Il 70 per cento delle nostre vendite in Europa sarà costituito da vetture elettriche o elettrificate

Auto elettrica

Auto elettrica

Ficili, country manager Stellantis: “Abbiamo un obiettivo: entro il 2030, il 70 per cento delle nostre vendite in Europa sarà costituito da vetture elettriche o elettrificate. Il cliente adesso è più sensibile all’ambiente”

Una lunga fila di 500 elettriche incrocia un gruppetto di Maserati Levante nuove di zecca che utilizzano le enorme aree vuote per fare manovra, facendo ‘suonare’ le gomme. Le linee di produzione corrono parallele, passano una sopra l’altra, si incrociano in un balletto di operai (pochini, peraltro) e di scocche nelle varie postazioni. E’ la nuova Mirafiori, impensabile rispetto a quella che fu – oltre 60mila addetti negli anni ’70 – e pure a quella che era a fine secolo con 500mila unità costruite all’anno. Il mondo cambia, quello dell’auto ancora di più e non è solo questione di robot al posto dei lavoratori. E’ che per riempire uno ‘stanzone’ di tre milioni di mq bisogna realizzare tante unità e soprattutto di tanti modelli diversi. Ed è il vero problema della componente italiana di Stellantis, che si trova davanti alla necessità di venire incontro alla richiesta di Carlos Tavares: il Ceo del gruppo che sarà anche amante dichiarato delle automobili italiane, ma non può fare sconti a nessuno. A febbraio, ha fatto capire chiaramente che vuole investire su Maserati e sull’elettrico ma non a costi fuori mercato come sono quelli attuali: un bivio che non prescinde inizialmente dalla concentrazione delle operazioni. A Mirafiori arriveranno, prima possibile, altre Maserati (la Ghibli e la Quattroporte) dalla traballante Grugliasco e in seguito verrà installata la prima linea dedicata ai modelli elettrificati del Tridente. Quella che permetterà di fare le nuove GranTurismo, GranCabrio e Quattroporte, la cui uscita è programmata tra il 2022 e il 2024. Basterà? In casi del genere, si rivede la strategia e quella di Stellantis – sembra – vede l’Italia in un ruolo ancora decisivo per il mercato e la produzione. Santo Ficili, country manager mercato Italia, spiega «Abbiamo un obiettivo: entro il 2030, il 70% delle nostre vendite in Europa sarà costituito da vetture e veicoli elettrici, o elettrificati. E offriremo in tutti gli ambiti il prodotto giusto, con i servizi giusti e al giusto prezzo. Il cliente sta cambiando, mostrando attenzione crescente verso le tematiche ambientali. In Italia, la quota di vetture elettrificate, che includono anche quelle mild hybrid, è cresciuta costantemente negli ultimi mesi fino a raggiungere a settembre il 45% del totale mercato”. I dati per Stellantis sono chiari: la quota di auto LEV, cioè quelle con la spina, è passata dal 4,7% di gennaio 2021 al 13,3%. “E sta avvenendo – continua il manager – nonostante le barriere all’acquisto siano ancora tante, a partire dall’ansia da autonomia, i tempi di ricarica, la carenza di colonnine. Ma la transizione non è arrestabile: il mondo dell’automobile sta vivendo nel futuro, con un panorama legislativo europeo che guarda al 2030. Ecco perché per Stellantis è il momento di anticipare le esigenze dei clienti e progettare le soluzioni di domani. Queste non sono solo parole, ma un impegno concreto sostenuto da un investimento di 30 miliardi di euro nell’elettrificazione e nel software, entro il 2025”.

Da qui la strategia basata su quattro piattaforme BEV, tre moduli di propulsione elettrica, due tipi di batterie entro il 2024 con ‘pacchi’ configurati in modo differenziato. Per coprire tutti i segmenti, dalla piccola mobilità urbana all’uso professionale, dai veicoli premium alle soluzioni 4xe con un’autonomia che andrà da 500 a 800 km. La visione è testimoniata dai programmi relativi ai poli produttivi italiani, tutti coinvolti nella transizione green. Stellantis è al lavoro per trasformare lo stabilimento di Termoli nella terza gigafactory europea mentre a Melfi sono previste le linee di produzione di quattro nuovi modelli BEV e quella per l’ assemblaggio per le batterie. Ad Atessa lo stabilimento Sevel confermerà la leadership nella produzione di veicoli commerciali, (anche nella variante BEV) e Torino diventerà centro di eccellenza e competenza per la transizione energetica e l’elettrificazione con il progetto Stellantis Turin Manufacturing District. Più in dettaglio, il sito torinese ha già visto la conversione del plant di Mirafiori per la linea di produzione della Nuova Fiat 500, la creazione dell’impianto Vehicle-to-Grid più grande al mondo e dei Battery Hub e Battery Lab, centri specializzati nell’assemblaggio batterie, attivi nelle fasi di prototipazione, sperimentazione e controllo qualità dei componenti. 

La nuova vita passa anche dalla Stellantis Italy House, inaugurata in novembre in via Plava, fra il Centro Stile e l’Heritage Hub. «E’ nata nel quartiere per ribadire ancora una volta il nostro legame con Torino e un territorio che racchiude uno dei patrimoni automotive più importanti al mondo», sottolinea Ficili. L’Italy House è luogo di aggregazione per tutti coloro che lavorano sul mercato italiano (circa 900 persone) dalla comunicazione al marketing, e proporrà un nuovo metodo di lavoro, figlio dell’integrazione di Fca e Psa e dell’esperienza dello smart working maturata durante la pandemia che si trasformerà in un remote working al 70%. Il mondo cambia, si cambiano i modi, ma alla fine, l’arrocco fondamentale è ancora sotto la Mole.

Exit mobile version