Famiglia e scuola alleate contro i crimini stradali

Anche il presidente Mattarella è intervenuto “Queste vittime sono inaccettabili ”Il rapporto Dekra: uomo responsabile al 90%.

Si fa presto a dire sicurezza stradale quando i numeri e le statistiche disegnano un quadro sempre più preoccupante (l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che attualmente ci siano circa 1,3 milioni di morti per incidenti stradali ogni anno). E quando questo quadro viene preso in considerazione addirittura dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in occasione della Giornata Mondiale del ricordo delle vittime della strada, ha lanciato il suo drammatico appello: “Queste vittime – ha detto – sono una inaccettabile perdita che unisce nel dolore famiglie, società civile e Istituzioni. La sicurezza stradale è una priorità, un obiettivo da realizzare con azioni concrete e immediate per fronteggiare un fenomeno che mette a repentaglio l’incolumità sociale. Rendere sicura la circolazione dei veicoli e delle persone è un compito complesso e irrinunciabile che richiede l’impegno a questo scopo di tutti gli attori coinvolti, Autorità pubbliche, costruttori, cittadini”. Un monito che #FORUMAutomotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore, ideato da Pierluigi Bonora, ha trattato in maniera approfondita nella sua sedicesima edizione evidenziando la necessità di alimentare il ruolo fondamentale delle famiglie e della stessa scuola. Anche perché, come ha spiegato Carlotta Gallo, Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Lombardia, i numeri sono spaventosi: “Nel 2022 si sono registrati 165.889 incidenti, 3.159 morti e 223.475 feriti. L’incidente stradale non è mai una fatalità. Per i giovani nella fascia 15-29 anni è la prima causa di morte. In Italia si registrano 53,6 morti sulle strade ogni milione di abitanti e i dati 2023 non sono più confortanti. Distrazione, velocità elevata, mancato rispetto della precedenza sono al primo posto delle cause, per una quota del 38%. Al secondo ci sono le manovre irregolari, per il 7,7% e al terzo, con il 7%, la distanza di sicurezza. Ma il problema è più profondo, generale: non si può essere multitasking mentre si guida, bisogna essere concentrati. Va trovato un linguaggio efficace per trasmettere i messaggi corretti ai giovani”. Il rapporto Dekra sulla sicurezza, presentato la scorsa settimana alla Camera da Toni Purcaro ha confermato che l’uomo è responsabile di oltre il 90% degli incidenti. In attesa della stretta in arrivo del nuovo Codice della Strada preparato dal Ministro Salvini, quale può essere il linguaggio giusto? Francesca Maisano, Psicologa – Psicoterapeuta Referente Centro Adolescenti ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano non ha dubbi: “L’adolescenza è una fase di trasgressione per provare emozioni. Gli adulti devono essere modello, anche e soprattutto nell’uso dei dispositivi elettronici. Il cervello finisce di formarsi a 25 anni e l’abuso di alcol e stupefacenti, prima di tale soglia, può generare effetti ancora più pesanti. Senza dimenticare che è la mancanza di comunicazione tra genitori e figli a spingere i giovani a rifugiarsi nei social”. Soluzioni? Dove non arriva la famiglia ci deve pensare la scuola, quindi sarebbe opportuno che l’educazione stradale venisse insegnata in maniera istituzionalizzata, magari dalle medie in poi. Cercando anche di sensibilizzare i giovani sulle nuove tecnologie al servizio della sicurezza sottolineando i rischi di un utilizzo indiscriminato dell’infotainment, fonte di distrazione. Perché la sicurezza stradale, come ha ricordato il Presidente Mattarella, è una priorità oltre che un obiettivo da raggiungere.

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