si concede sempre del tempo quando si pedala, non può andare altrimenti, è il pedalare che lo impone. Le scadenze ci sono, mai davvero, ci si sta mica a pensare al tempo, perché non c’è traguardo, non c’è tempo massimo entro il quale arrivare, se non quello, sempre parecchio dilatato, delle gambe o del sole. C’è solo la strada, fatta e da fare, e tutto quello che c’è attorno, perché il pedalare è lento, o quanto meno al passo, al proprio. Nei primi anni Settanta, alla radio, Italo Calvino disse che non c’era miglior mezzo che la bicicletta per godersi l’Italia, ma che, dati i cambiamenti della società italiana, servisse preservarle spazi per muoversi senza essere in balia delle automobili. Avrebbero dovuto intervenire e amministrazioni locali. Lo ascoltò nessuno Italo Calvino. Il lavoro delle amministrazioni locali però non basta, perché ci pensano mica a queste cose. Per questo serve qualcuno che creda davvero che le biciclette possano essere una risorsa e che suggerisca loro di intervenire. E che agisca. In Toscana, tra il Chianti e le crete senesi, è successo che una scampagnata tra pochi è diventata l’occasione per riportare al centro del discorso (anche) pubblico la bici, per far sì che il pedalare fosse qualcosa di non marginale, ma centrale nella vita e nell’economia locale. Perché è anche questo la bicicletta, un’economia che funziona, che permette a un territorio di vivere e di star bene e, quindi, andare avanti. Se nel 2014 tra Chianti e Crete senesi ci arrivavano circa settemilaottocento ciclisti l’anno e nel 2020 si è toccata quota ventitremila (almeno) è anche perché L’Eroica si è radicata nel territorio ed è cresciuta assieme al territorio e all’economia locale. Poteva rimanere una ciclostorica soltanto, un raduno di gente in maglietta di lana e bici storiche. Non è mai stato solo questo però L’Eroica, non almeno per chi l’ha fatta nascere, Giancarlo Brocci. In Brocci c’era qualcosa di più, l’idea che una manifestazione debba essere, anche e soprattutto, un modo per cambiare l’andazzo delle cose. Gli sterrati, le strade bianche, non sono mai state per lui soltanto stradine dove l’asfalto non era arrivato, ma un bene comune, qualcosa da cercare di salvare dall’aggressività della modernità per garantire un futuro a queste zone, un modello di progresso e modernità diverso da quello sponsorizzato e propagandato dai più, una salvezza dal totalitarismo dell’auto. E un modo per garantire alle sue terre una risorsa per vivere. Per anni si è pensato che il turismo fosse cosa stagionale, estivo o invernale. Ma ad agosto il turismo finisce solo dove lo si vuole far finire ad agosto. Non serve poi molto per prolungarlo, anticiparne l’inizio e posticiparne la conclusione, estenderlo addirittura a tutto l’anno. Basta rendere un territorio attraente alle biciclette. Il cicloturismo è pluristagionale da sempre, si estende dalla primavera all’autunno, anzi predilige primavera e autunno, non disdegnando però l’estate. Pensare però che basta la bellezza dei paesaggi a far arrivare le biciclette è però un’idiozia. I cicloturisti arrivano sì se i luoghi valgono la pena di essere pedalati, ma, e ormai soprattutto, se il pedalare non è uno stress, se esiste un territorio capace di ospitare chi pedala in bicicletta. La Toscana la conoscono ovunque, ma la celebrità vale poco se non c’è un sistema efficiente che permette ai cicloturisti di godersi il viaggio. Per trasformare una possibilità in una realtà L’Eroica prima ha creato un percorso permanente a bassissimo traffico tra Gaiole in Chianti e Montalcino, poi ha lanciato Terra Eroica, che è un portale che agevola, e non poco, la pianificazione dei viaggi in bicicletta, ma è soprattutto un progetto che non solo promuove il cicloturismo, ma che permette ai cicloturisti di trovare ciò che devono trovare per evitare che gli imprevisti si trasformino in un problema rovina vacanze. Garantire che l’offerta turistica sia adeguata alle esigenze, che i percorsi siano “civili”, che ci siano posti di assistenza vuol dire solo una cosa: far diventare un territorio capace di valorizzare la bicicletta e valorizzarsi grazie alla bicicletta. E questo senza la necessità di dover creare ciclovie o altre infrastrutture.

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