Forme rivoluzionarie

Audi skysphere concept

Audi skysphere concept

L’elettrificazione delle auto sposa una parziale rivoluzione del design a quattro ruote. Basti pensare che una delle parti più sexy sono da sempre state le marmitte. Sì, proprio loro: i tubi di scarico. Se una è da utilitaria e due da GTI, i quattro sono riservati solo alle sportive di razza. La Bugatti Chiron ne ha addirittura sei. Affiancati o sovrapposti e in alcuni casi anche raggruppati al centro come sulla Pagani Zonda. E il diametro conta sul serio. Non importa che siano tondi, ovali o quadrati. Gli appassionati li vogliono larghi e rumorosi. Insomma per nulla politically correct. Ecco dimentichiamoceli. Saranno roba da museo o riservata alla pista. D’altra parte ai mezzi elettrici le marmitte non servono per nulla. Al limite una piccola cannuccia per espellere l’acqua, ma giusto se si guida una fuell-cell.

Se questo stravolgimento riguarda il posteriore non è che davanti vada meglio. Le automobili hanno sempre avuto una “bocca” che aveva una sua funzionalità. L’aria deve passare per raffreddare il motore attraverso il radiatore. Tra i più caratteristici il doppio rene BMW e il single-frame Audi che donavano una riconoscibilità della Casa costruttrice anche a distanza. Ma i motori elettrici non hanno bisogno di essere raffreddati come i termici e quindi il design non deve più accordarsi con i “radiatori” e le auto perdono le loro bocche. Sei, otto dodici cilindri necessitavano di lunghi cofani per ospitarli mentre adesso un propulsore elettrico occupa spazi nettamente inferiori ed ecco quindi che il muso diventa piccolo piccolo e in alcuni casi offre persino un vano dedicato a ospitare i bagagli. Intanto bisogna trovare posto per i pacchi batterie che la maggior parte delle volte si trovano sotto il pianale per tenere il baricentro in basso in modo da offrire maggior tenuta di strada. E allora si abbassa la luce da terra e in alcuni casi si tocca persino sulle rampe. E allora le auto si alzano un po’, seguendo la moda del momento: sempre più SUV e Crossover. Ma il volume per i bagagli resta uguale e in alcuni casi può anche aumentare d’altra parte il serbatoio della benzina non serve più e il suo ingombro adesso è tornato libero. Insomma la transizione verso la mobilità elettrica permette alle Case costruttrici di giocare con le forme in modo inedito.

Lo sanno bene i coreani di Kia, con la nuova EV6 (ndr: si legge IVUSIX) interpretano bene questi inediti spazi puntando proprio sulle linee per dare vita a un vero e proprio crossover che mischia tratti differenti. Ecco allora che il posteriore di EV6 è filante come quello di una coupé nonostante la lunghezza di 4,68 metri. Non è un SUV ma ha un’altezza da terra maggiore di quella di una berlina: 17 centimetri. La larghezza di 1,88 metri non si discosta invece dalle auto tradizionali. Quello che fa davvero la differenza è il passo, ovvero la distanza che intercorre tra le ruote anteriori e quelle posteriori che nel caso di EV6 è di ben 2,9 metri. Un dato simile a quella di una grande ammiraglia come la Mercedes Classe S. Un’auto che però è ben più lunga. Il risultato per Kia è un’area interna esagerata e un confort memorabile per i passeggeri posteriori che hanno quindi tantissimo spazio per le gambe. Inoltre il pavimento dell’abitacolo è totalmente piatto anche se la trazione è sulle ruote dietro.

Tornando a parlare di estetica non si possono non notare la fascia di luci a led che abbraccia tutto il posteriore dando contemporaneamente vita a uno spoiler integrato e dissimulando un vano di carico con disegno regolare. D’altra parte la tecnologia led abbinata alle auto ha permesso ai designer una libertà di espressione che mai avevano avuto. E così oltre la “bocca” spesso sono spariti anche gli “occhi”. I cari e vecchi fanali come li conoscevamo si vedono sempre meno. Sono ormai solo delle fessure, dei tagli degni di Fontana. Le chiamano “firme luminose”. Sciabolate di design volte a caratterizzare auto per molti aspetti sempre più simili.

Una certezza sulle auto l’abbiamo: hanno ancora tutte quattro ruote. Almeno per ora.

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