La cargo bike è diventata una moda. Larghe, pesanti, ma portano di tutto

In Italia si stimano consegne di circa 1.300 unità l’anno, ma con un potenziale cinque volte superiore. Il problema di questi modelli è il loro ingombro (e il peso), perché più difficilmente puoi sollevarle e portartele in casa.

E’ la negazione della bici, ed è la bici più di moda del momento. Si chiama Cargo Bike e non c’è dubbio che sarà, prima o poi, anche la tua bici. Larga, pesante, rinnega le qualità che hanno reso la bicicletta un mezzo di trasporto e svago straordinario (la leggerezza, la semplicità) ma, nel contempo, ne aumenta vertiginosamente le possibilità di utilizzo grazie a una capacità di carico senza pari né precedenti. La sua antenata può essere considerata la bici dei panettieri, che era in tubi extra large, spesso con la ruota davanti più piccola per consentire un grande portapacchi su cui caricare pesanti ceste di pane. Ma siamo negli anni Venti del Nuovo Secolo e dunque ciò che è pratico è anche di tendenza, così ecco che le nuove bici da carico sono belle al punto da attrarre non solo chi le utilizza per lavoro, come i rider (ma quelli professionisti, i più in forma, perché da guidare nel traffico non è semplicissima), ma anche le famiglie: la magia della cargo bike è che passa dalle consegne dell’ultimo miglio (di cui è o dovrebbe essere l’unica interprete, dal momento che è davvero a impatto zero) al trasporti di bambini, cani e qualsiasi altro oggetto personale pesante e voluminoso. All’ultima Eurobike di Francoforte, la fiera più importante per le due ruote a pedali (quella di quest’anno, la trentesima edizione, ha visto la presenza di oltre 1.500 aziende e attirato 60 mila visitatori, il doppio del 2021), per la cargo bike è stato un boom. Decine di nuovi modelli (a Eurobike erano presenti 50 marchi con modelli cargo), declinazioni, proposte, idee, per una bici che oggi si comincia a vedere sempre più spesso sulle strade, perfino quelle purtroppo ancora trafficatissime delle città italiane. Le vendite di cargo bike in Europa nel 2020 erano di 300 mila unità, ma nel 2021 si sono registrate grosse crescite, come quella della Francia in cui si sono venduti 50 mila esemplari (+350% sull’anno precedente), comunque la metà della Germania, che è il Paese nel quale le cargo si vendono di più. In Italia si stimano consegne di circa 1.300 unità l’anno, ma con un potenziale cinque volte superiore. Una crescita, come detto, trainata dalla logistica, ma anche dai privati e dalle famiglie, che trovano nelle cargo costi di acquisto e manutenzione molto bassi, la possibilità di accedere alle ZTL e alle piste ciclabili e nessun timore del parcheggio. Due ruote, tre, quattro: non c’è limite alla creatività, quando si parla di cargo bike. Possono avere una ruota davanti singola e due accoppiate al posteriore, o viceversa. L’importante è offrire spazio a bordo ed essere modulabili. La personalizzazione è infatti uno dei motivi del successo delle cargo bike: è possibile declinare lo stesso telaio a vari tipi di utilizzo, dal trasporto merci all’utilizzo personale. Ormai è una corsa a presentare i modelli più sorprendenti. Un boost alla diffusione delle cargo è stato senz’altro il motore elettrico, che le rende usabili da chiunque. Sono infatti più ingombranti e pesanti di una bici normale, e la spinta del motore consente un utilizzo facile e normale anche da chi non ha gambe muscolose e fiato. Per le città le migliori sono quelle a due ruote, che possono avere il piano di carico dietro il ciclista (definite longtail) o davanti (gli americani le chiamano bakfiets o Long John); in quest’ultimo caso, il carico sta tra il ciclista e la ruota anteriore, e la manovrabilità è un po’ più difficoltosa, almeno nel traffico. Le longtail, invece, nel comportamento assomigliano maggiormente a una bici convenzionale, ma sotto certi aspetti sono anche meno affascinanti. L’importante è che abbiano i freni a disco, perché il peso complessivo della bici più le merci e gli occupanti è elevato e i freni convenzionali non bastano più. A suggellarne il successo, l’attenzione che i grossi nomi, sia nel campo dei produttori di bici sia in quello delle spedizioni, stanno riservando alle cargo bike. Il colosso delle vendite online Amazon ha puntato su di loro: ha dichiarato che ridurrà del 50 per cento le emissioni di CO2 generate dalle sue consegne nel 2030 (azzerandole nel 2040), e che, parallelamente all’impiego di furgoni elettrici, adotterà le cargo bike a grande capienza per la distribuzione nei centri cittadini; la sperimentazione partirà da Londra, dove Amazon prevede di consegnare pedalando oltre un milioni di pacchi nel distretto di Hackney. Specialized ha presentato il progetto Globe, un’e-bike co ruote piccole e larghe e robusti sistemi di aggancio per le borse laterali (prime consegne a fine anno), mentre Decathlon ha già in vendita la sua cargo elettrica: si chiama Elops R500 Longtail, ha richiesto tre anni di studi e prove, è una e-cargo con telaio in alluminio e motore nel mozzo da 58 Nm per un’autonomia fino a 90 chilometri; ma, soprattutto, può sostenere fino a 90 chilogrammi di carico (170 totali escluso il peso della bici), grazie a una soluzione convincente: una ruota posteriore di diametro ridotto che consente l’impiego di un robusto portapacchi (80 chilogrammi), più un cestino anteriore per ulteriori 10 kg). Da Gazelle un’altra e-cargo: la Makki Load con cassone anteriore resistente agli urti, seggiolini sagomati e cinture di sicurezza, oltre alla possibilità di montare una capote antipioggia: perfetto per trasportare i figli a scuola o al parco. Il problema delle cargo bike è il loro ingombro (e peso), perché più difficilmente puoi sollevarle e portarle in casa o in ufficio, come si fa invece con una bici da corsa o una pieghevole, seppure elettrica. Serve dunque un luogo dove parcheggiarle la notte, un box, un locale condominiale. Le città del futuro, ovvero quelle del presente virate a impatto zero, sapranno offrire le soluzioni a questo problema, e allora sarà davvero boom per questa bici pratica, divertente, bella, che è, soprattutto ma anche sorprendentemente, la bici più alla moda del momento.

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