Le mille doti di Alcantara hanno conquistato l’auto

Il materiale inventato in Giappone nel 1970 ora è prodotto in ItaliaE’ un tessuto non tessuto adattissimo per i rivestimenti interni“Quando lo vedi su un oggetto, nel 90 per cento dei casi viene voglia di toccarlo”.

A precorrere i tempi fu la Fiat, che nel 1983 presentò un’elegantissima Lancia Thema con i sedili in Alcantara. Se siete appassionati di automobili, sicuramente ricorderete la Lancia Prisma dell’avvocato Agnelli, costruita in soli 2 esemplari, di cui uno distrutto in una sessione di prove dall’Ing. Pianta, grandissimo pilota torinese. Capace di sviluppare 200 CV, era dotata delle finiture preferite dall’Avvocato: pelle Connolly e Alcantara grigia. Da allora, Alcantara ha instaurato partnerships con tutti i marchi di auto del mondo. Il materiale, inventato nel 1970 dallo scienziato giapponese Miyoshi Okamoto per il gigante chimico Toray, sollevò subito l’interesse dell’Azienda Nazionale di Idrogenazione Combustibili, che instaurò una joint venture con la Toray per utilizzare il brevetto e produrre il composito. Da questo legame nacque Antor, che poi diventò Igantor, e, nel 1981, Alcantara SpA. “Al qantara” è una parola araba che significa “il ponte”, a simboleggiare l’elemento di unione tra le due culture, Giapponese ed Italiana, in una comune strategia imprenditoriale. Da oltre 50 anni, a Nera Montoro (TR), si trova ancora l’unico stabilimento dove viene concepito e prodotto questo materiale composito, comprendente uno strato di tessuto-non-tessuto microfibroso scamosciato, accoppiato ad un tessuto in fibra polimerica, avente prestazioni meccaniche che lo rendono estremamente adatto per il rivestimento di interni di autovetture, quali l’imperiale, o la cappelliera, o i montanti. È particolarmente indicato per macchine di grandi dimensioni, perché, a differenza della pelle naturale, è perfettamente ripetibile. Elasticità, flessibilità e formatura sono in esso superiori rispetto qualunque altro materiale sul mercato. Idrorepellente, ignifugo, traspirante, facile da pulire, durevole, leggero, aderente al corpo del guidatore, anche con le accelerazioni laterali nelle curve ad alta velocità, grazie al suo grip estremo, è un alleato affidabile nelle auto sportive. “Memorizza” l’interazione tattile e il suo aspetto dipende dall’ultima direzione in cui è stata spazzolata la sua superficie. Riprendendo le parole del Presidente di Alcantara, Andrea Boragno “è provato che, di fronte a un pezzo in Alcantara, il consumatore lo tocchi. È la prima cosa che fa nel 90% dei casi.” La divisione Complex Manufacturing è un reparto in grado di sviluppare personalizzazioni estreme, combinando tecnologie complesse, per fornire, anche, il particolare finito, pronto per la sellatura. Attualmente vi operano circa 30 persone, ma entro la fine dell’anno dovrebbero crescere oltre 40, grazie alla fortissima spinta data dalla sempre più pressante richiesta di caratterizzazione da parte del settore automotive, a cui l’azienda si rivolge offrendo un prodotto al contempo funzionale ed emozionale. Da sempre Alcantara precorre i tempi e allunga le distanze rispetto ai concorrenti, con una decisa visione prospettica, imprenditoriale ma anche etica, ad esempio, col programma “dalla culla alla tomba” e la certificazione “carbon neutral”, ottenuta già nel 2009 con bilancio di massa, come prima azienda italiana e una delle prime aziende al mondo. Ogni anno vengono misurate e certificate le emissioni di gas ad effetto serra attribuibili alle attività aziendali e al prodotto, introducendo azioni per la loro riduzione e bilanciando le emissioni residue attraverso progetti di compensazione certificati e verificati, volti a diffondere l’utilizzo di energie rinnovabili nelle aree più povere e disagiate del pianeta. Un’ottica pionieristica, che si riflette nella consapevolezza che ogni singola azione generi una traccia, che può avere un impatto significativo sulla vita di tutti e proiettare i propri effetti a lungo termine. La sostenibilità ambientale, valore fondamentale, profondamente radicato nella cultura aziendale, rappresenta un importante motore di crescita e uno stimolo allo sviluppo della strategia di business, attraverso l’offerta di una nuova linea di prodotti, derivante da poliestere riciclato post-consumo certificato. Guidare l’innovazione tecnologica, perseguendo l’eccellenza nei processi industriali e anche nell’artigianalità, esaltando l’unicità esperienziale di un comfort inimitabile, sempre con la consapevolezza dell’impronta che ogni azione lascia a livello ambientale, non solo è scritto nel DNA di Alcantara, ma è anche un pilastro di quel “quantara”, ponte, che ancora crea connessioni sinergiche, che, recentemente, si sono concretizzate nella prima 4 porte e 4 sedili della storia della Ferrari: Purosangue, la prima auto al mondo ad utilizzare una versione speciale di Alcantara in cui il 68% della composizione, quello costituito da poliestere, è riciclato post-consumo, con certificazione di Recycled Claim Standard (RCS) dalla fonte al prodotto finale. Purosangue è un’espressione d’arte in movimento, in grado di associare prestazioni da supercar a 4 posti comodi, avvolgenti, confortevoli, che, con un doppio infotainment, trasformano l’abitacolo in un vero salotto. Le peculiarità tecniche uniche di Alcantara, fuse in una connessione emozionale con l’utente finale, parlano infiniti linguaggi, tra i quali, appunto, quello dell’arte, come dimostrato, ad esempio, con l’Alfa Romeo Giulia Grand Tour nel 2019, che aveva il compito di trasmettere elementi della cultura italiana, attraverso il rivestimento del cielo in Alcantara con la riproduzione dell’affresco “Apollo circondato dallo Zodiaco”, il cui originale si trova all’interno del Castello di Bracciano. “Visioni Tattili – Arte e Materia” è la recente mostra che IULM ha dedicato proprio ad Alcantara, come simbolo di innovazione e versatilità nel mondo del design e dell’industria, mentre un’installazione alla Biennale di Venezia, in co-produzione con il MAXXI, dal 19 maggio presenta al mondo le potenzialità del materiale contenente poliestere riciclato che, al termine della mostra, sarà completamente rigenerato per poter essere riutilizzato.

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