Quale pieno per il futuro?

Mi faccia un pieno di… Come cambierà la nostra vita nel 2035 lo scopriremo solo vivendo perché la politica europea continua a non essere chiara e adesso la battaglia si è spostata dal solo elettrico alla neutralità termica. Là dove in un primo momento avrebbe dovuto entrare solo l’elettricità, entreranno anche gli e-fuels e, se all’Italia riuscirà il gol a tempo scaduto, anche gli eco carburanti. Prima di tutti va spiegata la differenza: i biocarburanti derivano dalla trasformazione di sostanze organiche di origine vegetale o animale, mentre gli e-fuel sono di origine sintetica. In Italia siamo molto avanti nella ricerca e produzione degli eco carburanti, in Germania hanno investito moltissimo sugli e-fuel. Sono comunque carburanti che vanno ad alimentare i vecchi motori a scoppio che resterebbero così in vita anche dopo il 2035 accompagnandoci verso una transazione termica più morbida, figlia di quella “neutralità” che il nostro Governo ha più volte sventolato. “Il Governo è convinto che in futuro l’elettrico giocherà un ruolo significativo e su questa sfida l’Italia è oggi impegnata – aveva detto la scorsa settimana intervenendo a #FORUMAutomotive il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin- L’elettrico non può però costituire l’unica alternativa e per questo abbiamo sostenuto a livello europeo che a noi non sta bene il divieto di immatricolazioni al 2035 di nuove vetture che non siano elettriche. Abbiamo chiesto di tenere conto anche di altre tecnologie, come l’idrogeno e i biocarburanti”. I biocarburanti sono prodotto utilizzando mais, soia, colza, girasole, oli vegetali di origine industriale, scarti della lavorazione del legno o concimi di origine animale. Eni in Italia ha una capacità di bio-raffinazione di 1,1 milioni di tonnellate all’anno, con l’obbiettivo di arrivare fino a tre milioni entro il 2025 e superare i 5 milioni entro il 2030. Gli e-fuels su cui in Germania hanno investito case auto e di componentistica sono composti da idrogeno e anidride carbonica. Per essere considerati puliti l’idrogeno deve essere prodotto con elettrolisi dell’acqua per separarlo dall’ossigeno utilizzando solo energia rinnovabile. La Ue ha invece bocciato (si spera solo per ora) i biocarburanti ritenendoli non a impatto zero sul fronte delle emissioni. Un’opinione combattuta dai produttori di bio-fuel secondo i quali le auto a biocarburanti e ibride emettono la stessa CO2 delle elettriche se si considera l’intero ciclo di vita. Perché poi è lì che dobbiamo andare a parare. Considerare l’intero ciclo di vita. Perché se avere vetture ad emissioni zero in Europa, significa spostare l’inquinamento (centrali a carbone) altrove infischiandosene della sostenibilità (vedi il consumo di acqua nelle miniere dove si estrae il litio), capirete che il tutto non avrebbe senso. Vogliamo salvare il Pianeta pensando di spostare il problema un po’ più in là. Il problema del consumo di acqua impatta anche sulla produzione degli e-fuels: per ottenerne un litro sono necessari circa due litri di acqua con un prezzo al litro (oggi di 20 euro) che secondo vari studi arriverebbe comunque a 2,8 euro al litro, prima delle accise che in Italia sono particolarmente pesanti.

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