Ma l’auto è intelligente?

Dal 2001 parla: con un tasto sul volante si attivavano i comandi vocali. Oggi controlla anche i movimenti del guidatore: se siamo stanchi ci avverte.

Auto è diventata intelligente

Auto è diventata intelligente

Può un’automobile essere intelligente? Sembra di sì. Epperò va detto che non lo è diventata tutto d’un tratto. Le prime parole ha iniziato a dirle nel 2001 con veicoli come la X-Type. Si chiamava JaguarVoice. Attraverso la pressione di un tasto sul volante si attivavano i comandi vocali. Il sistema ripeteva poi l’ordine impartito dal pilota per averne conferma prima di eseguirlo.

Di chilometri ne sono stati fatti tanti e un’automobile che parla non fa quasi più notizia. Il guidatore dice: «Hey BMW». E il computer risponde chiedendo come può rendersi utile. Stessa cosa fanno le Mercedes, le Volkswagen e molte altre.

Ma basta parlare per essere intelligenti? No di certo ma è un buon inizio. Si tratta di una comunicazione bilaterale con la nostra quattroruote. Non è necessario farsi troppe domande sui tecnicismi. Basti sapere che perché l’auto possa essere definita intelligente innanzitutto deve essere connessa a internet, alla rete. Lì va a recuperare la maggior parte delle informazioni necessarie per renderla parte attiva nel nostro viaggio. Meteo, traffico, condizioni stradali e molto altro.

Attenzione però, per sfruttarla appieno bisogna rinunciare a un po’ della propria privacy. Lasciare che l’auto si possa interfacciare con il nostro smartphone e possa persino localizzarci. Così ad esempio provvederà a raffreddare o riscaldare l’abitacolo qualche minuto prima del nostro arrivo in box. Tutto qui? No. L’auto intelligente ci osserva anche mentre guidiamo per capire attraverso il battito delle nostre ciglia se siamo stanchi e nel caso ci segnalerà dove fermarci per prendere un caffè.

Non un software statico ma un’intelligenza dinamica che apprende continuamente e migliora grazie all’utilizzo. Anche oggi come in passato l’evoluzione arriva attraverso le ammiraglie, le auto di punta delle Case automobilistiche, le più costose, quelle tecnologicamente più avanzate. Come la Mercedes Classe S che ha debuttato questo autunno. Molti comandi fisici sono stati eliminati: 27 tasti in meno. Inedita la funzionalità Interior Assist, che sfrutta le telecamere nel soffitto dell’abitacolo e l’intelligenza artificiale. Traccia addirittura i movimenti della testa degli occupanti. Se il guidatore alla ricerca di un oggetto si volta verso il cassettino anteriore l’MBUX accende le luci interne in quella zona. Le telecamere vedono anche il movimento della mano davanti alla consolle interpretando i comandi gestuali permettono, ad esempio, di alzare o abbassare il volume dell’impianto audio. Basta muovere un dito nell’aria. Ma non solo. L’auto intelligente usa la tecnologia al servizio dell’interazione tra il veicolo e tutto ciò che lo circonda. Ad esempio dialoga con le altre auto e con le infrastrutture in modo ad esempio da trovarci posteggio a colpo sicuro.

Le potenzialità sono infinite. Ford ad esempio ha sviluppato un sistema per salvare i ciclisti da automobilisti sbadati che non si accorgono del sopraggiungere di una due ruote e aprono improvvisamente la portiera. L’auto intelligente viene in soccorso attraverso una telecamera posta nello specchietto retrovisore laterale che individuata la bicicletta provvede a illuminare di rosso tutto il pannello della portiera sia internamente che esternamente per evidenziare la situazione di potenziale pericolo. Una rivoluzione luminosa che coinvolge tutti gli utenti della strada. D’altra parte anche il dialogo visivo è importante da sempre. Basti ricordare che già gli indiani si parlavano attraverso i segnali di fumo. Tutto nuovo ma niente di nuovo.

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