Dobbiamo prepararci a un mondo nuovo, pensando al passato

Le auto del futuro saranno sicuramente sempre più simili alle carrozze di un tempo: diventeranno dei salotti su quattro ruote

Carrozza

Carrozza

In questi giorni si pensa a Venezia come capitale mondiale della sostenibilità. Scrivo di una città d’acqua perché la trasformazione delle città di terra nei prossimi anni sarà altrettanto “green” e radicale quanto il ripensamento delle infrastrutture che porterà a nuove strutture. È anni che gli architetti, in particolare gli urbanisti ed i designer, collaborano cercando nuove quanto inedite soluzioni per i luoghi del vivere. Tanti sono i film dove si immaginano futuri dove il benessere dato dalla necessaria svolta ecologica porta ad avere auto volanti capaci di atterrare direttamente nel salotto di casa.

Non sarà proprio così, per almeno i prossimi vent’anni, sarà un successo se si riusciranno a creare le regole per gestire e far funzionare tutta l’innovazione del settore automotive già pienamente disponibile. Pensate alle auto a guida autonoma: esistono, funzionano ma per vederle su strada o acquistabili in un negozio ci vorrà ancora tempo.

Intanto noi designer cerchiamo di disegnare un nuovo che ha radici antiche. L’automobile è nata elettrica molto tempo prima che le sue forme divenissero riconoscibili e l’automobile fosse un sostantivo “femminile” grazie a Gabriele D’Annunzio. Fu negli Anni Trenta del 1800, quasi due secoli orsono che in Scozia, ad una carrozza furono tolti i cavalli e installato un motore elettrico. Al tempo simbolo della nuova tecnologia alla base di quella seconda rivoluzione industriale che seguita da quella informatica degli Anni Settanta del Novecento, oggi lascia il testimone alla svolta ecologica che per la prima volta dal dopoguerra mediante il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, offre le più importanti risorse economiche di sempre.

L’automobile, simbolo di modernità dello scorso secolo, deve rinascere, adeguandosi all’odierno contesto che registra una crescente scarsa passione verso un prodotto che è sempre meno iconico, un minore interessamento alla guida, meno amanti del possesso del veicolo, e utenti attirati sempre più dalla necessità di uno spostamento autonomo ma comodo e senza alcun pensiero. Il ruolo del designer diventa quindi fondamentale nel ripensare uno strumento che ha meno componenti meccaniche ad invadere gli spazi del telaio (piattaforma) e quindi molto più spazio disponibile per i nuovi modi del comportarsi in auto.

Le auto elettriche del futuro saranno sicuramente sempre più simili alle carrozze del passato: salotti su quattro ruote dove al posto del cocchiere ci sarà la guida autonoma, e lo spazio a bordo sarà conviviale e connesso con poltrone multifunzione contrapposte più da lounge che da automobile. Le auto diverranno più “specializzate”. È noto che i motori elettrici possono offrire prestazioni superiori a quelle delle auto più sportive. È facile immaginare piattaforme modulari in grado di offrire le misure idonee alla nostra scelta, con più o meno batterie in funzione della prestazione desiderata, “vestite” con carrozzerie sportive bassissime o monovolume che offrono il massimo della comodità. A fronte di una maggiore razionalizzazione costruttiva ci saranno minori costi di sviluppo e maggiori possibilità di personalizzazione del mezzo. Se poi interpretassimo questa nuova formula con la logica delle stampa 3D il gioco è fatto. Tante auto differenti con stili più emozionali riferibili direttamente anche al cliente più esigente o meno interessato. Sarà un mondo nuovo con auto capaci di percorrerne le vie o i cieli proprio come si vedeva anni prima nei film che esploravano il futuribile.

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