Auto sempre più connesse

Suzuki Italia si inventa i soprannomi per gli Adas più comuni e forniti di serie. E così ecco apparire “attento frena”, “resta sveglio” e “occhio al limite”.

Le auto sono tutte uguali. Mai affermazione è stata più sbagliata che in questi tempi. Se da una parte hanno quasi tutte quattro ruote, eccezione la fa il Mercedes Classe G 6×6 a sei ruote motrici, dall’altra sono sempre più diverse tra loro. Oggi la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nell’esperienza di guida. Entro la fine del 2023 dovrebbe debuttare una nuova versione di Apple Car Play. Sempre più auto ne sono dotate, quello che una volta era il display dedicato al navigatore ormai è un secondo display del proprio Iphone. Con la versione 2023 Apple si allarga, tutto il cruscotto sarà gestito dalla Casa di Cupertino. Contachilometri e contagiri ma anche il climatizzatore potrebbero quindi domani essere uguali per tutte le auto. Il processo non sarà però così veloce. Le auto in circolazione che sono compatibili con l’attuale Apple Car Play non dovrebbero esserlo nella nuova versione. Continuando a parlare di tecnologia non è certo tutta uguale. Esistono differenti livelli qualitativi anche a parità di fornitore. Avendo avuto modo di testare con mano diverse auto equipaggiate di dispositivi come il lane keep assist (LKS) e l’adaptive cruise control (ACC) possiamo affermare che nonostante si parli sempre di “guida autonoma di tipo 2” in realtà cambiano le modalità da auto ad auto. Alcuni modelli riescono davvero a mantenere la traiettoria anche in curva nel caso il guidatore sia distratto, altri la tengono sino a metà curva e poi lasciano andare l’auto verso il guard rail. Questi ultimi anche in rettilineo fanno “rimbalzare” la vettura all’interno della corsia come se alla guida ci fosse un ubriaco mentre le versioni premium la tengono in traiettoria come un pilota di F1. D’altra parte tutti lo dicono chiaramente: il pilota deve tenere sempre le mani sul volante e vigilare su ciò che accade pronto a intervenire. E meno male! Pur capendo il concetto la similitudine con il mondo della telefonia rende tutto più chiaro. Oggi su Apple Store si vendono contemporaneamente Iphone 14, Iphone 13, 12 ed SE. Sono tutti Apple e tutti Iphone ma hanno prestazioni ben diverse tra loro. D’altra parte tra il più datato di questi modelli e l’ultima versione sono passati diversi anni. Sarebbe allora interessante che si potesse avere una certificazione ulteriore in modo da garantire l’acquirente su cosa sta comprando e sul livello di performance derivate. Il rischio oggi è proprio quello di testare un sistema e pensare di ritrovarlo poi uguale su altre auto solo perché ha lo stesso nome. Se è vero che molti puntano sulla possibilità degli aggiornamenti e relativi sblocchi di software ottenibili over the air grazie ad auto sempre connesse è vero anche che se alcuni sensori e telecamere se non sono stati installati all’origine è molto difficile se non impossibile farlo successivamente. Ecco allora perché appare più che corretta la politica commerciale di Suzuki che ha scelto di dare tutto di serie sui suoi modelli. “Suzuki ha eliminato una delle scelte complesse nell’acquisto di un’auto o di una moto: quella del livello di allestimento: le Suzuki sono solo disponibili con “tutto di serie senza sorprese”, con l’ibrido, la connettività e i sistemi di guida assistita di alto livello, tutti compresi nella vettura. Resta da decidere solo il colore e se equipaggiare o no la Suzuki con il celebre sistema 4×4 AllGrip. A queste condizioni il Cliente Suzuki sa di non commettere errori.” spiega Massimo Nalli Presidente di Suzuki Italia. Certo è che i nomi dei cosiddetti Adas sono davvero ostici ma anche in questo caso la creatività italiana è venuta in aiuto. “I sistemi Suzuki conservano i complicati acronimi internazionali tanto cari ai progettisti, ma in Italia abbiamo pensato di ribattezzarli con un soprannome semplice: ecco che l’DSBS (Dual Sensor Brake Support) diventa “attentofrena”, il LDP (Lane Departure Prevention) diventa “guidadritto”, il WA (Weaving Alert) diventa il “restasveglio”, il TSR (Traffic Sign Recognition) è l’ “occhioalimite”, il BSM (Blind Spot Monitor), diventa il “guardaspalle” e così via. Non cambia la vita a nessuno ma rende più facile capirsi, no?” racconta Nalli. Un giorno vedremo sulle nostre strade auto che guidano da sole? “La tecnologia è pronta, manca la regolamentazione. Ad esempio l’ambito assicurativo pone diversi dubbi sulla responsabilità nel caso di auto a guida autonoma che incappa in un sinistro. In Italia, inoltre manca un po’ di qualità sulla segnaletica stradale che faciliterebbe il compito ai sensori. Per il resto Suzuki, e molte altre case automobilistiche, dispongono già della tecnologia necessaria per la guida autonoma”, conclude Massimo Nalli.

Exit mobile version