Tre domande per capire che auto comprare ora

Dal Salone di Monaco a quello di Milano: una sfilata elettrica. Ma siete sicuri di essere già adatti a guidare alla spina? Il test...

Installazione Audi alla Week Design milanese

Installazione Audi alla Week Design milanese

Da Milano a Monaco, dalla settimana del design che ha riempito di ruote (e di traffico) la città, fino al nuovo salone dell’auto (e non solo di quella, diciamo della mobilità) in Baviera il messaggio è sempre lo stesso: la mobilità del futuro sarà soltanto quella elettrica e le nostre auto si trasformeranno in salotti dove potremo fare di tutto tranne che guidare. Prima di accomodarci come passeggeri, senza neppure dover assumere un autista, passerà però molto tempo. Mancano le infrastrutture, manca una vera copertura assicurativa, restano irrisolti i problemi etici a cui è impossibile dare una risposta (in caso sia impossibile evitare l’incidente che scelte farebbe il computer? Andrebbe addosso ad un bambino o ad un anziano?). Non sembra invece più possibile arginare la rivoluzione elettrica, pur se qualche voce comincia a fare dei distinguo. Ormai tutte le grandi case hanno annunciato che nei prossimi anni non si produrranno più motori termici. Si viaggia verso l’elettrificazione anche se sappiamo bene di non essere pronti per la mancanza di infrastrutture. Servirebbe un piano condiviso tra istituzioni, costruttori e fornitori di servizi. È quello che si augurano tutti e a furia di ripeterlo prima o poi ci si arriverà. Intanto applaudiamo chi si inventa auto costruite con materiali riciclati e riciclabili come Circular il concept di Bmw o chi sta cercando di rendere sostenibile tutto il ciclo di produzione delle sue vetture.

In attesa che le colonnine si moltiplichino come i monopattini nelle nostre città, ovviamente con effetti meno devastanti per i nostri marciapiedi, il prossimo passo è una vera democratizzazione dell’auto elettrica che per il momento continua a essere alla portata soltanto dei redditi più alti (in listino sotto i 20 mila euro senza contare gli incentivi c’è solo la Dacia Sprint). Ci stanno provando in tanti. Volkswagen in Germania ha varato un sistema di abbonamenti per guidare elettrico; Audi, Bmw e anche Mercedes pensano di ridurre i prezzi di accesso di alcuni modelli. Il gruppo Stellantis non ha solo la 500 che al contrario dell’antenata non si presenta certo con un prezzo giusto per cambiare il mondo della mobilità. E poi ci sono giapponesi e coreani. 

In agosto lo spostamento del mercato verso l’elettrificazione è proseguito: quasi 1 auto su 3 immatricolata il mese scorso è stata ibrida (31,6% di quota), con le “full” hybrid che hanno raggiunto l’8% e le “mild” hybrid il 23,6%. Le vetture plug-in (PHEV) sono arrivate al 4,9% delle immatricolazioni mentre le elettriche pure (BEV) hanno raggiunto il 5% di quota. Chi cambia oggi l’auto dovrebbe quindi comprare un’auto elettrica? Prima di fare il grande passo è meglio che risponda a tre semplici domande: 1) Quanti chilometri percorre in un anno? 2) Su quali strade percorre la maggior parte di questi chilometri? 3) Ha la possibilità di ricaricare la sua auto a casa o in garage? 

Uno studio condotto dai ricercatori del laboratorio MOVE del Politecnico di Milano ci racconta che il 13 per cento dei proprietari di una vettura privata potrebbe acquistare immediatamente un’auto elettrica senza cambiare le proprie abitudini, andando a pareggiare i costi di un’auto a benzina in meno di otto anni, ovviamente sfruttando gli incentivi statali su acquisto e bollo che permettono a vari modelli di costare meno di 20 mila euro. Se si usa l’auto soltanto in città per i classici 20/30 chilometri giornalieri l’opzione elettrica va tenuta fortemente in considerazione. Se poi si ha la possibilità di ricaricarla a casa o in ufficio non ci sono davvero dubbi. Se però quell’auto è anche l’unica a disposizione della famiglia che abitualmente parte per i weekend al mare, al lago o in montagna ecco che subentrano nuove barriere. Quanti chilometri percorro abitualmente? C’è la possibilità di ricaricare comodamente arrivati a destinazione? Se soltanto si ha nei piani di andare in Liguria ogni fine settimana una Smart non farebbe al caso vostro, ci vorrebbe almeno una Fiat 500 con più autonomia. 

Sono insomma tanti i parametri da prendere in considerazione ed analizzare prima del grande passo visto che in autostrada sono rare le ricariche e lontano dalle grandi città la situazione può essere complicata. Diverso è il discorso di chi ha a disposizione per l’auto budget superiori ai 30 mila euro perché può acquistare modelli di maggiore autonomia e muoversi senza l’assillo totale della ricarica. Ma qui torniamo alla frase più gettonata di oggi: l’auto elettrica è soltanto un oggetto per i più ricchi. Frase che presto potrebbe anche non essere totalmente vera, ma che per il momento ha una sua base di verità. 

A questo punto verrebbe scontato dire: allora acquisto una vettura ibrida o meglio ancora una ibrida plug-in. Viaggio in elettrico in città e con il motore termico quando vado in vacanza o devo cambiare città per lavoro. Ha un senso. Ma anche qui verificate di poter ricaricare perché un’ibrida plug-in usata senza la ricarica diventa anti economica a causa del maggior peso che si porta a spasso. Prima di scegliere vanno fatti quattro calcoli. Per un po’ avremo ancora la possibilità di farlo. Perché dal 2030 ci costringeranno probabilmente a viaggiare alla spina.

Exit mobile version