Se la ricarica è mobile

Reefilla, startup italiana, ha puntato su un servizio di “recharge” a domicilio Attraverso una app o una telefonata la “power bank” arriva da voi a rifornirvi.

I veicoli elettrici (EV) stanno diventando mainstream, ma senza un’infrastruttura di ricarica espansiva, la loro adozione rimarrà limitata. Le recenti iniziative siglate dal Parlamento Europeo hanno dato impulso al settore dei veicoli elettrici e, di conseguenza, a quello delle colonnine di ricarica. L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha stimato che per il 2030 la domanda di energia elettrica da parte dei veicoli raggiungerà i 1.100 TWh, il 4% della domanda totale di elettricità. Nel 2022 in Europa si contavano circa 460.000 caricatori “lenti”, in aumento del 50% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i caricatori veloci, lo stock complessivo di stazioni di ricarica rapida in Europa ha superato le 70.000 unità nel 2022, indicando un aumento del 55% rispetto al 2021. I dati previsionali suggeriscono che entro il 2025 circa 1,3 milioni di stazioni di ricarica saranno accessibili al pubblico in Europa, con un’espansione a 2,9 milioni entro il 2030. Nella sola Italia, all’inizio del 2023 circolavano 170.000 auto elettriche e altrettante plug-in, mentre il numero di colonnine di ricarica a uso pubblico, al 31 dicembre 2022, si attestava su 36.772, di cui il 60% nelle regioni del Nord. Secondo uno studio di Motus-E, nel periodo gennaio-marzo 2023 sono stati posati in media circa 340 nuovi punti di ricarica a settimana, portando il totale nazionale a quota 41.173 punti e il numero dovrà aumentare ancora sensibilmente per tenere il passo della domanda. Tuttavia, lo sviluppo e l’installazione di tale infrastruttura potrebbero richiedere molti anni. Gli attuali proprietari di EV si orientano generalmente verso l’installazione di wallbox ad uso residenziale, ma, tornando al nostro esempio, abitando a Milano probabilmente viviamo in un condominio e installare una colonnina di ricarica in un condominio è un processo composto da più tappe, alcune delle quali piuttosto tortuose. La soluzione a questo problema potrebbe trovarsi nel mobile charging, un approccio nuovo, che potrebbe soddisfare le esigenze sia dei privati sia delle flotte. Di cosa si tratta? Di un servizio on-demand grazie al quale gli utenti avranno accesso alla ricarica secondo necessità. Cosa dovremo fare? Semplicemente, rientrati in città dopo il lavoro, con la batteria scarica, potremo recarci al nostro padel club per una partita, parcheggiare l’auto e utilizzare lo smartphone per prenotare il servizio di E-Gap in loco, attendere l’arrivo del minivan elettrico e farci ricaricare mentre scarichiamo le tensioni della giornata su una pallina. L’interno del van è composto da una batteria, che immagazzina energia, e da un sistema di ricarica fast. L’energia proviene esclusivamente da fonti rinnovabili ed è attestata da “Garanzia di Origine” emessa dal GSE. Il servizio viene erogato anche in assenza del proprietario dell’auto, con una potenza di ricarica pari a una colonnina di tipo fast. Al termine del processo, il sistema addebita direttamente su carta di credito il costo totale. Reefilla! è una startup innovativa è nata ad aprile 2021 da un’idea di Marco Bevilacqua, Pietro Balda e Gabriele Bergoglio, poco più che trentenni e con una carriera in FCA (poi Stellantis) alle spalle. Incubata da I3P – Politecnico di Milano e accelerata da Motor Valley Accelerator e Plug&Play, Reefilla ha superato la fase di testing sui veicoli elettrici dei maggiori marchi e ha visto il primo lancio pilota, su Milano e Torino, alla fine del 2022. Il sistema funziona tramite una piattaforma cloud e un’App, ma in questo caso non è necessario prenotare la ricarica. Utilizzando tecnologie di geolocalizzazione e un monitoraggio da remoto, tramite il canale di comunicazione che già esiste per la connettività dell’auto con l’App della casa madre, Reefilla è a conoscenza dei dati di status della batteria e può anticipare i bisogni del guidatore: verificati autonomia residua e posizione della vettura, Reefilla può proporre il servizio di ricarica in loco (solo in aree urbane per ora) e, se il cliente accetta, far partire Fillee, il “power bank” mobile, che può ricaricare ovunque si trovi l’auto nelle città. Il pagamento è in abbonamento mensile oppure ad intervento. L’energia è al 100% da fonti rinnovabili, i furgoni sono elettrici, i dispositivi sono basati su batterie “second life” provenienti tipicamente da vetture dismesse ma ancora utilizzabili per scopi diversi, i tempi di ricarica nella massima potenza sono di poco più di 30 minuti. Strizzando l’occhio ad un’economia di scala oltre che alla sostenibilità ambientale, la scelta di Reefilla è stata quella di non dotarsi di propri mezzi per il trasporto di Fillee, ma instaurare una collaborazione con i player della distribuzione di “ultimo miglio” (ad esempio chi consegna la spesa a domicilio). Oltre al B2C, Reefilla si sta fortemente orientando verso le aziende che abbiano necessità di offrire ai propri dipendenti un servizio di fringe benefit alternativo alla carta carburante, o car sharing elettrici, o aziende che debbano elettrificare i parcheggi pur non essendone proprietari o che debbano sottostare alla stagionalità per la propria attività. Il mobile charging può essere anche predisposto dagli organizzatori di eventi, ad esempio durante concerti o competizioni sportive. Per il futuro, oltre all’estensione del servizio alle principali città del nord Italia entro fine anno, punta alla robotizzazione di un dispositivo che possa risultare efficace in zone off-grid, ad esempio nei cantieri, per sostituire immensi generatori a gasolio, e l’ideazione di una versione da bagagliaio, magari venduta come optional delle auto. Il mobile charging potrebbe essere un booster per la transizione verso la propulsione elettrica, con un contenuto molto tecnologico e ben congeniato, ma divulgato e reso fruibile attraverso i canali più adatti ad una platea di utenti abituati al tutto, subito e senza sforzo, magari anche a costi contenuti.

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