La rivoluzione francese dell’italiano De Meo

Le idee dell’uomo che ha reinventato la 500, ora salveranno Renault.“Diventeremo più moderni, più verdi, più tecnologici e sostenibili”

Luca De Meo, presidente e amministratore delegato di Renault dal 2020

Luca De Meo, presidente e amministratore delegato di Renault dal 2020

Resurrezione. Rinnovamento. Rivoluzione. Solo tre parole. Come la Rivoluzione Francese e le sue Liberté, Égalité, Fraternité.

Renault sta reinventando Renault”, racconta Luca De Meo il manager venuto dall’Italia che dal luglio scorso è presidente e amministratore delegato della Régie. L’ha chiamata Renaulution e rende l’idea. D’altra parte De Meo è un manager che ha sempre saputo comunicare. A Torino ancora ricordano la notte magica della rinascita della Nuova 500. Era il 4 luglio del 2007. “Non dimenticherò mai quella sera. La gente ci salutava per strada, batteva le mani a Marchionne, era felice. La Fiat era ripartita”, ha raccontato qualche anno fa al Corriere della Sera. Dopo aver fatto rinascere la 500, esser entrato nel board di Audi, esser stato presidente di Seat, da poco meno di un anno è il numero uno di Renault, la casa dove aveva cominciato la sua avventura nell’automotive dopo essersi laureato in Bocconi. È un cervello italiano in fuga all’estero. Un errore di valutazione o meglio l’eredità della gelosia eccessiva di Sergio Marchionne che lo indusse ad accettare la corte dei tedeschi. Dal 2004 al 2009 era stato uno degli uomini di punta dei cosiddetti Marchionne’s boys incaricati di ricostruire Fiat dopo la morte di Umberto Agnelli. A 37 anni, dopo aver rianimato Lancia, inventandosi Ypsilon e Musa, Marchionne gli affidò la responsabilità del marketing di Fiat. Sono gli anni della Grande Punto, del suv Sedici, della Bravo. La colonna sonora la porta Vasco Rossi, il testimonial del lancio è Fiorello. Sono gli anni della presidenza Montezemolo, di Marchionne amministratore delegato e di Luca De Meo a inventarsi il lancio della 500 della rinascita, quella in cui solo Lapo aveva creduto. 

Oggi De Meo ci riprova a Parigi dove Renault ha un sacco di auto icone da cui ripartire. Ha cominciato con la R5. Non chiamatelo retro Design, ma proprio reinventare un’icona di stile. “La fase “Resurrezione”, che continuerà fino al 2023, si concentrerà sulla ripresa del margine e sulla generazione di liquidità. La fase “Rinnovamento”, che proseguirà fino al 2025, vedrà il rinnovamento e l’arricchimento della gamma, contribuendo alla redditività delle marche. La fase “Rivoluzione”, che avrà inizio nel 2025, farà evolvere il modello economico del Gruppo verso la tecnologia, l’energia e la mobilità, facendo del Gruppo Renault un precursore nella catena del valore della nuova mobilità”. L’ha chiamata la Nouvelle Vague e l’ha abbinata anche a un nuovo logo, una losanga aperta, un simbolo di quello che Renault vuole diventare aprendosi al mondo. Porterà a una mobilità elettrica, high tech e sostenibile. “La Nouvelle Vague intende trasformare Renault in una Marca di tecnologia, servizi ed energia pulita, proponendo veicoli da vivere più connessi e soluzioni di mobilità più sostenibili. Tutto ciò rientra nel DNA della Marca, che ha attraversato il XX secolo evolvendo in ogni epoca, proponendo veicoli innovativi e profondamente moderni. Nel 2021, più che mai, Renault risponde alle attese di una mobilità responsabile, decarbonizzata, sicura e in evoluzione, in linea con le esigenze degli utenti. Siamo un passo avanti nella transizione energetica ed entro il 2050 vogliamo diventare carbon neutral”. De Meo non indossa il maglione come Sergio Marchionne, ma un elegante abito di sartoria con cravatta e pochette. Parla chiaro in francese, inglese, italiano. Dialoga con i partner dell’Alleanza Nissan e Mitsubishi, rilancia il marchio Alpine affidandole l’avventura in Formula 1. “Il piano Renaulution – ha spiegato – consiste nell’orientare tutta l’azienda facendola passare dalla ripresa dei volumi al valore. Più che di una ripresa, si tratta di una profonda trasformazione del nostro business model. Renault sarà, dal 2030, la marca più “verde” d’Europa, con 9 veicoli venduti su 10 elettrificati – promette -. Entro il 2025 saranno lanciati 7 modelli nei segmenti C/D, tutti elettrificati. Arkana segna l’inizio di questa offensiva. A breve arriverà la futura Mégane E-Tech Electric, che incarna appieno la nostra prossima generazione di veicoli connessi e al 100% elettrici. Infine, la tecnologia ibrida E-Tech continuerà ad evolvere per offrire la massima efficienza e “fun to drive” alle prossime generazioni di veicoli dei segmenti C e D. Con Re-Factory, primo hub europeo di economia circolare, Renault passa ad un modello più sostenibile e più responsabile, rinnovando e riciclando fino a 120.000 veicoli all’anno (ivi compresi i veicoli elettrici). Circa l’80% dei materiali strategici riciclati saranno riutilizzati per nuove batterie. Entro il 2030, Renault sarà il costruttore automotive con la percentuale più elevata di materiali riciclati nei veicoli nuovi, a livello mondiale. Grazie alla “Software Republique” più di 2.000 ingegneri di 5 aziende leader nei rispettivi settori apporteranno le loro competenze a livello di cybersecurity, intelligenza artificiale, trattamento dei dati, software e microelettronica per proporre soluzioni di mobilità chiavi in mano per le città e i territori”… “Annunciare di fare solo elettriche è giusto se sei un costruttore di nicchia, ma non penso che tutti i cittadini europei saranno pronti a comprare elettriche entro il 2030. Bisognerebbe guardare cosa succede nel sud della Spagna o nel sud dell’Italia per capire che in alcuni luoghi non c’è infrastruttura di ricarica“. Concreto. Se guidi Renault non puoi parlare come Elon Musk. Ma le tue visioni possono essere comunque rivoluzionarie.

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