L’Alfa diventa e-Romeo: basterà a salvarla?

Il nuovo ceo Imparato è innamorato del Biscione ma avverte “Come tutti i brand di Stellantis, dovremo produrre degli utili”

Museo Alfa Romeo di Arese

Museo Alfa Romeo di Arese

Il futuro di Alfa Romeo è nelle mani di un uomo che la ama. Jean Philippe Imparato, il nuovo Ceo, è un buon punto di partenza per quella che potrebbe diventare una bella storia d’amore. Un punto di partenza che però non basta per far dormire sonni tranquilli a chi ha nel cuore la Casa del Biscione che ha appena compiuto 111 anni festeggiandoli con i suoi clienti più affezionati al Museo di Arese dove sono state consegnate le prime GTA e GTAm, vetture in serie limitata, ma dalle prestazioni eccezionali come hanno confermato anche Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi, i piloti della Casa in Formula 1 dove Alfa Romeo resterà per altri tre anni, proprio per accompagnare il rilancio con un marketing aggressivo e rombante.

Nel momento in cui scatterà il progetto di un Alfa Romeo Quadrifoglio elettrificata avremo bisogno di efficienza, e la Formula 1 è il laboratorio per eccellenza se si parla di efficienza”, spiega Imparato. Quando Carlos Tavares lo ha indicato come il nuovo numero uno di Alfa Romeo, Jean Philippe Imparato, ex grande capo di Peugeot, uomo dalle chiare origini italiane come si sente quando si esprime nella nostra lingua, ha preso un aereo ed è venuto ad Arese, al Museo Storico della Casa. Una full immersion nella storia del marchio che aveva imparato a conoscere da ragazzo grazie a papà che in garage ha avuto una Giulia 1300, un’Alfetta e poi una GTV. “Questo luogo è un tempio pieno di storia e opere d’arte, saranno le nostre radici per il domani”, ha ripetuto riferendosi al Museo di Arese che custodisce modelli, progetti e sogni del brand. “Per costruire il futuro di Alfa Romeo sono partito dalla storia: ho in mente un piano decennale di investimenti e nuovi modelli. In autunno sveleremo le prime tappe di questo viaggio per conoscere cosa ci attende fino al 2026. Esploreremo il mondo dell’elettrificazione, dall’ibrido all’elettrico puro”, continua Imparato. All’electrification day di Stellantis, nel giorno in cui il gruppo ha annunciato un investimento da 30 miliardi di euro per la trasformazione elettrica dei 14 brand e la creazione di una giga-factory (il mega polo delle batterie) a Termoli, anche per Alfa Romeo è stato indicato un futuro elettrificato, tanto che il nome della Casa del Biscione è stato cambiato in Alfa e-Romeo. Un gioco del marketing. Una provocazione che ha scatenato i fedelissimi sul web preoccupati che fosse tutto vero… costringendo la Casa a diramare un comunicato ufficiale “Alfa e-Romeo non è il nome del programma di elettrificazione e il marchio non cambierà nome. Alfa e-Romeo indica il nostro impegno per l’elettrificazione: Alfa Romeo lancerà la sua prima elettrica nel 2024”. 

Di vero c’è soltanto che nel 2022 Tonale apparirà in versione elettrificata e due anni dopo avremo la prima Alfa totalmente elettrica. “Il nostro primo modello elettrificato sarà la Tonale, la presenteremo in Italia sabato 4 giugno 2022 e segnerà la traccia per tutti i modelli che verranno. Abbiamo scelto di concentrarci sull’elettrificazione, perché oggi visto dove va il mondo dell’auto, sarebbe impensabile e impossibile pensare a un’auto differente”. Il primo intervento di Imparato è stato quello di posticipare l’arrivo di Tonale di 12 settimane. Una mossa inevitabile per aumentare la qualità di un prodotto che deve diventare la nuova carta d’identità del brand, il manifesto del futuro della Casa. “Alfa Romeo è il Global Premium Brand di Stellantis, dovremo vendere in Europa, America e Cina e per farlo dobbiamo produrre auto perfette. Dobbiamo essere all’altezza delle auto che ci sono sul mercato e di quelle che hanno segnato la nostra storia”, un messaggio che Imparato ha già trasmesso ai fornitori, radunati per la prima volta a Pomigliano. L’uomo che ha dato qualità a Peugeot, segue la stessa linea con Alfa Romeo. Solo con vetture di grande qualità si può vincere una sfida perduta tante volte in passato, anche dallo stesso Marchionne che aveva annunciato un’Alfa Romeo da 400 mila auto all’anno, numeri che sono rimasti un sogno lontanissimo.

Imparato sottolinea anche l’importanza dell’esperienza cliente. Chi comprerà un’Alfa Romeo dovrà sentirsi coccolato e seguito. Negli ultimi anni chi ha scelto Alfa è stato spesso visto come un eroe, un prigioniero del mito e del passato. Da Tonale in poi, gli alfisti (e nel mondo esistono più di 200 club) dovranno tornare ad essere orgogliosi della loro scelta. “Dobbiamo migliorare il modo in cui parliamo ai potenziali clienti – ha detto recentemente Tavares al Financial Times – . C’è una disconnessione tra prodotti, storia e pubblico target. Dobbiamo sistemare la distribuzione, soprattutto capire con chi stiamo parlando e di quale promessa il marchio possa farsi carico. Ci vorrà tempo”. 

Nei primi sei mesi del 2021, Alfa Romeo ha venduto 6230 vetture con un calo dell’8,72% rispetto al 2020 che sappiamo bene esser stato un anno disgraziato per l’automobile (e non solo). Con numeri così non può avere futuro, anche perché Imparato ricorda: “Come per tutti i brand del gruppo Stellantis il nostro compito è quello di produrre degli utili. Non indico un numero di vetture da vendere come obbiettivo, ma dico soltanto che dovremo portare denari al Gruppo”. 

Imparato ha 10 anni di tempo. Glieli ha dati Tavares. Lui ha già in mente un piano prodotto preciso per i prossimi 5 anni, poi ci penserà. Lo aiuterà il nuovo capo dello stile Alfa, Alejandro Mesonero-Romanos che aveva appena lasciato Cupra per seguire Luca de Meo in Renault. “È matto di Alfa Romeo come me”, ha detto Imparato commentando il grande colpo di auto mercato dell’estate. Prima di programmare il futuro più lontano, Imparato vuole capire esattamente che cosa si aspetta il cliente Alfa da un’auto elettrificata o da un’auto elettrica. Il cuore sportivo, la meccanica delle emozioni, sono slogan che non possono essere abbandonati. Un’Alfa deve restare un’Alfa. Ma la qualità deve diventare quella dei tedeschi, visto che le concorrenti del segmento premium partono proprio da lì.

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