Fuga dall’auto elettrica in Italia costa troppo

Il mercato Bev cala. Federmotorizzazione: “Elettriche troppo care” Ma Stellantis, spinta dalla 500, punta a diventare la prima in Europa

L’auto elettrica rallenta. In Italia tra gennaio e luglio ne sono state vendute 6.796 in meno dello scorso anno. Un dato confermato anche se aggiungiamo i dati relativi alle vetture ibride che fanno segnare il 10,9% in meno scendendo da 79.883 a 71.168. E’ vero che tutto il mercato continua a essere in picchiata, ma nessuna alimentazione a luglio è calata quanto le BEV, le auto solo elettriche. Colpa degli incentivi pazzi del nostro Governo, ma anche dei costi delle auto elettriche. Due fattori che uniti all’eterno problema delle infrastrutture carenti non aiutano. Viaggiando in autostrada quest’estate avrete incontrato anche voi decine di Tesla con targa olandese, tedesca, svizzera o austriaca. Sono tanti i turisti stranieri che si azzardando a venire in vacanza in Italia confidando sull’alimentazione elettrica. Ai confini trovano decine di supercharger tutti belli allineati uno di fianco all’altro, occupati generalmente al 30 per cento delle loro capacità, poi devono cominciare a pregare perché sulle autostrade italiane le ricariche sono ancora merce rarissima. Le infrastrutture si adegueranno continuano a raccontarci. Sì va bene, ma intanto quando provo un’auto elettrica e vado oltre i 300 chilometri comincio davvero a viaggiare con l’ansia accomodata sul sedile del passeggero.

Ma il problema non è solo quello della ricarica. Il calo del desiderio di auto elettrica è probabilmente dovuto al prezzo che ancora è troppo alto, soprattutto in assenza di incentivi. L’elettrico puro (Bev) segna un rossissimo -29 per cento a luglio e un altrettanto pesante -19 per cento nei primi sette mesi dell’anno. Secondo Simonpaolo Buongiardino Presidente Feder motorizzazione Confcommercio le ragioni sono chiare. È tutta una questione di costi: “Il cittadino medio italiano, oltre alle incertezze legate all’autonomia dei veicoli e alle infrastrutture carenti, non acquista auto elettriche perché non se le può permettere – afferma – i decisori politici, finalmente, devono farsi interpreti dei cittadini e adottare linee adatte al nostro Paese, puntando con decisione allo svecchiamento del parco più inquinante, anche attraverso le motorizzazioni tradizionali di ultima generazione, piuttosto che insistere su un obiettivo irraggiungibile di una transizione elettrica accelerata”.

“Non è possibile inseguire”, conclude Buongiardino, “gli obiettivi temporali dei Paesi del Nord Europa che hanno, mediamente, il 60% di reddito più alto e possono permettersi, come vettura elettrica più venduta, una Tesla che costa tra 60.000 e 80.000 euro”. L’Italia, con un reddito netto medio annuo dei lavoratori poco oltre i 20.000 euro, non riesce a supportare la crescita delle motorizzazioni elettriche. Al riguardo, il nostro Paese si trova sullo stesso livello della Spagna che ha più o meno le stesse quote di mercato Bev (Italia 3,6 per cento Spagna 3,5 per cento), con un reddito medio inferiore del 15 per cento. La Francia è ben più alta (12 per cento) nella quota di auto 100 per cento elettriche, poiché dispone di una quantità di energia elettrica prodotta dal nucleare a un costo ben più basso e, quindi, con una prospettiva di continuità di rifornimento coerente. Il reddito medio pro-capite, inoltre, è del 20 per cento più alto rispetto a quello italiano. Se guardiamo poi alla Germania, il reddito è addirittura del 50 per cento superiore al nostro, mentre la quota di mercato Bev è pari al 14,5 per cento; i paesi del Nord Europa (eccezion fatta per il Lussemburgo che vanta un reddito 4 volte superiore all’Italia) mediamente superano del 60 per cento il reddito medio italiano. E qui la quota di Bev raggiunge anche il 70 per cento. L’analisi di Feder motorizzazione Confcommercio che mette a confronto redditi e quote di mercato Bev nei principali paesi europei racconta una storia abbastanza semplice. Più si alza il reddito dei consumatori, più cresce la loro voglia di auto elettrica. In Italia oltre ad avere un reddito più basso dobbiamo fare i conti con gli incentivi a singhiozzo che non aiutano. “Nel primo semestre 2022 il 51 per cento delle vetture a bassissime e basse emissioni fino a 60 g/Km, sono state acquistate da noleggiatori, enti e società, canali che coprono il 32% del mercato totale delle auto: una prova evidente che l’inclusione delle persone giuridiche fra i beneficiari degli incentivi è indispensabile per rilanciare in maniera ampia ed efficace la transizione energetica in atto – commenta il rieletto presidente dell’Unrae Michele Crisci – In subordine è almeno necessario estendere gli incentivi ai privati che utilizzano il noleggio a lungo termine, una categoria di consumatori esclusa senza motivo, attuando nei loro confronti una discriminazione senza motivo, operata in base alla modalità di approvvigionamento della vettura”. Una tesi sottoscritta anche da Paolo Scudieri, il presidente di Anfia: “Per stimolare la ripresa della domanda, dopo l’esaurimento delle risorse nella fascia 61-135 g/Km di CO2, sarebbe opportuno estendere la platea dei beneficiari anche alle partite Iva e al noleggio, ad oggi esclusi. Questi canali di vendita permetterebbero, infatti, di dare un importante contributo alla diffusione della mobilità elettrica (Bev ePhevV)”.

Il dato confortante per l’Italia è fornito dai numeri della nuova 500 elettrica che anche a luglio è stata l’auto elettrica più venduta confermando il trend dei primi mesi 2022 che la vedono come l’elettrica più venduta dell’anno davanti a Smart Fortwo e a Dacia Spring. La 500 è al terzo posto in Europa dove Stellantis punta a diventare numero uno nella vendita di auto elettriche. Nei primi sei mesi dell’anno Stellantis ha venduto 105.413 auto elettriche (molto bene anche Peugeot 208 e Opel Corsa-e) dietro al Gruppo Volkswagen (116.307) ma davanti a Tesla (78.277) secondo i dati forniti da Dataforce. La 500 è stata la BEV più venduta nell’Europa occidentale nel secondo trimestre, un primato che, stando agli analisti, dal 2020 era sempre andato ad un modello Tesla.

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