L’Interporto di Prato, mette in strada una prova di futuro

Quotidianamente vi accedono 2.500 Tir e 700 furgoni. Attrezzato con colonnine fast charge e presto con l’idrogeno

In questo periodo è assolutamente comune sentir parlare, a volte sino al fastidio, di transizione ecologica e digitalizzazione. Spesso sono discorsi senza un reale costrutto. Ci sono però alcune rilevanti eccezioni, che, viceversa, rendono questi termini così abusati fatti reali e concreti. E’ quello che sta accadendo, ad esempio, all’Interporto della Toscana Centrale, a Prato dove il management guidato dal presidente Francesco Querci e dall’Innovation Senior Partner Roberto Maldacea hanno messo a segno un processo di innovazione nel mondo della logistica davvero esemplare e, soprattutto, già operativo in molte delle proprie strategie. 

La struttura toscana occupa 780 mila metri quadri e si trova a poche centinaia di metri dalla Stazione Centrale di Prato, fatto rilevante per le consegne dell’ultimo miglio diventate così frequenti col dilagare dell’E-commerce. Questo interporto vive 24 ore al giorno sette giorni su sette 365 giorni all’anno. Quotidianamente vi accedono non meno di 2.500 TIR, circa 700 fra furgoni e vetture e un gran numero di convogli ferroviari con ben 11 linee collegate.

Il progetto Interporto 4.0 prevede un intervento massiccio di tutte le principali nuove tecnologie sfruttando, fra l’altro, il notevole vantaggio offerto dalla tecnologia 5G che vede proprio Prato fra le città scelte per la sperimentazione favorendo così tutte le applicazioni digitali. Fra i partner d’eccellenza del progetto troviamo infatti TIM che garantisce un flusso rapidissimo del grande volume di dati che ogni momento vengono processati dalla centrale operativa dell’interporto e li arricchisce di inedite e preziose funzioni, così come Cisco che ha messo a punto, oltre ai sistemi di protezione dei dati anche una procedura che, sfruttando nuovi sensori e il circuito di telecamere della struttura, identifica non solo ciascun mezzo che entra ed esce dall’interporto ma riconosce persino ogni autista e ottimizza il traffico interno indirizzando meglio i veicoli e sfruttando più razionalmente le operazioni. 

ESRA, il più strutturato provider di energia della Toscana e delle Marche, a propria volta interviene per garantire il migliore approvvigionamento e utilizzo della corrente elettrica ma partecipando anche alla creazione di una rete di colonnine fast charge per i mezzi elettrici che oggi arriva fino a 200kW/h ma che in prospettiva potrà arrivare a fornire fino a 500 kW/h per ciascuno stallo, prevedendo la rapida diffusione di mezzi pesanti. Ma a Prato guardano anche più avanti, e infatti, sempre in collaborazione con ESRA è prevista la creazione di distributori di idrogeno per quei mezzi che saranno dotati di fuell cells. 

L’elettrificazione viene vissuta all’interporto di Prato come un’opportunità da sfruttare pienamente e così si sperimenta lo shuttle elettrico a guida autonoma prodotto da Navya per il circuito interno di spostamento degli addetti, mentre la collaborazione con la piemontese Regis conduce alla creazione di una flotta di furgoni elettrici estremamente versatili e di compatte dimensioni ideali per le consegne a breve raggio. 

Anche la topografia aiuta i progetti dell’Interporto 4.0 perché un intero lato della struttura è costeggiato dal fiume Bisenzio che potrà diventare il corridoio sperimentale della consegna in città di pacchi leggeri grazie a droni volanti a guida autonoma controllati direttamente da ENAV. A Prato, insomma, il futuro prossimo è già iniziato e la struttura toscana si candida ad essere un polo della logistica di eccellenza e di autentico rilievo europeo.

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