Quando l’auto mette la minigonna. Il rapporto tra moda e quattro ruote.

Estate, voglia di leggerezza ed eccentricità, nel vestire e nel mostrarsi. Sebbene appaia per la prima volta in Egitto nel 2130 a.C. come capo prettamente maschile, l’invenzione della minigonna è universalmente ricondotta al 1963, quando viene esposta nella vetrina dello storico negozio londinese “Bazaar” per merito di Mary Quant, che la soprannomina “mini” gonna perché appassionata di Mini Cooper. Il rapporto tra le due Mini si consolida quando, nel 1988, Quant progetta gli interni della Cooper per una versione in edizione limitata. 
Si chiamano minigonne anche quegli elementi che contribuiscono allo sfruttamento dell’effetto suolo (Venturi) per migliorare la tenuta di strada. Il principio è impiegato per la prima volta in F1 negli anni ’70 sulla Lotus 78.
I settori automotive e moda sono spesso concatenati, grazie, anche, ad uno strategico fattor comune: il concetto di edizione limitata. Mercedes-Benz è una delle case automobilistiche più attive in questo senso. La BAPE 300SL è una rivisitazione della classica 300SL “Gullwing” del 1954, in soli 11 esemplari. Dall’originale versione concepita per il Sultano del Brunei, il nuovo modello vede la luce nel 2006, con la carrozzeria impreziosita dal motivo mimetico che contraddistingue il brand di streetwear giapponese BAPE.
Tra il 2020 e il 2021 Mercedes-Benz collabora su una versione della Classe G con Virgil Abloh, stilista americano già direttore artistico di Louise Vuitton e genio creativo del gigante della moda Off-White. Nel 2022, in quasi 6 metri di lunghezza, con il Project Maybach, nasce il coupé a 2 posti, in onore dello stesso stilista, morto di cancro nel novembre precedente. Con otto faretti, enormi pneumatici fuoristrada, un portapacchi e un roll-bar esterno completo, il concept è totalmente elettrico e fornito di un pannello solare sotto il cofano anteriore trasparente. Mentre l’esterno emana un’atmosfera da “safari”, le porte si aprono su un interno follemente lussuoso. Ispirato ai grandi spazi aperti, è dotato di una “essenziale” bussola gigante sul cruscotto e una “indispensabile” ascia a presa rapida progettata per abbinarsi agli interni color sabbia.
L’attrazione tra Mercedes e il mondo fashion è fatale, tanto da lasciare i propri designer cimentarsi in progetti di moda futuristici. Ne è un esempio la visiera Balenciaga, sviluppata per la maison dalla divisione F1 Applied Science di Mercedes-AMG. Venduta per circa 6.000 dollari, partendo dalla nuca, copre tutto il viso e il cuoio capelluto. Kim Kardashian partecipa alla sfilata Haute Couture di Balenciaga a Parigi indossando questo bizzarro casco integrale che sembra uscito direttamente dal film Alien del 1979. 
Che si tratti di un capo di abbigliamento o di un’automobile, minore è la tiratura, maggiore ne è la desiderabilità, e, proprio per questo, aziende di moda e automobilistiche, che spesso condividono anche la clientela di riferimento, collaborano da sempre nella realizzazione di modelli in numero limitato o unici.
Sono gli inizi del Novecento quando Ettore Bugatti commissiona finimenti in pelle a Émile-Maurice Hermès, nipote del fondatore della maison, la cui pelle appare anche nelle auto da corsa di Bugatti negli anni 20. Nel 2008, i due marchi danno vita a “Bugatti Veyron Fbg par Hermès”, un esemplare di color “craie” (gesso), tonalità celebre delle borse. La pelle dei sedili, la console, la linea interna, il tetto, i pannelli porta, e tanti altri particolari sono interamente sviluppati da Hermès. La pelle del cruscotto e di poche altre zone è, invece, realizzata da Bugatti, col solo scopo di superare i test di sicurezza. 11 anni dopo Bugatti ed Hermès plasmano, per il magnate immobiliare californiano Manny Khoshbin, una Bugatti Chiron unica: lusso all’ennesima potenza su 1500 cavalli, frutto di ben 4 anni di progettazione.
Alla fine degli anni ’70, Cadillac e Gucci creano l’edizione limitata di Cadillac Seville, un tripudio di motivi e loghi Gucci su ogni superficie interna ed esterna. Grande rivale della Cadillac, la Lincoln, non può rimanere al palo, quindi, contemporaneamente immette sul mercato la Continental di Givenchy, in meno di 1000 esemplari, con una scelta di colori esterni e finiture interne stilisticamente ricercati, oltre a una targa placcata in oro 22 carati sul cruscotto. 
Una più recente commistione di Gucci e automotive è quella con Fiat per la 500, nell’anno del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e del 90° anniversario della maison. 
All’intreccio moda italiana-Fabbrica Italiana si aggiungono nuovi fili se si pensa alla Lancia Y10 Missoni, disegnata da Ottavio Missoni nel 1998, alla Ypsilon Momodesign, che, legandosi al celebre marchio di accessori di lusso, nel 2005 è una delle prime vetture al mondo con vernice opaca di serie, seguita poi dalla Delta S Momodesign e dalla Ypsilon S Momodesign nel 2013, per arrivare alla Lancia Ypsilon Alberta Ferretti in edizione limitata nel 2022, concepita per avvolgere l’autista come un abito moderno e raffinato.
Negli anni ’80 una partnership tra Peugeot, sponsor del Rolland Garros, e Lacoste si concretizza in una 205 con un allestimento che strizza l’occhio al mondo del tennis. Adesivi collocati nei montanti posteriori rimandano alla rete del campo da gioco, mentre il bianco pastello della carrozzeria e dei copriruota con i listelli verde scuro, insieme ai tre coccodrilli, ricorda le famose “chemise” Lacoste. Al centro del volante il coccodrillo ed il leone affermano il sodalizio.
Anche Lamborghini cede alle tentazioni del fashion con la sua audace edizione Versace Murcielago, presentata durante il Salone dell’Auto di Parigi del 2006. Prodotta in soli 20 esemplari, ciascuno con il motivo a meandro di Versace, all’interno e all’esterno, è dotata di un set completo di valigie Versace personalizzate.
Nel 2014 due eccellenze del Made in Italy festeggiano insieme i 100 anni di successi di Maserati, dando forma alla Maserati Quattroporte Ermenegildo Zegna, caratterizzata dal sapiente abbinamento di pelle e seta, dalle delicate sfumature di Greige (grigio e beige) degli interni, dalle modanature in radica di noce e cromo brunito, dalla targhetta in ottone posta sulla console, riportante l’insegna “One of 100”.
Lo stilista britannico Paul Smith, famoso per il suo lavoro sulle Mini Cooper, nel 2015 orienta la sua creatività su un Land Rover Defender, presentato in 27 diversi colori e con un’ape dipinta a mano sul tetto, che fa riferimento all’habitat naturale della Land Rover.
Un piccolo excursus a due ruote merita l’adorabile Vespa 946 Emporio Armani, realizzata in 990 esemplari per festeggiare il 40° anniversario della fondazione del noto brand italiano di moda e il 130° anno di vita del Gruppo Piaggio. E dato che l’appetito vien mangiando, nel 2020 l’azienda di scooter italiana e la casa di moda parigina Dior, fondate entrambe nel 1964, presentano Vespa 946 Christian Dioramas, disegnata da Maria Grazia Chiuri, completa di bauletto con motivo Dior Oblique (disegnato da Marc Bohan nel 1967) e un casco abbinato. 
Anche i gioielli subiscono il fascino delle auto di lusso. Christi Schimpke, designer californiana, fonda CRASH Jewelry, che propone braccialetti, orecchini, collane e gemelli ottenuti dal metallo di supercar incidentate. Una sorta di gioielleria del riciclo creativo, che desta notevole interesse fra gli appassionati di auto: gli ordini arrivano da ogni angolo d’America, ma anche da Europa, Medio Oriente e Sudest Asiatico.
If you can’t have a Ferrari, wear one!

Exit mobile version