Moto Guzzi compie 100 anni ma si sente giovanissima

In arrivo una moto mai vista e il rinnovamento dello storico impianto. Zanolini: "Il guzzista ci sarà sempre e oggi ha un età media più bassa”.

Moto Guzzi V7, V9, V85 TT

Moto Guzzi V7, V9, V85 TT

In principio fu la “Società Anonima Moto Guzzi“. Nell’accogliente studio del notaio Paolo Cassanello in corso Aurelio Saffi a Genoa si erano dati appuntamento Emanuele Vittorio Parodi, noto armatore genovese, il figlio Giorgio e l’amico Carlo Guzzi, suo ex commilitone nella Regia Aviazione insieme a Giovanni Ravelli, aviatore come lo stesso Parodi deceduto nel 1919 durante un volo di collaudo. È alla sua memoria che i convenuti decisero di introdurre l’Aquila ad ali spiegate nel logo Moto Guzzi.


Era il 15 marzo del 1921, cento anni fa tra pochi giorni. Un traguardo che per l’Azienda, dal 30 marzo 2004 nella galassia Piaggio, è un punto d’arrivo ma anche di (ri)partenza. Partiamo dalla fine, ovvero da cosa sarà Moto Guzzi dal primo anno dopo il centesimo. Lo start non lo darà tanto il 15 marzo 2021, data precisa del centenario, ma le meravigliose Giornate Mondiali Guzzi, tre giorni dal 9 al 12 settembre a Mandello del Lario, vera e propria Mecca del Guzzismo planetario.


Nel viaggio, sostantivo da sempre sinonimo ineliminabile per chi ha o abbia cavalcato una Guzzi, ci guida Davide Zanolini, Direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Piaggio.

Le Giornate Mondiali Guzzi concluderanno una lunga serie di eventi celebrativi del nostro centenario. In quell’occasiona daremo il via a due importantissimi progetti. Il primo è quello che riguarda il rifacimento del sito produttivo di Mandello. Non c’è un altro stabilimento al mondo in una location così iconica e così legato al territorio. Presenteremo il progetto del nuovo stabilimento e di un’area esperienziale molto importante all’interno dello stesso, il che significa che il Gruppo Piaggio crede nella produzione di Moto Guzzi a Mandello e non ha intenzione di portarla in India, Cina o Thailandia come fanno tanti nostri concorrenti.“, rivela Zanolini con legittima soddisfazione anche per quest’ultima sottolineatura non da poco.

E sul parco veicoli? “Stiamo lavorando alla Moto Guzzi del nuovo centenario, la prima del secondo secolo di vita. La sveleremo a Mandello, sarà una moto nuova, con un nuovo concetto, un nuovo motore. Qualcosa che fino ad oggi in Guzzi non si è mai visto. Vogliamo iniziare i nostri secondi cento anni con un’innovazione di prodotto, sempre restando fedeli all’heritage e ai valori che hanno sempre ispirato moto Guzzi.” Mandello si conferma il cuore vero e insostituibile, industrialmente ma anche dal punto di vista filosofico.


Nel 2021 Moto Guzzi produrrà una serie limitata dei suoi modelli con una speciale “Livrea Centenario” che sarà disponibile su V7, V9 e V85 TT. “Riprendiamo i tre colori iconici della 8 cilindri“, spiega Zanolini. “Il verde, il metallo spazzolato e il cuoio della sella. Erano i colori della mitica 500 cc Otto Cilindri certamente la moto da corsa più folle e visionaria mai realizzata. Altri particolari distintivi sono l’Aquila in una finitura dorata e il logo dedicato che celebra anche graficamente i 100 anni“.

Andiamo oltre Guzzi e parliamo di quel che rappresenta la moto oggi. Forse il simbolo più forte di una voglia di libertà che mai come oggi sentiamo cosi forte. “Le persone non prendono più i mezzi pubblici come prima, coloro che devono venire a lavorare nelle grandi città vogliono muoversi con maggiore autonomia. Dopo il primo lockdown dove tante persone sono tornate alla moto oppure sono arrivate alla prima moto per godersi le vacanze in maniera un po’ diversa. Era difficile usare treni e aerei. Qual è il modo migliore per viaggiare? La moto. Con il tempo si sta riconsolidando questa voglia di utilizzare la moto per il piacere di divertirsi, per il piacere di guidarla. Era un sentimento che stava invecchiando.
L’età media del motociclista si stava alzando in maniera preoccupante nel mondo occidentale. Questa ventata sta portando aria fresca che ci piace tanto. Guzzi da sempre è il sinonimo del viaggio nella testa del momotociclista. Il guzzista è sempre stato considerato un grande viaggiatore. Questo momento ci fa vedere una luce positiva per le moto in generale.

Vi aspettate che anche i numeri siano in crescita, che si traducano in maggiori vendite? “Ci aspettiamo numeri positivi Pur non avendo una gamma enorme forse siamo proprio nella condizione migliore rispetto al periodo. Con V7 abbiamo un ottimo entry level, moto facile e non impegnativa a livello di costi e prestazioni e può essere guidata anche da un neofita della moto. Oppure può essere un’ottima moto di ritorno per chi le ha temporaneamente abbandonate. Con V85 andiamo nel mondo del viaggio più strutturato. Questa compattezza di gamma, che per noi è un punto di partenza per ricostruire la gamma del futuro.

L’ha citato proprio Zanolini, la popolazione dei motociclisti sta invecchiando. Attrarre i millennials è ancora possibile? “Il guzzista autentico di vecchio stampo c’è e ci sarà sempre. In questi ultimi anni Moto Guzzi ha fatto molto per svecchiare il proprio target. Quando sono arrivato in Piaggio nel 2013 dissi a mio nipote di 19 anni che iniziavo questa nuova esperienza gli raccontai dei marchi che face vano parte della galassia. E quando gli nominai Moto Guzzi lui mi disse: ma esiste ancora? Allora mi è scattata la riflessione, ovvero che se un 19enne sa cos’è Moto Guzzi ma non sa che esiste ancora allora abbiamo un problema, neanche particolarmente piccolo. Il lavoro che è stato fatto in questi anni, puntando molto sulla V7, che forse era la meno Moto Guzzi, visto che i classici guzzisti pensavano alle California, ha pagato. Molti neo patentati e molte ragazze sono stai molto attratti dalla V7. Rappresenta un linguaggio diverso. Ci siamo trovati a parlare una lingua molto più vicina ai giovani. Non aver fatto innovazioni radicali ma aver cavalcato la vera natura Guzzi ovvero di moto semplice, bella, non troppo cara, con un suo stile da molti anni è stato vincente. Oltretutto la facilità di customizzarla, cose che erano appannaggio solo delle Harley, ha aiutato. Abbiamo creato un catalogo ufficiale degli accessori, una cosa che prima esisteva solo per moto americane o inglesi. Abbiamo creato un merchandising di qualità. Abbiamo inventato il trofeo Moto Guzzi, abbiamo riportato la moto in pista. Dieci anni fa il guzzista medio aveva più di 50 anni, ora possiamo dire di aver abbassato questa media di 10/12 anni.”

Quanto è importante far parte di una galassia così variegata come il Gruppo Piaggio? “I vantaggi di carattere tecnico ingegneristico sono evidenti. Ci si può permettere di investire su larga scala per tecnologie che vengono utilizzate da tutti. La contaminazione culturale è fondamentale. Ci togliamo dal rischio di essere troppo autoreferenziali, dalla tendenza a nutrirsi solo di quel mondo. Siamo molto poliedrici, andiamo dallo scooter del 14enne fino a tutti i target superiori. A tutti i marchi abbiamo attribuito una funzione. Vespa è life-style, Aprilia l’adrenalina delle corse, Moto Guzzi il viaggio, Piaggio il commuting, ovvero la mobilità soprattutto metropolitana. Ognuno pesca dagli altri mondi quel che serve per completare il proprio. Se Guzzi non fosse stata parte di un gruppo simile, garantirne la sopravvivenza non sarebbe stato possibile. Tutto ha contribuito a far sì che Guzzi crescesse. Sei anni fa abbiamo inventato il “motoplex“, ne abbiamo già 800 nel mondo. Sono punti vendita che mettono insieme tutti e quattro i nostri marchi. Abbiamo dato a molti punti vendita la possibilità di sopravvivere che forse con il solo marchio Guzzi non avrebbero avuto.”

Buon compleanno, cara centenaria Moto Guzzi.

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