Chi ti ha dato la patente?

Ci sarebbero tante cose da rivedere sulle regole varate per i neopatentati. Ma anche permettere dopo tre anni di guidare qualsiasi auto può essere pericoloso.

Il primo italiano ad ottenere la patente nel 1901 fu il torinese Bartolomeo Tonietto, lo chauffeur di casa Savoia. Nel luglio del 1913 in America, lo stato del New Jersey fu il primo a richiedere a tutti gli automobilisti il superamento di un esame di abilitazione alla guida per poter ottenere la patente. Ma torniamo ai giorni nostri. Dopo oltre 100 anni di evoluzione del “prodotto” auto, che ormai ha ben poco in comune con i suoi esordi, la patente è cambiata, ma molto meno del mezzo che abilita a guidare. In Italia nella riforma del codice della strada 2023, già approvata dal Consiglio dei Ministri, è prevista anche una innovazione per i neopatentati. “I neopatentati non potranno mettersi alla guida di veicoli di “grossa cilindrata” prima dei tre anni dal momento del conseguimento della patente” è scritto sul sito del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture. Se confermato verrà innalzato a 3 anni (anziché un anno) il limite di tempo entro cui il neopatentato non potrà guidare auto potenti. Ovvero auto con potenza specifica riferita alla tara superiore a 55 kW/t o comunque potenza massima pari o superiore a 70kW ovvero 95 cavalli. Oggi, rispetto al passato, è stato elevato per le vetture elettriche e plug-in il limite potenza/peso, che passa da 55 kW/tonnellata a 65 kW/tonnellata. Rimane però vigente l’ulteriore requisito per l’ammissibilità, ovvero il limite di 70 kW di potenza massima. Con il limite dei 70 kW, il Ministero dei Trasporti prende in considerazione la potenza massima per i motori termici e la potenza a 30 minuti per i motori elettrici. Alcuni modelli elettrici hanno una potenza a 30 min di 70 kW e per questo risultano guidabili dai neo-patentati, pur avendo una potenza di picco superiore. Ma ha senso? Non troppo. Significa solo creare problemi alle famiglie che, in un contesto socio economico non facile, si potrebbero veder costrette a cambiare auto perché il figlio per tre anni non potrebbe guidare quella che c’è in garage. Magari una Panda o una Smart. Altroché “grande cilindrata”! Sulla patente e sui neopatentati ci sarebbe da lavorare e molto, ma in un’altra direzione. Com’è strutturata adesso è obsoleta. Va detto che oggi le automobili diventano sempre più complesse, dotate di funzionalità che negli ultimi anni ne hanno modificato in modo importante le caratteristiche. Pensiamo ai sistemi “ADAS” (Advanced Driver Assistance System) che sono focalizzati su tecnologie volte a prevenire gli incidenti. Dal “night vision” che di notte consente di “vedere” grazie agli infrarossi al “lane departure warning” che avvisa quando non si mantiene la traiettoria ed è in grado di correggerla anche da solo agendo sullo sterzo. Passando dall’ “adaptive cruise control” ovvero il controllo di velocità adattativo che consente all’auto di seguire quella che ci precede mantenendo la distanza di sicurezza frenando e accelerando autonomamente. Ecco allora che non solo i “giovani” automobilisti dovrebbero essere formati sull’utilizzo di queste tecnologie che fanno sempre più parte integrante di tutte le auto, ma anche i “vecchi” automobilisti dovrebbero fare dei corsi di aggiornamento. Insomma basti pensare all’aeronautica. Quando prendi un brevetto di volo è necessario prendere la cosiddetta “abilitazione macchina” ovvero bisogna essere preparati ad utilizzare nello specifico ogni singolo aeromobile. Perché se da una parte è vero che si ha il brevetto che abilita a volare dall’altra è vero che ogni aereo è diverso dall’altro. Un conto è pilotare un piccolo Piper monomotore, un altro un seppur piccolo bireattore. Cambiano e di molto non solo le prestazioni. Invece oggi con la stessa patente puoi metterti al volante di una Panda, con motore termico ovvero alimentato a carburante che accelera da ferma a cento orari in oltre 15 secondi, e di una Tesla che ha un propulsore alimentato a batterie e può arrivare a scattare da ferma a cento orari anche in 1.9 secondi. Eppure abbiamo a che fare con una berlina tradizionale, almeno nelle forme. In realtà si tratta di una vettura di ultima generazione. Alimentata da batterie e dotata di tutte le nuove tecnologie. Ecco perché i suoi utilizzatori andrebbero formati e non solo in dieci minuti dal concessionario durante la consegna della nuova auto. Cambiano persino le dinamiche di marcia. Le reazioni del veicolo rispetto a quelle a cui magari eravamo abituati. Le auto elettriche hanno infatti i pesi più in basso perché le batterie sono sotto il pianale e, a parità di modello, pesano molto di più rispetto ai mezzi alimentati a benzina. La fruibilità delle prestazioni, la guidabilità tra le curve di questi mezzi rendono gli automobilisti sin troppo sicuri. Non si sente il rombo del motore e in questo caso viaggiare nel silenzio non equivale ad andare piano, anzi.

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