Smart diventa grande e disegna il suv

Dalla partnership con i cinesi di Geely nascerà il primo crossover figlio della city car. Sarà elettrico con almeno 300 km di autonomia e verrà svelato dopo l’estate.

Smart E-suv

Smart E-suv

Smart cresce, strizza l’occhio alla Cina del colosso Geely e attacca la spina all’idea di evolvere l’intera gamma, aggiungendo un inedito e-suv all’offerta diventata famosa per quelle city-car così… smart, appunto.

Il lancio sul mercato del primo crossover Smart previsto per l’autunno 2021, una novità figlia oltretutto della partnership al 50% con la Holding cinese proprietaria di Volvo, Polestar, Lotus e Proton, coincide con il proposito di creare un’intera serie di veicoli urbani elettrici premium. Anticipato da un paio di bozzetti, alcune indiscrezioni e qualche conferma, sarà più grande e maturo del concetto minimale reduce to the max che negli anni Ottanta animò Nicolas Hayek nella volontà di contaminare l’industria automobilistica con la medesima filosofia dei suoi orologi essenziali, colorati, economici. Il patron della Swatch voleva appunto realizzare una vettura piccola, semplice ma efficiente, pop e colorata, in grado di rispondere alle esigenze di una mobilità che stava rapidamente cambiando. Si rivolse a Volskwagen, ma l’affare non si fece. Poi, nel 1994 Mercedes accettò la sfida dando vita alla Swatch-Mercedes Art, ovvero la Smart, in circolazione dal 1998 e diventata negli anni ForTwo e ForFour.

Oggi il paradigma della mobilità è a un nuovo punto di svolta, così la popolare vetturetta passa per la Repubblica Popolare Cinese con l’intento di cambiare passo e pensare ancora più in grande. L’appuntamento è al Salone dell’auto IAA che trasloca da Francoforte a Monaco di Baviera, dove a settembre sarà svelato il concept. Per la versione definitiva del crossover elettrico ForSuv dovremo aspettare l’anno venturo, anche se già oggi s’intuisce l’intenzione di modificare radicalmente il linguaggio stilistico, con il compito specifico di aprire un nuovo segmento di mercato. Il posizionamento sarà al di sotto delle entry level elettriche etichettate EQ, il brand Daimler dedicato interamente all’elettrificazione, proprio per non cannibalizzare gli investimenti sui modelli controllati direttamente e al 100% dal costruttore tedesco, mentre il palcoscenico di riferimento della nuova partnership è chiaramente quello internazionale, Cina in testa. Più di un indizio è la piattaforma elettrica SEA su cui sarà realizzato, cioè la stessa condivisa per le prossime Volvo XC20 e Lynk&Co Zero. Logiche di macro-scala, d’altronde mezza Smart è cinese, da quando nel 2019 Daimler ne ha ceduto il 50% a Geely. Largo quindi a nuovi modelli in grado di soddisfare ogni più contemporanea fissazione digitale (sostenibilità, interconnessioni, illuminazione hi-tech), nonché di stile. L’idea è infatti quella di catturare attenzione, quindi clienti, in ambienti nuovi e territori inesplorati, raggiungendone il favore attraverso le forme e dimensioni più desiderate. Crossover e suv sono e restano in cima alle classifiche di gradimento praticamente in tutti i mercati, senza considerare poi che l’elettrificazione, oggi, è la condizione minima necessaria per entrare nella nuova mobilità. Largo quindi a dimensioni generose (per una Smart), la lunghezza presunta è circa 420 cm per assicurare spazio sufficiente a cinque passeggeri, oltre a una discreta autonomia stimata in circa 300 chilometri. Il primo crossover Smart entra così direttamente in scia alla MINI Coutryman, cui contenderà i favori del pubblico. Come? Evidentemente oggi per compiacere questo tipo di clientela non basta più fare leva sulla spinta emozionale del retrò, anzi: oggigiorno si deve mettere nel mirino il futuro, meglio se attraverso una dotazione elettronica di tutto rispetto per consentire continuità con le attività quotidiane, fuori e dentro l’auto. Gli interni sono ancora top secret, ma da un modello in orbita Mercedes è facile aspettarsi un sistema infotainment di grandi dimensioni, per esempio una variante ad hoc dell’MBUX. Addio invece Tridion, la mitica cellula di sicurezza che ha sagomato lo stile Smart fin dal primo giorno, assente in questa nuova era come pure il tipico “sorriso” del frontale. Il team di designer capitanato da Gordon Wagener gli ha preferito una presenza imponente, in linea con gli stilemi contemporanei dominati dalla firma luminosa full led “tirata” da fanali sottili che corrono da un lato all’altro del musetto. Spariscono anche i pannelli di plastica utilizzati per le portiere e altri richiami al passato, anche se l’eredità stilistica di Smart sarà comunque garantita da superfici tondeggianti e colori a contrasto, cui però si sommeranno elementi tipici dell’offroad come grandi ed evidenti passaruota, protezioni sotto i paraurti, ruote di grandi dimensioni e mancorrenti sul tetto. “Abbiamo l’occasione di reinventare il marchio rendendolo cool e sexy e non più solo carino e giocoso”, ha detto il responsabile dello stile Mercedes Gordon Wagener al magazine britannico Autocar. E come dargli torto: già a una prima analisi, a quasi 25 anni Smart è proprio diventata grande.

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