Renault ingrana la 5ª

La nuova R5 va alla conquista del Salone di Ginevra. E Rafale sbarca in Italia De Meo e la renaulution: “Lanceremo 10 nuovi modelli, praticamente uno al mese”.

Abbiamo rimesso in piedi l’azienda. Lanceremo dieci nuovi modelli, praticamente uno al mese, quindi entriamo in un ciclo di vita dei prodotti molto favorevole”. A dirlo è Luca de Meo: l’italiano al volante di Renault che guida il gruppo transalpino attraverso la strada della nuova mobilità elettrificata, dritto filati verso il successo commerciale. Come? Con il giusto equilibrio di tecnologia, qualità, un pizzico di amarcord che non guasta mai, e un’offensiva di prodotto anticiclica che porta con sé tante novità, anche se non destinate a far crescere troppo i volumi. La ricetta: contenere i costi, mantenere i margini, attendere che le elezioni (europee) delineino uno scenario che, se vedrà scendere i tassi di interesse, avrà un impatto positivo sulla rata mensile richiesta ai clienti. Annunciata da tempo, la prima novità è una piccola piattaforma in arrivo con Renault 5: modello icona che conquista il Salone di Ginevra 2024 a trazione cinese – la maggioranza degli espositori hanno le insegne della Repubblica Popolare – e promette di scalare le classifiche di gradimento in un amen. Un po’ come l’originale, nata nel 1972 e prodotta in oltre 9 milioni di unità fino al 1996 (comprese le mitiche Supercinque firmate da Marcello Gandini). Qui l’effetto nostalgia gioca un ruolo importante, anche se va precisato che si tratta di un’autentica rivoluzione, pardon, renaulution come dicono in Renault giocando sulla contrazione fra parola e brand. Esteticamente la somiglianza con l’originale è impressionante, ma sulla piattaforma AmpR Small la nuova R5 ha il solo motore elettrico da 70, 90, 100 kW, supportato da due accumulatori a garanzia di 300 e 400 km di autonomia. Compatta, simpatica, scattante come un tempo, anzi molto di più, in 254 cm di passo riesce a infilare 326 litri di bagagliaio, contenendo il peso sotto i 1.500 chili. Merito anche delle batterie organizzate in moduli da 8 celle, anziché 12 per distribuire al meglio i pesi, appunto. L’abitacolo è spazioso, ancora merito della piattaforma “ampere”, e vive di un unicum di soluzioni vintage e hi-tech: i materiali utilizzati sono in gran parte derivati di materiali riciclati e lo stile è quello tessile degli anni Cinquanta. Almeno sulla plancia, dominata da grandi schermi, proprio come vuole la contemporanea fissazione per la tecnologia. I livelli di allestimento saranno tre, ma per tutti i cerchioni saranno quelli da 18”; segno della volontà di divertire, proprio come il retrotreno con architettura multi-link. In concessionaria dall’autunno, sarà la prima di tre piccole a tutto stile, insieme a Twingo e R4. L’altra grande (letteralmente) novità si chiama Rafale, che tradotto significa “raffica di vento”, e prende il nome dal Caudron Renault Rafale: l’aereo acrobatico francese che già nel lontano 1934 volava alla velocità di 445 km/h. Imponente ma sportiva, scolpita, connessa, hi-tech e contemporanea com’è ormai il resto della gamma, Rafale nasce sulla piattaforma di Austral ed Espace per alzare ulteriormente l’asticella nel segmento D. Il capitolato segue fedelmente il nuovo linguaggio stilistico dettato dal capo del design Gilles Vidal che ha disegnato superfici lunghe 470 centimetri per 186 di larghezza e 161 di altezza. Il passo è di 270 cm e l’abitabilità è davvero abbondante. L’ibrido E-Tech accende un piccolo 3 cilindri 1.200 turbo e 2 elettrici a supporto, per un totale di 200 cv e consumi di circa 20 chilometri con un litro. Presto arriverà la versione da 300 cv, con trazione integrale ottenuta dall’aggiunta di un terzo motore elettrico posteriore. Anche in questo caso l’abitacolo è un concentrato hi-tech. Infatti, oltre ai due grandi display – il quadro strumenti orizzontale da 12,3” e il touch verticale da 12” – Android Automotive sale a bordo integrando Google e tutti i suoi servizi online, app specifiche incluse. Interessante anche il grande tetto panoramico con tecnologia Solarbay a comando vocale. Consente di regolare la quantità di luce nell’abitacolo on demand, grazie alla variazione generata da un campo magnetico che agisce sulle molecole del materiale, modificando il filtraggio dei raggi solari. Fra le missioni di Rafale c’è sicuramente quella di compiacere gli ospiti a bordo, fra dimensioni generose sia davanti che dietro, e tanti piccoli dettagli disseminati per l’intero abitacolo con lo scopo di semplificare la vita. Per esempio: semplice e utilissima la soluzione dei supporti per smartphone e tablet che si estende dal bracciolo posteriore per tenerli inclinati favorendo la visione, con tanto di prese usb integrate. Génial. Qui nulla è lasciato al caso, neppure la selezione dei materiali, nobili come l’ardesia che ricopre il cruscotto, o sostenibili come i sedili in Alcantara riciclata. Insomma, il cambio di passo del costruttore transalpino è più che manifesto e, come raccontano le cronache di questi giorni, potrebbe addirittura portare alla nascita di un nuovo mega gruppo, con il “nostro” de Meo pronto ad accogliere le deleghe di Tavares (Stellantis).

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