Aeroporti del futuro comincia una nuova era

La trasformazione delle aerostazioni in hub energetici A Roma Fiumicino previsto un parco solare fotovoltaico da 30 MWp Già effettuato il primo test sui voli verticali con droni elettrici.

Maggio 2023. La Francia vieta ufficialmente i voli nazionali a corto raggio se esiste un collegamento ferroviario tra due destinazioni che richieda meno di 2h30 di viaggio. Domenica 14 maggio, alcuni attivisti climatici sono fermati e identificati dalla polizia nel parcheggio dell’aeroporto di Torino Caselle. Martedì 23 maggio, gli ecologisti bloccano il traffico aereo di Ginevra. I viaggi aerei sono tra le principali fonti di emissioni, contribuendo al cambiamento climatico globale e all’inquinamento atmosferico con il 5% di quelle totali. Intanto il traffico aereo ha ripreso a crescere intorno ai volumi del 2019. Tuttavia qualcosa sta cambiando nei piani di sviluppo delle compagnie aeree e, soprattutto, dei grandi aeroporti. La disponibilità di carburante green (noto come SAF, sustainable aviation fuel) sta via via aumentando, anche se c’è ancora molta strada da fare. L’industria aeronautica si interroga inoltre sui motori a trazione elettrica. Sul fronte aeroportuale, invece, una spinta arriva dalle società di gestione che hanno la possibilità e i mezzi finanziari per sostenere la transizione energetica del settore. Anche le recenti interpretazioni della tassonomia Ue, che ha catalogato come “eleggibili” attività aeroportuali fino a poco tempo fa escluse (come ad esempio la costruzione di nuovi terminal usando materiale di riciclo) sta portando il mondo della finanza a supportare gli investimenti per la conversione degli aeroporti in hub sempre più rispettosi dell’ambiente. Maggio 2030. Una volta tanto l’Italia fa parte di questo processo virtuoso. Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Nizza, Cannes e Saint-Tropez, i 5 aeroporti controllati da Mundys (già Atlantia S.p.A.) festeggiano il raggiungimento dell’obiettivo “Carbon Neutral/Net Zero Emissions”, che significa emissioni totali nette pari a zero, in quanto i gas serra prodotti sono bilanciati dalla rimozione di CO2 e/o da azioni che compensano i gas climalteranti emessi. Finalmente un cambio di paradigma e, da semplici accentratori di viaggiatori, gli aeroporti diventano veri e propri hub energetici, ecosistemi che pongono la produzione di energia rinnovabile al centro delle proprie operazioni, per decarbonizzare tutte le attività aeroportuali e quelle nelle loro vicinanze. Da utilizzatori passivi a generatori verdi e a disposizione di intere comunità energivore. Oggi, l’industria aeronautica deve affrontare una sfida formidabile: limitare il suo impatto sul clima, a fronte della continua crescita di passeggeri e merci. L’idrogeno liquido è uno dei carburanti alternativi sotto la lente di ingrandimento, in quanto non produce CO2 durante la combustione, ma, secondo uno studio dell’organizzazione Transport & Environment, i primi aerei alimentati a idrogeno decolleranno solo nel 2035. E nell’attesa? L’Italia, con Mundys sarà alla guida del processo globale di decarbonizzazione degli aeroporti, che non sono più visti, solo, come strutture per l’atterraggio e il decollo degli aerei, ma hanno un ruolo chiave di integrazione da svolgere: sono poli economici, dove si stabiliscono le imprese, dove prospera l’economia e dove vivono le persone. Il loro sviluppo come hubs energetici potrebbe sostenere opportunità di crescita economica e diversificazione, creazione di posti di lavoro verdi, industrializzazione e opportunità educative intorno a questi settori di energia verde. Gli aeroporti possono anche aiutare le piccole e medie imprese e i siti industriali nelle loro vicinanze a decarbonizzarsi, poiché queste società farebbero probabilmente fatica a finanziare da sole una transizione all’idrogeno o a una tecnologia equivalente, ma, con un aeroporto come capofila, altri potrebbero cogliere l’opportunità. “Airports of Tomorrow” (AoT) è l’iniziativa del World Economic Forum e di Airport Council International a cui aderiscono alcuni tra i principali aeroporti intercontinentali, tra i quali Aeroporti di Roma, Aéroports de la Côte d’Azur, London Heathrow, Dubai, Hong Kong, Dallas Fort Worth e il cui scopo è individuare soluzioni industriali e forme di finanziamento ibrido che accelerino la transizione green degli aeroporti, fino all’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Essa ha una visione olistica dei requisiti per la transizione energetica, tra cui l’idrogeno e la propulsione elettrica a batteria, l’elettrificazione dei servizi aeroportuali, l’aumento dei biocarburanti e dei SAF (Sustainable Aviation Fuel) sintetici e le innovazioni nella mobilità. AoT si struttura su alcuni pilastri fondamentali, come l’anticipazione delle necessità infrastrutturali degli scali, reinterpretandole in una chiave green; la creazione di strumenti di finanziamento solidi; la promozione di innovazioni tecnologiche per la sostenibilità. Mundys guiderà “Financing the AoT”, il pilastro portante, assegnatole dal WEF in virtù dei risultati raggiunti nella gestione e nello sviluppo delle infrastrutture e delle pratiche di finanza sostenibili. La strategia AoT di investimenti auto-finanziati e di modernizzazione dei processi e delle infrastrutture include la realizzazione di impianti fotovoltaici per l’alimentazione energetica degli scali. Già Il progetto PIONEER di Aeroporti di Roma, basato su accordi siglati nel 2021, prevede la progettazione, la costruzione, l’avviamento e il funzionamento di un sistema composto da batterie di seconda mano, provenienti dal settore automobilistico, per lo stoccaggio dell’energia in eccesso prodotta da un impianto solare fotovoltaico da 30 MWp, situato presso l’Aeroporto di Roma Fiumicino. Come confermato da Katia Riva, Chief Sustainability & Innovation Officer di Mundys, “Si prevede di installare un parco solare fotovoltaico di 60 MWp all’interno dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci” e sarà il più grande campo solare fotovoltaico presente nelle infrastrutture aeroportuali di tutta Europa. E’ prevista inoltre l’installazione di colonnine elettriche per la ricarica di mezzi aeroportuali e delle vetture dei passeggeri, che saranno alimentate grazie all’energia prodotta direttamente dal campo fotovoltaico, insieme a innovativi impianti di accumulo. L’innovazione del progetto PIONEER consiste nell’integrazione di batterie di seconda mano in uno stesso sistema comune di alimentazione per diversi servizi (dallo stoccaggio dell’energia prodotta tramite fotovoltaico, all’alimentazione dei servizi ausiliari aeroportuali, dei veicoli dei viaggiatori che saranno incentivati nell’utilizzo di auto elettriche, degli stessi mezzi di trasporto interni al sito, degli impianti di raffrescamento/riscaldamento, etc.). Il sistema sarà concepito per essere modulare, in dimensioni, tensioni, capacità e marche delle batterie, di provenienza da tre distinti produttori di automobili, al fine di ridurre il rischio di reperimento. ADR investe molto anche nell’approvvigionamento e nello stoccaggio di SAF, “per una disponibilità in maggiori quantitativi e a costi più bassi, che eviti l’impatto economico sui passeggeri”, un triplice obiettivo, sociale-ambientale-economico che emerge dalle parole di Riva ed essenziale per Mundys, che mira a supportare l’aumento della capacità produttiva di SAF entro il 2030. L’hub intercontinentale di Roma Fiumicino è stato il primo scalo italiano a mettere a disposizione dei vettori questo carburante liquido, che riduce per oltre il 90% le emissioni di gas serra rispetto al carburante fossile convenzionale. Può essere prodotto da una serie di fonti, inclusi oli usati e grassi, rifiuti verdi e urbani e colture non alimentari, oppure sinteticamente tramite un processo che cattura il carbonio direttamente dall’aria. È “sostenibile”, perché la materia prima grezza non è in competizione con le colture alimentari o le riserve idriche, né è responsabile del degrado forestale, e ricicla la CO2 che è stata assorbita in precedenza dalla stessa biomassa. Una particolare attenzione è data anche alle strategie per la mobilità sostenibile, da e verso gli aeroporti. Realizzazione di piste ciclabili nei dintorni del sedime aeroportuale. Incentivi all’intermodalità treno/aereo e sviluppo di una Urban Air Mobility attraverso la creazione di un vertiporto per droni elettrici in grado di collegare gli scali con il centro città. “Il tempo stimato per il collegamento sarà di circa 20 minuti. Il primo volo di test con i droni elettrici si è svolto l’autunno scorso a Roma, uno dei primi due siti al mondo che offriranno questo servizio, a partire dal 2024.” L’Aeroporto di Domani non sarà più un sito di transizione a impatto negativo sul bilancio di sostenibilità, ma, al contrario, una risorsa per la mobilità, per l’economia e anche per l’ambiente.

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