Te lo do io il low cost Dacia si trasforma

Il brand di Renault punta sul valore per crescere ancora“Non siamo più solo le auto che costano meno sul mercato”.

La Renaulution ha dato una nuova vita anche a Dacia. Un anno dopo il discorso sul futuro di Luca De Meo, ceo del Gruppo Renault, il brand del gruppo francese, famoso per essere quello low cost, cambia faccia. No, tranquilli, Dacia non diventerà un brand Premium, come ormai vorrebbero fare tutti. Aggiunge semplicemente valore al volume. Dacia non vuole più essere solo l’auto che costa meno sul listino. Punta ad aumentare il valore di una gamma che ha completamente cambiato look partendo dal logo. Guardi le Dacia dal frontale rinnovato (Jogger, Sandero, Spring e Duster) e ti sembra che siano già quelle nuove che verranno. Basta poco per cambiare aspetto. Ma ci vuole altro per aggiungere valore e qui Dacia è pronta a sorprendere. “Dacia resterà sempre Dacia, ma potendo beneficiare dei grandi investimenti di Renault che per noi è un po’ come una donatrice di organi, potrà aggiungere valore alle sue auto sempre privilegiando ciò che è essenziale per i nostri clienti”, spiega Guido Tocci, il Managing Director di Dacia Italia. Il 2022 di Dacia è stato un anno di numeri importanti: in un mercato auto in calo del 10%, è cresciuta del 9%, guadagnando 3 posizioni e raggiungendo il sesto posto grazie a una quota mercato del 5,1%. Ma ancora più significativo il risultato ottenuto nelle vendite a privati che rappresentano il core business della Casa: in un mercato privati in calo del 16%, Dacia è salita del 12%, conquistando il podio come terzo Brand straniero più venduto a privati (con una quota del 8,3%). Sandero è stata la vettura straniera più venduta nel mercato (33.824 unità). Non sono risultati banali e in un certo senso fotografano perfettamente il momento economico del nostro Paese dove stanno aumentando gli acquisti di sostanza: “Le performance viste sono importanti e sicuramente giocano un ruolo cruciale per la vita del Brand. Nel caso di Dacia indicano la maturità del Brand nel mercato italiano, una maturità che segue anche le dinamiche relative ai cambiamenti in atto nei consumatori. Oggi siamo un po’ tutti portati a consumare in modo più responsabile cercando ciò che è veramente essenziale. I clienti oggi riconoscono il nostro valore ed apprezzano il nostro approccio semplice e trasparente – spiega Tocci – oltre alla nostra offerta di vetture moderne che rispondono alle reali esigenze di chi entra nelle nostre concessionarie”. Concessionarie (86 in Italia) che, come le auto, hanno cambiato il look con arredi realizzati con materiali per la maggior parte riciclati e sostenibili, come si può già vedere al concessionario Renault e Dacia Paglini di Castellanza, il primo showroom, dopo quello di Roma, ad aver completato il passaggio alla nuova identità visuale, con il restyling della facciata esterna e degli spazi interni. “Dacia è la cash machine del Gruppo Renault, ma nello stesso tempo non sarebbe quello che è senza Renault”. Dacia aggiunge valore alle sue auto e porta valore alla casa madre. Ha un compito preciso che in futuro la porterà all’attacco del segmento C, senza mettersi in concorrenza con Renault, naturalmente. “Il 2023 parte con la marcia giusta, abbiamo lanciato la motorizzazione Hybrid 140 su Jogger, potenziato il motore di Spring che oggi si presenta con la motorizzazione Electric 65. In attesa del nuovo Duster in arrivo nel 2024 e del Bigster previsto per il 2025, abbiamo già raccolto 37 mila ordini per i veicoli con la nuova identità puntando sulla semplicità della nostra gamma”. Dacia per ora non diventa elettrica, aggiunge motorizzazioni ibride, aggiungerà il cambio automatico, ma continua la sua marcia alternativa che l’ha portata ad essere leader del mercato GPL con 44.699 immatricolazioni e una quota mercato superiore al 36%. La motorizzazione Eco-G 100 è stata la più scelta dai clienti con un mix di vendita pari quasi al 70%. “Fino al 31 dicembre 2034 venderemo motori termici”, conferma Tocci. “La ricerca di valore è da sempre uno degli aspetti insiti nel DNA di Dacia – ha aggiunto Tocci – alla base del nostro posizionamento c’è il best value for money: proprio in virtù di questo, il nostro obbiettivo è da sempre quello di fornire ai clienti automobili cool ed essenziali che allo stesso tempo rappresentino il miglior rapporto qualità/prezzo sul mercato. Il team Dacia, sin dalla fase di progettazione, studia soluzioni che hanno al centro ciò che è essenziale per il cliente, cercando di non aggiungere nulla di superfluo, perché questo comporterebbe costi supplementari, peso supplementare, aumento nei consumi o motori più potenti che farebbero alzare ancor di più il prezzo delle vetture”. Il modello di business di Dacia si basa su tre concetti base: design to cost, piattaforme condivise e semplicità. “Centinaia di ingegneri lavorano quotidianamente per analizzare l’ impatto delle nuove tecnologie sui modelli e definire se queste sono veramente essenziali per il cliente; il know how del gruppo Renault inoltre sia tecnologico che umano consente di beneficiare delle tecnologie utili per il cliente ad un costo contenuto”. Dacia ha fatto un salto di qualità enorme dal punto di vista del design. Oggi punta su un design attraente che non costi di più, abbassa i costi con le piattaforme condivise e punta su una gamma semplice e completa con un’offerta trasparente senza sconti. Dacia vuole ridefinire l’essenziale: non essere riconosciuta solo perché è l’auto meno cara o quella che ha il prezzo più basso. Vuole piacere per quello che offre, bello ed essenziale e non perde valore come conferma un altro dato: il valore residuo della marca cresce di 3 punti rispetto al 2021. “L’obiettivo di Dacia resta di fornire le auto col più alto rapporto qualità-prezzo. Non le auto meno costose, ma quelle con tutto l’essenziale per il cliente. E l’essenziale può cambiare di anno in anno. Il nostro lavoro è anche quello di anticipare queste esigenze. Eliminando quello che è diventato superfluo. La maggioranza dei nostri clienti acquista le versioni top per avere tutto ciò che è essenziale , ma anche cool. Questo dimostra come i clienti non ricerchino il prezzo più basso quando scelgono di acquistare una Dacia”. Un piano semplice, ma allo stesso tempo ambizioso. “Con Bigster nel 2025 vogliamo diventare protagonisti nel Segmento C, come ora lo siamo nel B”. Sempre con la stessa filosofia. Essere essenziali. E piacere alla gente.

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