Luci e Ombre dell’area B, un caso italiano

Se il padre è troppo buono, il figlio cresce storto. Vale anche per i cittadini, figurarsi per gli automobilisti, facili, quasi per natura, all’indisciplina. Area B non è solo un’intuizione geniale e un titolo che rimarrà nella storia (con Area C, la ZTL più grande d’Europa), è soprattutto una necessità, per una città dove i cittadini, ma per meglio dire i residenti, soffocano di smog. Eppure, per una debolezza delle autorità che pure l’hanno voluta e difesa da certi attacchi belluini, Area B è un provvedimento monco, una spada spuntata, e forse è quasi inutile, allo stato attuale. Assodato che, oltre ogni demagogia, non fare circolare i mezzi più inquinanti è doveroso, tali mezzi vanno fermati. Invece, Area B è un colabrodo, e le norme messe in campo per un avvio “soft” non fanno altro che incentivare l’uso delle auto inquinanti. Il perché è presto detto, e parlo del mio caso personale. Posseggo una diesel euro 4. Dall’1 ottobre sono fuorilegge in Area B, ma continuo a usarla. Perché? Perché posso usufruire di 50 ingressi nell’arco di un anno. 50 ingressi paiono pochi, sono invece tantissimi: sono 4 al mese, e con l’auto io posso uscire dalla città quando voglio, devo badare solo all’ora in cui rientro, ovvero farlo prima delle 7.30 o dopo le 19.30. Ho quindi ampia possibilità di movimento. Difatti, dall’1 ottobre è stato notato l’aumento degli ingressi in città da parte di pendolari prima delle 7.30, stimato dal consigliere comunale Carlo Monguzzi in circa 200 mila al giorno (sui 900 mila veicoli che ogni giorno entrano in città, senza variazioni rispetto a prima dei nuovi divieti), tanto che, nonostante l’attivazione di Area B anche per i diesel euro 4 e 5 e i riscaldamenti ancora spenti, è stato necessario attivare le limitazioni al traffico di primo livello già a ottobre. Ma non solo. Area B monitora gli ingressi, non la circolazione (che, ricordiamolo, è vietata, al pari dell’accesso). Quindi, se io rimango in città, circolo, e inquino, quanto voglio, senza che ci sia nessun controllo. Infatti io non rinuncio alla mia vecchia diesel, perché mi piace di più, consuma meno e viaggia più veloce della futura a benzina. A iscrivermi a Move-In non ho neppure pensato. La “scatola nera” che assegna chilometri in base alla classe Euro è un’altra deroga mascherata, che però si ritorce contro non solo ad Area B, ma anche a chi vi si iscrive; difatti, chi l’ha fatto, oggi piange. Da un lato Move-In consente un chilometraggio troppo alto per le auto inquinanti: nel mio caso, 1.800 chilometri in un anno in Area B, 8 mila in Regione Lombardia; dall’altro ti misura sempre, anche quando Area B non è attiva, cioè la notte, sabato, domenica e festivi. Cosa dovrebbe fare, a questo punto, il buon padre di famiglia ovvero l’amministrazione comunale? 1) estendere Area B sulle 24 ore 2) abolire deroghe e Move-In 3) destinare gli incentivi per i veicoli green a chi ne ha bisogno, non a ricchi signori (come insegna il bonus 110 per cento), e per l’acquisto di auto esclusivamente da città 4) mettere un ticket salatissimo per chi vuole o deve entrare in città, ma con un’auto inquinante, così da assicurare il diritto di entrare, ma a un certo prezzo 5) creare nuove deroghe solo per casi professionali eccezionali 6) riportare i vigili urbani sulle strade per controllare quali auto circolano. Il politico diventa uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni. Lo diceva Winston Churchill, che non è morto ricco, non è stato idolatrato, ma ha operato bene per la sua nazione.

Exit mobile version