Il futuro delle città parte dal Maas. Tutta la mobilità a portata di un’app

Secondo le previsioni dell’ UN State of World Cities report, entro il 2050 il 70 per cento della popolazione mondiale vivrà in città. Pertanto, in futuro diventerà sempre più naturale rinunciare all’auto in favore di altri mezzi di trasporto. Ma quale potrebbe essere l’alternativa al possesso di un’auto? Mobility as a Service, o MaaS, un servizio che integra più modalità di trasporto, concentrandosi sulle preferenze degli utenti, consentendo un viaggio senza soluzione di continuità end-to-end dal punto A al punto B e creando opportunità commerciali redditizie per gli attori correlati. Esso, attualmente, è pensato come strutturato su tre livelli. Al primo stadio di base, MaaS fornisce informazioni sulle diverse opzioni e consente agli utenti di pianificare e pagare i propri viaggi. Questo livello può includere informazioni su percorsi, orari e tariffe per vari mezzi di trasporto. Al livello successivo, MaaS armonizza più modalità di trasporto in un unico viaggio, consentendo agli utenti di passare da una modalità all’altra, secondo necessità. La configurazione potrebbe comportare l’utilizzo di una combinazione di trasporto pubblico, ride-hailing e bike sharing per completare un itinerario. Il più alto grado di MaaS prevede sistemi di trasporto completamente integrati, in cui tutte le modalità sono perfettamente connesse e disponibili tramite un’unica piattaforma o app. L’ultimo livello potrebbe includere l’utilizzo di un unico sistema di pagamento e/o un singolo biglietto o abbonamento per accedere a diverse modalità di trasporto. I sistemi MaaS completamente integrati hanno il potenziale per fornire agli utenti un’esperienza di viaggio davvero semplice e conveniente, rendendo più facile ed economico muoversi per le città. Come funziona esattamente MaaS, perché è così rivoluzionario e come potrebbe cambiare il modo in cui ci sposteremo nelle aree urbane nei prossimi anni? Una tipica giornata lavorativa potrebbe essere così: ti alzi al quinto rinvio della sveglia, al decimo miagolio del gatto affamato, con quella sensazione di fastidio anche solo a dover pronunciare la parola “buongiorno” senza che siano passate due ore canoniche dal primo caffè, già troppo in ritardo per prendere l’autobus, sovraffollato e chiassoso, per andare in ufficio. Nessun problema, c’è un e-scooter che ti aspetta al primo angolo di strada, devi semplicemente attivarlo tramite la tua app, senza proferir parola né essere costretto a sorridere, e partire. Per un incontro dall’altra parte della città, prenoti, tramite la medesima app, un car-sharing e, per tornare a casa, alla fine della giornata, sulla stessa app, verifichi gli orari, ed eventuali ritardi o scioperi, per il viaggio in metropolitana, questa volta in modo rilassato sapendo che poco dopo il tuo arrivo ti sarà recapitata la cena. E per non farti trovare impreparato, durante il tragitto, prenoti, con l’applicazione MaaS, una e-cargo bike per la tua visita del fine settimana in un negozio di bricolage. Comunque, sai già che i tuoi acquisti rimarranno in un angolo della casa a fissarti per settimane. I vantaggi di MaaS, se ci si dà l’opportunità di cambiare radicalmente la nostra visione dei servizi di trasporto, sono molteplici, per l’utente, per l’ambiente e per la qualità della vita nelle città: elevata flessibilità; una panoramica completa sulle diverse forme di trasporto disponibili nell’area su un’unica piattaforma; una pianificazione precisa e completa dell’esperienza di viaggio; modalità di pagamento unificate anche con possibilità di abbonamenti flat; riduzione del numero di auto private nelle città, quindi di inquinamento atmosferico e acustico; minimizzazione degli ingorghi e riduzione di esigenze (e problemi) di parcheggio, quindi più spazio e grandi opportunità per rendere le città più verdi, più silenziose e più vivibili; migliore qualità della vita per tutti i residenti. Le ricadute non riguardano solo la sfera salutistica-ambientalistica, toccano anche l’economia stessa della città, soprattutto nel nostro bel Paese che sta per affrontare l’invasione dei turisti stranieri e anche il mescolamento entropico della popolazione residente nei ponti primaverili. Una migliore fornitura di trasporti è essenziale per un turismo intelligente e MaaS offre alternative interessanti, economiche e sostenibili per l’itinerario verso le attrazioni turistiche. Il viaggio è un componente primario nella valutazione dell’esperienza turistica. I visitatori cercano sempre informazioni aggiornate, per poter raggiungere ogni destinazione in modo sicuro, rapido ed economico. Il 74,9 per cento degli europei utilizza abitualmente l’applicazione “Mappe”, soprattutto se si trova in una città sconosciuta. Inoltre, circa il 30 per cento di loro utilizza applicazioni di trasporto pubblico, mentre il 20,7 per cento delle persone si appoggia ad applicazioni per il parcheggio. Con questo scenario di base, MaaS risulta essere estremamente interessante anche per la promozione di una città. In Europa, lo stato che ha fatto più passi in avanti verso il concetto di mobilità come servizio è la Finlandia. In Italia, la città che più di tutte ha creduto nella mobilità condivisa e sostenibile è Milano. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vi dedica una parte degli investimenti (per un totale di 40 milioni di euro, più 16,9 milioni aggiuntivi stanziati dal Fondo Complementare), per i quali il Dipartimento per la trasformazione digitale (DTD) è soggetto attuatore, con il supporto del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Il progetto “Mobility as a Service for Italy” prevede tre fasi principali. Una prima fase consiste nel finanziamento della sperimentazione in città metropolitane tecnologicamente avanzate, definite città “pilota”, che sono Milano, Napoli e Roma. Nella seconda fase, l’iniziativa è stata estesa ad altri tre comuni capoluogo di città metropolitane, Bari, Firenze e Torino. Torino e Milano sono state prescelte, anche, per la realizzazione di Living Lab incentrati sulla “Cooperative, connected and automated mobility”, laboratori urbani in cui sperimentare, in condizioni reali, innovazioni e tecnologie emergenti nel settore della mobilità e del trasporto pubblico, in co-creazione con gli utenti. Infine, la terza fase del progetto prevede una successiva selezione di sette territori, in un approccio multi-territoriale finalizzato ad assicurare la continuità dell’esperienza di viaggio tra città, territori e regioni diverse. A proposito di territori differenti, anche per peculiarità e caratteristiche geosociali, che nell’epoca post-Covid sono diventati una vera calamita anche per i più affezionati ai lidi salmastri, il turismo rappresenta un pilastro chiave dell’economia della montagna, cluster per cui l’Italia è leader in Europa. Secondo la classificazione territoriale europea di Eurostat, l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea per PIL realizzato in province montane, territori in cui almeno metà della superficie e/o della popolazione è in aree montane. Nell’economia della montagna, a fronte del 47,8 per cento della popolazione nazionale, nel 2021 si è concentrato il 51,1 per cento delle presenze turistiche totali ed il 50,7 per cento delle presenze turistiche straniere. Per questi territori, la mobilità rappresenta una sfida per due motivi: si tratta di consentire l’accesso a zone turistiche modeste, così come a siti più emblematici e, allo stesso tempo, preservare alcune aree minacciate dal sovraffollamento, sia dal punto di vista ambientale, sia per l’esperienza turistica dei visitatori, e degradate dall’afflusso o dalla gestione degli accessi con mezzi privati. In questi contesti “fragili”, servizi di mobilità alternativi all’auto privata, pensati sotto forma di un ventaglio di possibilità coordinate, con attrezzature e sviluppi territoriali ad hoc, come servizi sia per i turisti che per i residenti, durante tutto l’anno, rappresenterebbero un’attrattiva ulteriore all’interno di un’offerta globale destinata ai villeggianti. Anzi, si potrebbe persino pensare al trasporto alternativo all’automobile individuale come un’attività turistica a sé stante, ad esempio quando si tratta di limitare o addirittura vietare l’accesso a determinati siti in auto, trasformando il percorso di avvicinamento, a piedi o in bicicletta, in una vera e propria esperienza turistica. Un modo intelligente per conciliare dinamismo locale, sostenibilità ambientale e gestione dei flussi.

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