Ioniq 6, Hyundai non è mai stata così sexy

Alla guida dell’innovativo electric streamliner che è il manifesto della casa coreanaIl presidente Crespi racconta gli ultimi 10 anni: dalla Tucson alla famiglia Ioniq.

Ioniq 6 sembra davvero nata per stupire. E se vuole essere un manifesto del futuro di Hyundai alzerà di molto le aspettative per i modelli di domani della casa coreana che intanto continua a far numeri e cassa con la Tucson, ancora il Suv di classe C più venduto in Italia. Con il suo design futuristico, quasi marinettiano verrebbe da dire, colpisce già a guardarla. Ha una linea unica e originale che in certi particolari può ricordare un qualcosa di già visto (ad esempio il retro che assomiglia tanto alla Porsche 911) ma che nell’insieme è qualcosa di davvero particolare, destinati a far girare gli sguardi di chi la vedrà passare in città. Se la Ioniq 5 era squadrata, quasi rigida nella sua forma, capace comuque di attirare l’attenzione, il secondo capitolo della famiglia Ioniq è decisamente più sexy, con le curve al posto giusto (e un cx di appena 0,21), nonostante le dimensioni importanti. È lunga 4 metri e 855 centimetri larga 1 metro e 880 (esclusi gli specchietti che come optional posso anche essere digitali) con un passo di quasi tre metri (2,950). Non passa inosservata neppure per le dimensioni che però, quando ti accomodi in salotto, perché l’impressione che ti danno il posto guida e i posti passeggeri della Ioniq 6 è questo, non ti sembra poi così imponente. Capita raramente di avere tanto spazio a disposizione per chi guida e chi viaggia sui sedili posteriori, ovviamente in materiali particolari come quelli realizzati dal riciclo delle reti da pesca, plastica PET e vernici biologiche a base di olii vegetali. Se poi avete bisogno di schiacciare un pisolino e dietro non c’è seduto nessuno, la poltrona del guidatore diventa quasi un lettino da prima classe di linea aerea. Perfetta per un sonnellino rigenerante. Sulle strade sinuose delle Langhe, tra le viti che aspettano l’uva, la nuova Hyundai riesce ad essere maneggevole e divertente soprattutto se selezioni la modalità sport, mentre in modalità eco perde molto del suo brio e si sentono i 2520 kg della sua massa complessiva, ma in compenso aumenta un’automonia comunque già importante. La versione che abbiamo provato da 77.4 kWh con trazione integrale garantisce 325 cv con una velocità massima di 185 orari. “E’ la nostra proposta di mobilità a zero emissioni – racconta Andrea Crespi il presidente e ceo di Hyundai Italia – con tutte le tecnologie di ultima generazione al servizio di sicurezza, comfort ed efficienza”. Crespi è entrato in Hyundai esattamente dieci anni fa. In questo periodo ha attraversato una rivoluzione della casa coreana che tra i privati ha raggiunto una quota del 4,5%. “E’ stato come attraversare la vita di tre aziende, tanto ci siamo trasformati in questo periodo. Il modello di svolta è stato certamente la Tucson che ancora oggi è la nostra auto più venduta in Italia. È il Suv che ha cambiato la percezione i Hyundai e ci ha permesso di crescere affrontando nuove sfide come la Kona e ora la famiglia Ioniq”. Affidabilità, prezzi giusti, tutte le opzioni di motore possibili (anche se ora il diesel resta solo su Tucson), linee via via sempre più accattivanti. I segreti del successo di Hyundai sono semplici da raccontare. Entro il 2030 presenterà 11 nuovi modelli elettrici, senza dimenticare le piccole auto che non garantiranno grossi margini, ma porteranno numeri interessanti e poi entro il 2035 sarà a zero emissioni. D’altra parte è anche per produrre piccole auto elettriche con piccoli margini che ci si inventa ammiraglie come questa. Guardandola e guidandola non stupisce che a New York l’abbiano premiata in tre categorie al World Car of the Year 2023. Oggi un’auto con queste forme non la vedi. In Hyundai la definiscono electric streamliner e in effetti ricorda davvero lo sile delle streamliner di un tempo, qualcosa che oggi trovi negli esercizi di stile di altri costruttori e che qui invece è su un modello in produzione e già ordinabile sul mercato italiano. Non è un’auto per tutti perché in Italia ne arriveranno solo 250 (il listino parte da 47.550 euro per la versione single motor a trazione posteriore con batteria da 53 kWh e 429 km di autonomia). Ma è davvero il miglior manifesto che Hyundai potesse pensare per il suo futuro elettrico. Una sola raccomandazione: Ioniq 6 ha anche un simulatore di suoni azionabile da uno dei due ampi display da 12,3 pollici. Lasciatelo spento e godetevi il silenzio o la musica trasmessa dall’impianto Bose. Quella finzione lasciamola ai coreani.

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