Collezione Lopresto
Sei auto uniche all’Adi Design Museum

L’Adi Design Museum è un posto dove capisci che qualche volta i sogni si realizzano. Basta guardarsi attorno per toccare con mano come le idee dei grandi designer italiani siano diventate realtà. Una cosa che in Italia succede dagli anni Cinquanta quando il design cominciò a colorare le nostre case. Ancora prima era cominciato con le nostre auto, prima con i carrozzieri, poi con i nostri designer che hanno fatto la storia. Una parte di quella storia è finita nella Collezione Lopresto, nata dalla passione di Corrado che ha trasformato in missione il suo amore per le auto italiane, più precisamente per i pezzi unici. “Se ne hanno costruita una sola vuol dire che non piaceva… lascia perdere… mi dicevano”. Oggi è la più importante collezione italiana e ora fino al 31 gennaio approda all’Adi di Milano in una mostra intitolata: “La Collezione Lopresto – storia del car design e restauro dell’automobile d’epoca”. 

Attraverso 6 esemplari unici si ripercorrerà il grande cambiamento avvenuto nell’arco di pochi decenni, nello stile e nei processi di creazione dell’automobile. Un percorso che va dalla Panda rivestita in tessuto alla Giulietta Zagato,  ed è completato dall’esposizione di modelli di stile in scala, provenienti dagli studi di design di Alfa Romeo, Bertone, Tjaarda.

Le sei vetture presenti:

Alfa Romeo 6C 2500 SS Bertone (1942) – Esemplare unico allestito su un telaio da corsa dell’anteguerra per la Scuderia Milan, importante squadra sportiva dell’epoca. Il disegno è opera di Mario Revelli, il più celebre designer automobilistico italiano degli anni ’30.

Lancia Florida Pinin Farina (1955) – Prototipo della Lancia Flaminia su telaio Aurelia, pietra miliare del design italiano. Con le sue linee tese e spigolose rivoluzionò il modo di disegnare l’automobile, dando origine ad un nuovo corso del design Lancia.

Osca 1600 GT Touring (1961) – Uno di due esemplari costruiti sul telaio prodotto dai fratelli Maserati. Carrozzeria speciale Touring che presenta brevetti innovativi come il lunotto concavo e la ruota di scorta estraibile dalla portiera.

Alfa Romeo Montreal Bertone (1970) – Secondo esemplare costruito e prototipo ufficiale della Montreal di serie. Presentato al Salone di Ginevra 1970 dopo il successo della concept car omonima all’esposizione universale in Canada nel 1967.

Fiat Panda Valentina Scioneri (1990) – Esemplare unico realizzato da Scioneri su base Panda 75S e rivestito in tessuto, con dettagli fuoriserie. Presentata al Salone di Torino 1990 come prototipo dimostrativo della carrozzeria.

Alfa Romeo Giulietta SZ Zagato (1961) – Prototipo della versione «coda tronca» della Giulietta SZ, sviluppata da Ercole Spada per Zagato sfruttando le teorie aerodinamiche di Kamm. Premiata dall’Unesco per il restauro conservativo nel 2016.

Sei vetture che si possono trovare soltanto in questa collezione. Ma la mostra non finisce qui, perché diventa anche qualcosa di attivo. Durante l’esposizione verrà infatti eseguito, in collaborazione con l’Accademia Galli di Como, il restauro conservativo di una Fiat 2100 Savio del 1962, auto esistente in esemplare unico, ovviamente. Utilizzando tecniche mutuate dal mondo delle opere d’arte, l’auto verrà riportata al suo originale splendore senza le sostituzioni e i rifacimenti tipici dei restauri più comuni. Questo approccio innovativo è stato portato alla ribalta da Corrado Lopresto con l’Alfa Romeo Giulietta SZ Zagato che trovò in un fienile americano. Decise di lasciarne metà allo stato in cui l’aveva trovata e restaurarne l’altra metà. Quando nel 2016 la presentò al Concorso di Eleganza di Villa d’Este, i giudici storsero il naso, quasi non la volevano ammettere. Vinse tutto, anche un premio dell’Unesco per il restauro conservativo. Lopresto ancora una volta aveva tracciato una strada.

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