Vespa festeggia 75 anni, ma anche e forse soprattutto lo straordinario traguardo dei 19 milioni di esemplari prodotti a partire dalla primavera del 1946, quando cioè Piaggio ha messo in marcia per la prima volta questo straordinario oggetto, divenuto ben presto un’icona globale capace di trascendere la “semplice” funzione di mezzo di trasporto.
Vespa infatti è molto più. È parte integrante della nostra cultura, uno di quei rari prodotti che fanno stabilmente parte del paesaggio della quotidianità. E’ protagonista delle nostre vite, nell’immaginazione di molte generazioni di italiani, europei, americani, africani e asiatici. Nei fatti, Vespa è il primo marchio veramente globale della mobilità.
Un trait d’union tra generazioni, ambienti sociali lontanissimi tra loro, fenomeni culturali diversi e peculiari delle realtà nelle quali ha saputo calarsi, fino a diventarne protagonista e tratto distintivo. Vespa è la storia di milioni di ragazze e ragazzi che, in tutto il mondo, hanno conquistato la libertà “semplicemente” saltando in sella. Ne ha accompagnato le vite, incarnato i sentimenti e il desiderio di libertà dando una nuova marcia al mondo intero, diffondendosi sulle strade di tutte le nazioni, unendo in un’unica passione giovani di culture lontane e diverse. Ha accompagnato paesi e continenti nella loro crescita, li ha fatti correre nelle fasi di benessere economico. Ce n’era una nelle foto in bianco e nero, nei ricordi delle vacanze, nei film e nelle canzoni di un tempo caro e comune un po’ a tutti noi. Audrey Hepburn e Gregory Peck ne hanno inforcata una nel 1953 per le loro famose Vacanze Romane, rendendola celebre proprio come una star di Hollywood.
Tutto ha inizio fra le mani e i ragionamenti dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio quando il patron Enrico Piaggio gli commissiona un progetto incredibile, immenso. Un prodotto di largo consumo a basso costo, per accompagnare il boom industriale nell’Italia del dopoguerra. A quel tempo la tivù è ancora accesa per pochi e la Vespa diventa subito il modo nuovo e più veloce di muoversi, più facile dei mezzi pubblici e più economico e accessibile dell’automobile.
Nasce così la “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”, come recitava il progetto depositato dalla Piaggio il 23 aprile 1946 presso l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marche del Ministero dell’Industria e del commercio di Firenze. Una rivoluzione per l’intero concetto ergonomico di guida: sulla Vespa non si stava più a cavalcioni come a cavallo o sulle motociclette, ma comodamente seduti sulla sella, riparati dietro un grande scudo per non sporcare gli abiti. D’Ascanio poi arretrò il motore sulla ruota posteriore per eliminare la catena di trasmissione, immaginando così un mezzo a presa diretta con scocca portante; spostò il cambio sul manubrio, evolvette la forcella tubolare in un braccio simile ai carrelli degli aerei che conosceva così bene, allo scopo di facilitare le operazioni di cambio gomma.
Con quelle strade ancora improbabili, bucare era un gioco da ragazzi. Vespa è testimone del costume italiano e le sue forme imitate, copiate, clonate, sono diventate addirittura patrimonio esclusivo di Piaggio. Lo dice una sentenza del Tribunale di Torino del 2017 che ne ha riconosciuto il cosiddetto “marchio tridimensionale” registrato. Un design talmente avanti da accettare dopo 75 anni un nuovo paradigma: l’elettrico, per azzerare le emissioni e proiettare la Vespa nel futuro. Mentre quella di ieri osserva dalla collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano, dal suo spazio al MoMa di New York e nel Museo Piaggio.
Il più grande museo d’Italia dedicato alla storia e al futuro della moto, dove si festeggia l’anniversario fino al 30 settembre con “Vespizzatevi. 75 anni di successi e ripartenze”. La mostra, una coloratissima esplosione di oltre 200 immagini iconiche, celebra lo spirito senza tempo di Vespizzatevi, lo slogan che costituì una vera rivoluzione linguistica nella comunicazione, creando un verbo a partire dal nome Vespa, attraverso foto e campagne pubblicitarie provenienti dal ricchissimo e in gran parte inedito materiale dell’Archivio Storico Piaggio. L’Italia s’è Vespa, giovane chi Vespa e, appunto, Vespizzatevi… sono i mitici claim della réclame che ha contribuito a renderla un mito.
La pubblicità è stata sicuramente un motore importante per Vespa, un’autentica rivoluzione grafica e linguistica firmata dalle grandi firme dell’advertising internazionale: Nino Ferenzi, Zambelli, il francese Villemot.
È attraverso queste immagini che Vespa ha prodotto una serie di messaggi rimasti nella memoria collettiva, testimonianze di una attenzione al tessuto sociale che solo Vespa, entrata da subito nella quotidianità di tutti, ha potuto permettersi. Ovviamente per curiosare tra immagine iconiche che hanno fatto la storia c’è anche il tour virtuale online (museopiaggio.it), per viaggiare con Vespa comodamente a casa propria.