Licchelli di Free2Move e ShareNow:“ Le amministrazioni pubbliche non capiscono il ruolo del car sharing nelle città”.
Amsterdam, Londra, Copenaghen e Stoccolma sono tra le città in Europa che hanno saputo meglio adottare politiche disincentivanti per l’utilizzo dell’auto privata e infrastrutture di trasporto pubblico integrate ed efficienti. Singapore ha adottato un innovativo sistema di pedaggio dinamico con controllo satellitare che, attraverso l’intelligenza artificiale, regola i prezzi in tempo reale per ridurre la congestione del traffico. L’Italia è ancora tanto indietro”. Luigi Licchelli è il business development & public affairs Italia di Free2move e ShareNow e spiega quanto le infrastrutture da un lato e le politiche nazionali e locali dall’altro, rappresentino un freno allo sviluppo della mobilità sostenibile nel nostro Paese. Dov’è il punto di equilibrio tra la necessità di spostarsi e il contrasto al cambiamento climatico? “Il mondo ha esigenze di mobilità sempre maggiori e ogni giorno fa scelte in tal senso. Dobbiamo orientare queste scelte verso le più sostenibili, soprattutto in relazione al tipo di spostamento. L’ideale è sfruttare al meglio le nuove forme di mobilità in sharing che offrono un ventaglio che va dai monopattini fino alle auto”. Free2move e ShareNow cosa stanno facendo per spingere sulla mobilità sostenibile? “Free2move ha comprato ShareNow un anno e mezzo fa e questo ha rappresentato un’importantissima evoluzione dell’azienda nello sviluppo del car sharing. Stiamo sviluppando un sistema di mobilità integrato che offre diverse opzioni ai clienti, come car sharing, noleggio auto, servizi on-demand e abbonamenti”. Ma in che termini si misura questa flessibilità? “Offriamo un servizio da un minuto fino a un anno, dando la possibilità al cliente di scegliere l’opzione più congeniale per le sue necessità, senza dover affrontare spese di bollo, assicurazione e potendo cambiare auto in qualsiasi momento. In più, essendo la nostra flotta per un terzo elettrica (ma noleggiamo anche tanti veicoli ibridi), consentiamo ai clienti più scettici verso le nuove motorizzazioni di provarle e valutarne i benefici, fermo restando che siamo ancora molto indietro sul piano delle infrastrutture”. E’ questo il problema più grosso? “E’ un grosso problema, ma è solo una parte di un sistema più complesso. Favorire la mobilità sostenibile significa disincentivare l’uso dell’auto privata e promuovere trasporto pubblico, car sharing, noleggi, eccetera”. A suo avviso cosa dovrebbe fare il legislatore nazionale? “Cominciare dalla fiscalità con l’allineamento dell’Iva dei servizi di sharing mobilità dal 22 per cento al 10 per cento come per trasporto pubblico locale o ncc, mentre i taxi sono addirittura esentati. Ci auguriamo che questi disallineamenti siano corretti l’anno prossimo nel Mef”. E a livello locale? “Quello che le amministrazioni pubbliche faticano a recepire è il ruolo del car sharing al fianco di trasporto pubblico locale e taxi. Il centro studi Fleet&Mobility stima che, in una città come Roma, 20 mila auto in sharing toglierebbero dalla strada 220 mila auto private (e oggi ci sono meno di 100 mila macchine in sharing in tutta Italia)”. Ma diversi servizi di sharing, soprattutto di scooter elettrici, stanno chiudendo in Italia. “Anche perché i canoni da versare alle amministrazioni locali sono molto elevati. Non ci siamo ancora risollevati dalla pandemia. Oggi il car sharing viaggia al 50 per cento rispetto a prima del 2020: hanno inciso le ztl aperte, i parcheggi gratuiti, lo smart working… Alcune città hanno azzerato i canoni nel periodo più critico. Torino, per esempio, li ha poi abbassati notevolmente negli anni successivi. Roma idem, anche se stiamo aspettando il nuovo bando. Milano no e questo dispiace perché si tratta di una città sempre all’avanguardia, anche in tema di mobilità”. A Milano il car sharing funziona abbastanza bene. “Vero, ma i costi fissi per sostenerlo sono molto elevati. In più, i canoni sono alti e le possibilità di investimento e crescita molto risicate”. E’ verosimile un futuro in cui auto a guida autonoma si sposteranno da sole a seconda delle necessità? “Sì, ma ci vuole ancora tempo”.