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Da LISBONA fino a ROMA guidando un’elettrica

by Umberto Zapelloni
23/12/2022
in Ma dai
Da LISBONA fino a ROMA guidando un’elettrica
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Lucio Tropea, ceo di Smart, racconta il suo viaggio con la nuova #1 “Devi cambiare un po’ l’approccio, ma oggi viaggiare green si può”

Mi è sempre piaciuto fin da ragazzo fare delle zingarate on the road. Quando ci hanno comunicato che dopo la presentazione ufficiale due delle nuovissime Smart #1 elettriche sarebbero state destinate a noi in Italia, non ho avuto dubbi. Mi è subito venuta l’idea e a la voglia di portarle a Roma guidando e non di caricarle su una bisarca. Quando l’ho raccontato ai colleghi europei qualcuno ha pensato che scherzassi, qualcun altro mi ha preso in parola e ha fatto come me, anche il collega inglese alla fine ha guidato fino a Londra”. A raccontare l’avventura è Lucio Tropea, ceo di Smart Italia che ha viaggiato per quasi 3 mila chilometri (2880 per la precisione) da Lisbona a Roma, dal Ponte della Libertà al Colosseo, in tre giorni in elettrico, accompagnato da Vadim Odinzoff dell’ufficio stampa con una seconda vettura. Due Smart #1, una in versione Brabus più spinta e l’altra in allestimento Premium, in giro per l’Europa. Il modo migliore per capire pregi e difetti della nuova Smart #1 e raccontare lo stato dell’arte delle ricariche elettriche in Europa. “ La prima tappa l’abbiamo fatta tutti insieme con le nostre dodici auto verso Madrid con partenze scaglionate di un’ora e mezza per non ritrovarci tutti in colonna a ricaricare visto che tra Lisbona e Madrid c’erano solo due Ionity”. “La rete europea di ricarica ad alta potenza oggi ti costringe ancora a pensarci prima di metterti in marcia. Devi ragionare per vedere dove predisporre le tue soste tecniche, caffè, bagno, pranzo, cena, notte e scegliere posti attrezzati con le ricariche. Tre anni fa era impensabile viaggiare in elettrico da Lisbona a Roma. Oggi lo abbiamo fatto. Con la Smart #1 guidandola senza star troppo a pensare al risparmio 280/300 chilometri li fai sempre. Sono in pratica tre ore di viaggio e dopo tre ore è normale pensare ad una sosta… Se sincronizzi la ricarica con un caffè, un pranzo, una visita alla toilette non ci sono poi troppi tempi morti. Ci siamo dati una regola di base: HPC, ossia ricariche veloci, sempre, tendenzialmente Ionity perché avevo fatto un abbonamento Passport (17,99 euro al mese con un costo a kWh di 0,35 euro n.d.r.) e dove non c’era Ionity improvvisazione alla ricerca della potenza più alta possibile, così una mattina ci siamo ritrovati alla LIDL in coda con le mammine e le loro ID4 a ricaricare gratuitamente, ma lentamente”. “Dopo la sosta a Madrid ci siamo salutati con gli altri colleghi europei e noi ci siamo diretti verso Barcellona. Mi sono reso conto che ormai in Spagna è fatta: hanno ricariche ad alta velocità in autostrada sulle principali direttrici con pannelli solari praticamente dovunque. Ma la cosa bella è che si crea quasi un clima da barca quando entri in una marina, vai a guardarti la barca di quello che sta a fianco”. “Entrando in Francia poi puoi scegliere tra Ionity e TotalEnergies, devi solo fare attenzione perché magari se ti fermi all’una vicino a un ristorante rischi di trovare otto prese tutte occupate, però con la ricarica veloce, aspetti dieci minuti poi ti attacchi tu e ti abitui a non aspettare di aver ricaricato il 100%. Arrivi all’80% e riparti, non vale la pena aspettare, meglio farti una sosta in più su un lungo viaggio. Negli HPC la sosta media è 20-25 minuti e statisticamente se arrivi e trovi tutto occupato aspetterai al massimo una decina di minuti… Strada facendo poi abbiamo anche superato la paura di consumare troppa energia andando veloci. Abbiamo visto chi viaggiando in tranquillità fai 350 chilometri, mentre spingendo un po’, magari quando vuoi divertirti perché negli specchietti, come è capitato sui Pirenei, ti vedi quello con l’Audi tutto gasato, i tuoi 300 chilometri li fai comunque…”. “Quello che abbiamo capito in questi tre giorni di viaggio è che manca ancora la ricarica in hotel. Noi abbiamo cercato di scegliere alberghi con la ricarica perché su booking sono segnalate, ma siamo arrivati a un Ibis e la ricarica era fuori servizio abbiamo dovuto andarcela a cercare a 5 chilometri. Per gli hotel la ricarica veloce diventerà un must come anni fa era il bagno in camera e oggi il wi-fi. Ormai non trovi più hotel senza, un giorno dovrà diventare così anche per le ricariche. Certo non è come andare a gasolio che ti fermi dove vuoi e in cinque minuti riparti, devi cominciare a pensarci un po’ prima di arrivare al limite. Ma assicuro che viaggiare a metano o Gpl può essere ancora più difficile. Con una macchina che carica 150 Kw in DC e a 22 in AC la risolvi”. “La sorpresa finale è stata la dorsale tirrenica. Ogni due ore in pratica hai una ricarica veloce e riesci a viaggiare tranquillo. Scegli quasi dove fermarti, In Liguria addirittura in autostrada e poi lungo l’Aurelia… quando siamo entrati a Roma poi hanno cominciato a guardare le auto e a farci domande ai semafori. Non passavamo inosservati. Le nostre Smart #1 si sono comportate benissimo. Avevamo aspettative abbastanza alte in termini di comfort e di silenziosità di marcia ed è andata meglio di quanto ci aspettassimo. Certo è un po’ come chiedere all’oste come è il vino, ma dobbiamo ammettere che la Smart #1 ha superato l’esame dei 3000 chilometri. Ho trovato comodi anche i sedili e ottima l’assistenza alla guida all’altezza dell’auto pilot della Tesla Model 3 che ho guidato per anni. Con in più una telecamera che ti controlla e appena ti vede distratto ti richiama”.

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