IL FUTURO DELLA MOBILITÀ

Come pianificare la transizione verso l’elettrico. O usare meno l’auto personale La distrazione prima nemica della sicurezza stradale. L’aiuto della tecnologia

Mercoledì 18 settembre nella sede storica di AC Milano si è tenuto il secondo convegno organizzato da Il Foglio Mobilità in collaborazione con AC Milano. “Sostenibilità=opportunità. Come cambia la mobilità”. Questo il titolo dell’incontro a cui hanno partecipato esperti, istituzioni e manager dell’automotive. “Ritengo che la neutralità tecnologica, sostenuta da AC Milano, e l’uso dei biocarburanti siano necessari per una transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile. Ma questo non basta perché nelle decisioni sulla mobilità occorrerebbe avere buon senso”, ha affermato Geronimo La Russa presidente di Automobile Club Milano che ha fatto gli onori di casa. Il primo tavolo di discussione del convegno intitolato: “Transizione ecologica, a che punto siamo?” ha avuto come relatori Michele Crisci, presidente di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) oltre che presidente e amministratore delegato di Volvo Italia e Fabio Pressi ceo di A2A E-Mobility. “Il mercato è stagnante per motivi strutturali ossia per gli indicatori economici negativi e un indice di fiducia d’acquisto in discesa. La dicotomia tra politica e industria crea un divario di urgenze sempre più ampio in un momento delicato per le esigenze del pianeta. I consumatori vanno in confusione e si crea un problema a tutta la catena del valore” ha affermato Michele Crisci. Eppure il Bel Paese sembra pronto. “In Italia ci sono 56.952 colonnine di ricarica. Paradossalmente in Italia il rapporto tra auto elettriche, BEV, e colonnine è il più alto in Europa. Abbiamo piani industriali di sviluppo della rete a prescindere dalle decisioni politiche. Ritengo che la transizione ecologica debba passare dalla collaborazione tra industria dell’auto e dell’energia” ha affermato Fabio Pressi. Il secondo tavolo del convegno intitolato “La via tecnologica verso strade più sicure” ha visto coinvolti Maurizia Bagnato, Sales ed Innovation director di Bosch, Carlotta Gallo, Dirigente della Polizia stradale e Alberto Busetto amministratore delegato di Generali Jeniot. “Diciamolo subito: la maggior parte degli incidenti che coinvolgono modelli recenti sono dovuti a tamponamento. E a subire l’urto è l’auto più recente mentre quella più vecchia priva di sistemi di aiuto alla guida (ADAS) è quella che tampona. Ciò dimostra l’utilità degli ADAS che con la frenata automatica intervengono dove il guidatore non lo farebbe o eseguirebbe la manovra di frenata con un ritardo fatale” ha spiegato Busetto. “La distrazione è un fattore decisivo, lo smartphone è uno dei primi, se non il primissimo elemento, nella causa di incidenti“ ha concluso Busetto. “Gli utenti della strada dovrebbero avere tutti i sensi reattivi invece questo non succede” ha sottolineato la dottoressa Gallo della Polizia Stradale. “Alla guida vanno utilizzati i comandi vocali e non va mai preso lo smartphone in mano. Guidare è una grande responsabilità e ognuno deve rispettare le regole”, ha concluso la dirigente della Polizia. Certo che con 7-8 milioni di auto connesse ci si chiede se i nostri dati siano al sicuro. “Sono raccolti in modo autonomo e non possono essere collegati al proprietario e al telaio della vettura. Solo in casi particolari possono essere messi a disposizione dell’autorità. Per noi la sicurezza, anche dei dati, è sempre al primo posto,” ha spiegato Maurizia Bagnato, sales and innovation manager di Bosch dopo aver illustrato gli ultimi interventi di Bosch in fatto di sicurezza stradale. “Quali alternative all’uso dell’auto personale?“. Questo è il tema del terzo tavolo che ha visto coinvolti Andrea Gibelli, presidente del gruppo ferrovie Nord Milano e di Asstra (Associazione Trasporti) e Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia. “Cinque anni fa Uber Italia, copriva due città, oggi sono diventate 15. Dobbiamo essere accessibili e affidabili. L’Italia è indietro. Il rapporto taxi-noleggio con conducente per abitante è addirittura il doppio a Madrid e il quadruplo a Parigi”, sostiene Pireddu. “Ferrovie Nord Milano per conto di regione Lombardia detieneil 50% di Trenord. Oggi movimentiamo circa 800.000 persone. Se sommiamo la seconda la terza e la quarta regione d’Italia non raggiungono i nostri volumi” spiega il presidente di Fnm Gibelli. “Nel 2011 viaggiavano con noi circa 350.000 persone e oggi siamo a più del doppio dopo 13 anni. I treni sono una vera ed efficiente alternativa”.

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