Il rinascimento Lancia parte dal lusso italiano

Napolitano: “Non più solo Ypsilon, ma anche ammiraglie elettriche. Puntiamo su innovazione, design senza tempo e belle macchine”

Luca Napolitano, Ceo Lancia

Luca Napolitano, Ceo Lancia

La nuova vita della Lancia riparte da una storia lunga 115 anni. Ritorna al passato per viaggiare nel futuro e diventare completamente elettrica come impongono, con fin troppa fretta, i tempi moderni. Aggrappata alla Ypsilon che negli ultimi 35 anni ha venduto più di tre milioni di unità, di cui oltre 40 mila nella versione Hybrid in questi primi sette mesi del 2021, Lancia sta ripartendo alla scoperta di territori che le sono sempre appartenuti, ma non aveva più potuto frequentare. Innovazione, design senza tempo e l’infinito pedigree sportivo sono i tre tasselli da cui ripartire per un nuovo rinascimento italiano. 

Carlos Tavares, il ceo del Gruppo Stellantis, ha individuato per Lancia la strada del lusso e ha affidato il brand a Luca Napolitano da 21 anni in Fiat/Fca. “Stiamo facendo sul serio, per diventare un brand che sia rispettato nel segmento dei marchi premium – racconta a il Foglio Mobilità -. Stiamo pensando al futuro, al futuro di una nuova Lancia e lo stiamo facendo tutti insieme, un passo dopo l’altro. Mi piace parlare di rinascita, perché questo è un nuovo inizio, un nuovo rinascimento all’insegna dell’eccellenza italiana. Rinasciamo, partendo da ciò che sappiamo fare meglio: dalla Ypsilon e introducendo una nuova gamma; dall’Italia e muovendoci fuori dall’Italia. Nuova Lancia, nuova gamma, nuovi mercati: questa è la sintesi della nostra strategia futura”.

Nuovo è la parola più gettonata da Napolitano. Nuova è la gamma. Nuovi sono i clienti. Nuovi saranno i mercati. “La nuova Lancia offrirà una nuova gamma che si rifà a quanto abbiamo fatto da sempre e che ci viene riconosciuto in tutto il mondo. Oltre alle city car con la nuova Ypsilon, ci saranno le medie- compatte e le ammiraglie. A queste sicuramente dovrei aggiungere le vetture di nicchia e quelle da rally, ma per ora le teniamo da parte. La nuova Lancia parlerà ad un nuovo cliente che continuerà a vivere nelle aree metropolitane, ma sarà più giovane, più “gender free”: un cliente che non accetta lo status quo, dinamico e molto innovativo. E la nuova Lancia avrà nuovi mercati di sbocco, fuori dall’Italia, farà ricorso in modo significativo alle vendite on line, facendo sempre riferimento alla nostra rete distributiva, ma seguendo un approccio più moderno, in linea con le aspettative del mercato”. 

La nuova Lancia sarà elettrificata al 100% dal primo giorno, ogni nuova vettura della nuova gamma avrà una sua versione 100% elettrica e poi tra il 2026 e il 2030 diventerà full electric. “Le Lancia saranno delle vetture italiane, belle, innovative e tutte elettrificate. Lancia è un marchio che sente la responsabilità sociale di poter contribuire, per la sua parte, ad offrire un mondo migliore ai nostri figli e ai nostri nipoti. Un mondo migliore che grazie a Lancia sarà anche più elegante, “the most elegant way to protect the planet”, abbiamo dichiarato al mondo durante l’electrification day. Per Lancia il cammino verso la costruzione di un “mondo più pulito” è iniziato da tempo, esattamente 12 anni fa. Nel 2009 abbiamo introdotto il GPL, che venne chiamata “EcoChic”, intendendo che era 100% Eco e 100% Chic, poi nel 2013 siamo passati al metano e quindi lo scorso anno all’ibrido”. “Lancia è l’eleganza italiana senza tempo – racconta ancora Napolitano – Pura bellezza. Linee pulite e semplici. Le vetture Lancia sono nel cuore di tanti appassionati in tutto il mondo, hanno fatto la storia del design dell’automobile. Si tratta di vetture di grande confort a bordo, con rifiniture curatissime e materiali di pregio. Un’eleganza che incanta e che dura da più di 100 anni”. Parole che sembrano uscire da uno spot pubblicitario, quello in cui Lancia era un’auto che piace alla gente che piace.

Ha avuto un periodo in cui piaceva molto anche alla gente che correva (le mitiche Fulvia, Delta, Stratos), ma quello è un altro discorso. Napolitano per sei anni è stato il responsabile Fiat in Europa, ha lavorato per il lancio della nuova 500, un’icona diventata elettrica, ma anche ai numeri della Panda che se non ci fosse bisognerebbe inventarla: “Lavorare per il marchio Fiat mi ha insegnato a leggere il mercato, ad anticipare le esigenze, le abitudini, le motivazioni di acquisto e le aspirazioni dei clienti. Sei anni in cui ho davvero sperimentato di tutto in termini di leve di marketing disponibili: serie speciali, partnership, nuovi territori, il mondo digitale, ho imparato a fare tesoro della fedeltà dei nostri clienti, ad attaccare in fase di conquista, ho imparato a sfruttare al meglio il post vendita, ho imparato a lavorare insieme ai nostri concessionari per migliorare la qualità del rapporto con i nostri clienti. E poi a non mollare mai!! A lavorare in squadra, ad essere determinato e puntare in alto”. Lancia sfrutterà tutte le sinergie possibili con gli altri brand premium del gruppo (Alfa Romeo e DS), andrà a presidiare i principali mercati europei, là dove il mercato elettrico- elettrificato è in espansione.

Napolitano non ha paura di pestarsi i piedi con DS: “Loro hanno un’eleganza tutta francese, ricca e sofisticata, mentre per Lancia si tratta di un’eleganza italiana, semplice e pura. I clienti Lancia e DS cercano prodotti con caratteristiche diverse e su questo continueremo a lavorare, perché nella nostra unicità e diversificazione sta la forza di ogni singolo marchio di Stellantis. Lancia ha da sempre un forte legame con l’Italia, con il Paese della dolce vita. Lancia è un brand molto legato al territorio, alle tradizioni e alla nostra cultura, al design senza tempo. Pensiamo a vetture come la B24 di Vittorio Gassman nel film “Il Sorpasso”, forse una delle vetture più belle mai disegnate nella storia dell’auto, o la Flaminia del presidente della Repubblica. Si tratta di un tipo di eleganza molto spontanea, non strillata, “understated”, spesso con un tocco di eclettismo”.

È lì dove Lancia vuole tornare. Se pensiamo che pochi anni fa la davano per morta…

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