Il secolo pieno di cambiamenti delle moto Bmw

Dove una volta c’erano due ruote robuste tutte nere oggi ci sono la famiglia Gs, le super sportive e gli scooter elettrici.

Questo 2023 è un anno di grandi ricorrenze nel mondo delle moto: l’americana Harley-Davidson festeggia i suoi primi 120 anni e a Monaco di Baviera si celebra il primo secolo tondo, tondo, di vita di Bmw Motorrad, rendendolo davvero speciale anche per l’industria europea delle due ruote a motore. Era il 1923 quando da una costola della Bfw società bavarese specializzata nella costruzione di freni per i treni nasce ufficialmente Bmw e viene lanciata la prima mitica R32. A quell’epoca, non tutti lo rammentano, l’azionista di maggioranza, fra l’altro, era l’imprenditore triestino Camillo Castiglioni, un cognome che tornerà molto più tardi a scrivere altre straordinarie pagine della storia delle moto con altri marchi. La R32 è dunque la prima vera moto prodotta da Bmw anche se già in anni precedenti il suo cuore, il bicilindrico a cilindri contrapposti orizzontalmente, vera firma della casa di Monaco, era stato prodotto per la Victoria di Norimberga. E’ il primo passo di un’avventura e di un’impresa industriale di enorme successo che ha saputo superare la crisi economica del 1929, la Seconda Guerra Mondiale, l’odiosa separazione delle due Germanie e un secolo di travolgenti cambiamenti nel mondo, nella società e ovviamente nella tecnologia, pur restando caparbiamente fedele alle proprie origini. Un’ostinazione, quella di Bmw Motorrad, che a dispetto dell’evoluzione formidabile compiuta da questo marchio iconico delle moto, ha sempre trovato un premio nella stima e nel gradimento del pubblico dei motociclisti di tutto il mondo. Ancora oggi, infatti, il “flat twin”, come lo chiamano gli americani, ha infinite schiere di estimatori irriducibili e i numeri di vendita delle boxer Bmw di ogni categoria ne sono la più lampante conferma. Per prima cosa bisogna sottolineare il cambio culturale e filosofico che ha segnato la storia degli ultimi 40 anni del costruttore bavarese che, da marchio conservatore e “serioso” come è stato sino agli inizi degli anni 80, ha saputo interpretare e spesso addirittura anticipare i bisogni e i desideri dei biker degli ultimi decenni creando, come ad esempio con la quarantenne famiglia delle GS un vero e proprio nuovo segmento di mercato che prima non esisteva. Chi abbia almeno 50 o più primavere sulle spalle non faticherà certamente a ricordare che fino ai ‘70 del secolo scorso le moto Bmw erano praticamente tutte solo boxer, tutte di indole piuttosto “paciosa”, molto robuste, affidabili, di ottima qualità, ma fin troppo concrete e seriose com’erano tutte, quasi indistintamente, nere con i filetti bianchi. Il colore sembrava un’eresia a Monaco. Sembra inverosimile ma chi c’era lo rammenta. Bmw ha saputo sin dagli esordi costruire moto adatte alle competizioni e ai record di velocità ma la missione più autentica dei modelli in produzione era squisitamente turistica, destinata soprattutto ai clienti più conservatori. Ma non si vive di sola reputazione, per ottima che possa essere, e a Monaco lo sapevano bene così iniziò un cambiamento epocale che ha condotto fino alle moto Bmw di oggi. Anche solo pensare ad una gamma che esulasse dalle tranquille boxer nere poteva sembrare un’eresia. Oggi, invece, con il marchio dell’elica bianca e blu, circolano sulle strade modelli che abbracciano praticamente ogni settore immaginabile del mercato delle due ruote. Super sportive da pista a 4 cilindri in linea, gran turismo sontuose e potenti che di cilindri ne hanno addirittura 6, monocilindriche di piccola cubatura, bicilindriche frontemarcia, stradali nude, sportive, turistiche, maxi enduro, crossover, scooter tradizionali e persino due rivoluzionari veicoli elettrici. Insomma oggi Bmw Motorrad, replicando quanto avviene anche nel settore auto, si propone come fornitore di mobilità per ogni tipo di esigenza ma, per fortuna, non trascura in nessun modo quel morbo della passione che inevitabilmente alberga in tutti i motociclisti, a qualsiasi categoria appartengano. Per averne ulteriore conferma basta osservare la nuovissima GS 1.300 che dimostra quanto anche su un modello di formidabile successo come la precedente 1.250 a Monaco ritengano si possa chiedere di più. La nuova “principessa” va, infatti, a migliorare e innovare tutte quelle aree dove la “Regina Madre” poteva guadagnare prestazioni, efficienza, tecnologia , sicurezza e, prima di tutto, piacere di guida.

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