L’elettrica sarà low cost?

La democratizzazione delle auto green passa attraverso gli incentivi statali. Secondo Bloomberg potrebbero arrivare a costare meno dei modelli a benzina.

Auto elettrica

Auto elettrica

Possiamo parlare di democratizzazione dell’elettrico? Di elettrico per tutti? Sembrerebbe di sì. Da una parte la city car per eccellenza, Smart, è oggi disponibile esclusivamente con motore alimentato a batterie. Dall’altra anche Volkswagen, l’auto del popolo, ha con l’elettrica ID.3 cominciato un nuovo corso “full green”. Ma quindi la mobilità a zero emissioni è per tutti i portafogli? Se oggi sembra quasi di sì, il merito va soprattutto agli incentivi statali, regionali e comunali. Se ci fossero anche condominiali, prenderemmo anche quelli.

I costruttori automobilistici ultimamente al lancio di ogni nuovo modello elettrificato danno un prezzo di listino, solitamente alto, e si affrettano subito a precisare che grazie agli incentivi può scendere di oltre diecimila euro. È il “può” che fa la differenza. Quanti automobilisti da una parte hanno una vecchia e inquinante auto da rottamare e dall’altra sono pronti a tirare fuori ingenti somme per comprare una vettura nuova? Ecco allora che si riscoprono le auto della nonna inutilizzate o quelle abbandonate nelle case di campagna.

In alcuni casi si rottamano mezzi tutto sommato non obsoleti e con pochi chilometri giusto perché il loro valore da usati sarebbe inferiore ai soldi che si possono ottenere con gli incentivi per le auto elettriche. Consumismo all’ennesima potenza in nome di una futura ecologia, senza tener conto dell’impatto sull’ambiente di una vettura che viene rottamata? In alcuni casi sì. Ma in futuro le cose sembra che saranno diverse. Entro i prossimi sei anni i prezzi delle automobili elettriche saranno sostanzialmente allineati a quelli dei mezzi con motore tradizionale. E poi potrebbero arrivare a costare anche meno di analoghi modelli benzina e diesel. E senza incentivi. A dirlo è l’ultimo rapporto Bloomberg New Energy Finance redatto dagli analisti dell’agenzia internazionale in collaborazione con l’associazione ambientalista Transport and Environment. L’azione combinata di politiche ambientali comunitarie, strategie delle Case automobilistiche e riduzione dei costi di componenti e batterie, secondo il rapporto, porterà ad uno sviluppo del mercato tale per cui la spesa necessaria per viaggiare a zero emissioni sarà, entro pochi anni, teoricamente ridotta. Un risultato che si potrebbe ottenere grazie alla diminuzione del costo delle batterie. Oggi in media si parla di 137 $/kWh e Bloomberg ipotizza che i prezzi medi per kWh diminuiranno del 50% dal 2020 al 2030, arrivando a 58 dollari/kWh entro il 2030. Un risultato che si potrà ottenere “lavorando sulla composizione chimica, sui metodi di produzione, sulla progettazione delle celle e sul packaging”. Inoltre numerose Case automobilistiche stanno investendo per costruire Gigafactory dedicate alla produzione di batterie anche nel vecchio continente. Bloomberg stima anche le dimensioni del mercato europeo dei veicoli elettrici a medio e lungo termine: 4,3 milioni di veicoli “alla spina” entro il 2025, per una quota del 28% con le BEV -Battery Electric Vehicle- a rappresentare oltre la metà. La maggiore diffusione è prevista nel nord Europa, con Germania, Regno Unito e Francia che saranno le prime a seguire il trend avviato dai Paesi scandinavi e dall’Olanda. Lo studio si sbilancia anche in una previsione forse un po’ troppo ottimistica secondo cui entro il 2030 le BEV potrebbero rappresentare il 50% del mercato ed addirittura l’85% entro il 2035. La ricetta magica prevede non solo la diminuzione del costo delle batterie ma anche una più stringente normativa comunitaria sulle emissioni di CO2 e un aumento degli impianti di ricarica.

Intanto in questi giorni John Elkann, presidente della Casa di Maranello, in occasione dell’assemblea degli azionisti di Exor, ha confermato il debutto della prima Ferrari elettrica che avverrà nel 2025. E già oggi è possibile acquistare la Rimac Nevera, hypercar alimentata a batterie da due milioni di euro che con i suoi 1914 cavalli è l’auto più veloce del mondo nello 0-100 dove le bastano 1,9 secondi. Anche questa è democrazia e in questo caso gli incentivi non dovrebbero servire.

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