La guerra del telepedaggio

E’ scattato l’attacco di Unipol Move al Telepass. Lovati: “Ma il monopolio non è ancora crollato del tutto”

Siamo di fronte a una piccola rivoluzione nel mondo dei trasporti. La rottura di un monopolio. Nel 1989 nasceva in Italia il Telepass. Una società che oggi è al 51% di Atlantia e al 49% di un fondo svizzero. Telepass ha contraddistinto un sistema di riscossione del pedaggio autostradale con l’utilizzo di telepedaggio. In pratica in autostrada si passa dalle porte gialle senza doversi fermare a pagare dal casellante. L’importo viene poi automaticamente addebitato sul conto corrente. Inizialmente è stato installato sulla tratta tra Calenzano -Sesto Fiorentino e Firenze Nord in via sperimentale e poi da lì si è diffuso in tutta Italia. Ad oggi ci sono circa 7 milioni di apparati in circolazione per un totale di 2 milioni di transiti al giorno. Come funziona? Si tratta di un sistema RFID semi-attivo, ovvero dotato di alimentazione tramite batterie nell’unità di bordo. Quando si passa nei varchi il sistema risponde alla chiamata del dispositivo a terra e trasmette un segnale univoco che identifica il veicolo. E se non funziona? Ci pensa una telecamera a leggere la targa per poter risalire all’autore del transito. Il risultato? Si velocizza lo scorrimento riducendo la probabilità che si formino code. Insomma un sistema collaudato che non prevedeva alternative, almeno sino ad oggi. D’altra parte fino al 2019 non potevano esserci dato che è stata solo la normativa europea a dare la possibilità ai competitor di entrare sul mercato. Quest’anno è arrivata Unipol. Il funzionamento è analogo, il telepedaggio in questo caso si chiama Unipol Move. “In effetti è scorretto identificare con telepass un servizio che in realtà è di telepedaggio. D’altronde è comprensibile dato che per trent’anni c’è stato un monopolio” ci spiega Giacomo Lovati Direttore di Beyond Insurance in Unipol che è la prima compagnia italiana del ramo auto con il 25% di quote di mercato. “L’idea ci è venuta innanzitutto perché finalmente si è aperto un mercato. Abbiamo dieci milioni di clienti auto nel nostro portafoglio e volevamo arricchire la nostra offerta. Quest’idea è stata ulteriormente rafforzata dal fatto che disponiamo di reti di vendita che sono molto più capillari rispetto al nostro unico concorrente”. D’altra parte ad oggi i “punti blu” si sono ridotti terribilmente e trovare un‘ assistenza diventa sempre più difficile, chi lo usa lo sa bene. Parliamo di costi. “La nostra offerta -spiega Lovati- nasce dall’idea di renderlo accessibile a tutti perché crediamo che ad oggi ci sia stata una distribuzione nettamente inferiore rispetto alle possibilità. Il nostro obiettivo è quello di allargare questo mercato per andare a prendere quanti più automobilisti possibili. L’accessibilità sia dell’aspetto economico che della rete è fondamentale. Il nostro apparato prevede un abbonamento di un euro al mese e in questa fase di lancio regaliamo sei mesi ai nostri clienti”. In pratica costa la metà rispetto ai 2 euro-mese di Telepass. Si può comprare anche on line? “Certo – Continua Lovati- attraverso il sito www.unipolmove.it o l’app unipolmove oppure recandosi in una delle nostre 2.500 agenzie. A breve sarà disponibile anche in tutte le principali reti bancarie. Abbiamo cominciato la vendita il sette di marzo e ad oggi siamo vicini ai 300.000 dispositivi di cui un terzo circa sono clienti telepass”. Quindi un mercato al 70% di conquista. Annoso problema del telepedaggio riguarda i motocicli. “In realtà si tratta di un monopolio -conclude Lovati- che tarda a crollare del tutto. Telepass offre il 30% di sconto ai motociclisti e noi non lo possiamo fare perché le concessionarie non ce lo permettono. Una vera asimmetria di mercato che non rende ancora completa la libera concorrenza. Speriamo che ce lo permettano entro la fine dell’anno. Se vogliamo dirla tutta non siamo neppure ancora abilitati a transitare sulle autostrade siciliane. Ci auguriamo che il percorso sia rapido”. Che ci pensi l’antitrust! Va detto che Telepass ha investito più in offerte e pubblicità negli ultimi 4 mesi che in trent’anni di storia. La concorrenza fa sempre bene.
m.a.c.

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