Gli italiani lo fanno meglio

L’estetica fa sempre più la parte del leone e la tradizione del nostro paese continua a essere un punto di forza

Tavoletta grafica

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L’Italia è un Paese di santi, poeti, navigatori e… designer di auto. Ebbene sì!

Sergio Pininfarina, Flaminio Bertoni, Sergio Scaglietti, Giorgetto Giugiaro. Questi i nomi di alcuni tra i designer automobilistici più famosi al mondo. Hanno disegnato le quattroruote più belle. Uomini che hanno avuto la fortuna di vedere il loro cognome scritto sulle fiancate di mezzi come Ferrari F40 e Testarossa, Maserati Coupé e Alfa Romeo Brera, Lamborghini Countach e Miura.

Per la maggior parte delle automobili la storia è ben diversa. Non si può risalire all’autore che ne ha segnato le prime linee su un foglio di carta. Sempre più spesso i costruttori si affidano a studi di progettazione interni in cui tutti disegnano ma nessuno firma più. Che peccato! Eppure l’Italia continua a disegnare anche se sempre più spesso lo fa più o meno in incognito. Esempio di eccellenza è Flavio Manzoni, direttore da diversi anni del design Ferrari. È stato lui a realizzare per la prima volta nella storia del marchio un centro stile interno, completo e autonomo. Un lavoro di gruppo, ecco perché il nome Manzoni ad oggi non figura sui passaruota di nessuna tra le tante auto da lui disegnate. “Il progetto di un nuovo modello di automobile è il risultato di un lavoro complesso che vede coinvolte professionalità diverse. Un iter metodologico articolato che ha inizio sin dalle prime fasi di impostazione e non si esaurisce nemmeno nell’assemblaggio finale sulle linee di produzione”. A dirlo è Roberto Giolito, designer italiano da sempre legato al marchio Fiat e che ha collaborato alla realizzazione di alcune vetture significative dell’era automobilistica moderna come la Fiat Multipla e la Cinquecento che sono anche esposte al MoMa di New York. World car design of the year nel 2009 e Compasso d’Oro nel 2011 è stato capo design del centro stile per i marchi Fiat e Abarth. Dal 2016 è Head of FCA Heritage e si occupa di tutelare e promuovere il patrimonio storico dei marchi italiani. Emozionante visitare sotto la sua guida l’Heritage Hub di Torino dove si resta più volte a bocca aperta davanti a linee che non passano certo inosservate.

D’altra parte l’estetica fa e farà sempre più la parte del leone in questi tempi in cui la tecnologia delle auto è sempre più comune. Un esempio? Certo non si trova in Casa Ferrari ma Peugeot, Citroen, Opel e ormai anche Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Jeep possono attingere a serbatoi di tecnologia comuni. Anzi devono farlo per ottimizzare i risparmi su scala. Ed ecco allora che a differenziarle ci pensano sempre più le linee che sono poi oggi l’identità di Marca. Anche se il gruppo propulsivo è molto ma molto simile se non uguale una Jeep grazie ai car designer è e sarà sempre diversa da una Citroen o da una Peugeot. Chi da piccolo non ha mai raffigurato la quattroruote del papà su un foglio di carta alzi la mano. Chiedete a un bambino di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa” spiegava Enzo Ferrari.

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