Quando anche il super yacht è spinto da un motore ibrido

Il B.Yond 37M di Benetti ha introdotto il sistema E-Mode Hybrid che riduce fino al 24% le emissioni di CO2.

Se ne parla poco, perché l’Italia sarà (forse) un paese di santi e poeti ma non di navigatori: Giovanni Soldini –milanese, quindi più legato al mare di un ligure o di un napoletano che l’hanno sotto casa – è pura eccezione mentre Vespucci e Colombo hanno sempre veleggiato al soldo straniero. La nautica, già penalizzata da costi elevati o altissimi, non è mai stata (né sarà) popolare nonostante 8.300 km di coste. Contano anche i luoghi comuni, la scarsa simpatia di molti Governi (Monti, do you remember?) e obiettivi problemi di porti. In compenso, siamo i numeri uno nei superyacht: all’ultimo Salone di Genova – in settembre 2021 – il Global Order Book (la Bibbia del settore) sentenziava che su 821 imbarcazioni di lunghezza superiore a 24 metri, 407 erano sulle linee dei nostri cantieri. Un record storico che facilmente verrà battuto alla prossima analisi. Gli italiani li fanno meglio e soprattutto ibridi: prova ne sia l’ultimo gioiello varato da Benetti che fa parte del gruppo Azimut-Benetti dal 1985 e dispone a Livorno di un sito produttivo da 215 mila mq, a oggi il più grande del pianeta. La ‘barca’ si chiama B.Yond 37M e nella sua categoria – gli expedition yacht – vanta il minor impatto ambientale al mondo grazie all’introduzione combinata del sistema ibrido E-Mode Hybrid sviluppato in esclusiva con Siemens Energy e dei filtri catalitici SCR (quelli dell’Euro 6 nell’automotive) sui motori principali. Gli ingegneri di casa Benetti hanno calcolato che considerando un uso approssimativo di 1.000 ore annue – 400 di navigazione e 600 all’ancora – rispetto a una barca analoga, il B.Yond 37M riduce le emissioni di CO2 fino al 24% e di NOx (ossido di azoto) fino ad un massimo dell’85%. Se il full electric, per ragioni tecniche, per ora è riservato a modelli di dimensioni limitate – ideali per laghi e acque protette, anche e soprattutto pensando al trasporto pubblico – superyacht e megayacht hanno puntato sulla soluzione ibrida, all’interno di una politica decisamente piu ambientale di un tempo. Azimut-Benetti investirà 130 milioni di euro in 4 anni sui propri cantieri per utilizzare energia più pulita, studiare metodi avanzati di produzione e creare progetti formativi per l’intera forza lavoro. La ricerca del Gruppo Azimut-Benetti si è sviluppata negli ultimi anni su due binari paralleli e spesso compenetrati: la riduzione dei consumi mirata all’abbattimento progressivo delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di NOx (ossido di azoto) e la sperimentazione nel campo delle propulsioni diesel-elettriche e ibride, con risultati in entrambi i casi. Nel caso del B.Yond 37M – il numero indica la lunghezza in metri – c’è il plus di poter scegliere fra quattro diverse modalità, tra cui quella Full Electric per una navigazione a zero emissioni, un vantaggio enorme grazie al quale è possibile accedere anche alle aree marine protette o alle zone interdette alla navigazione a motore. Diretto il paragone su quanto consente l’elettrico nelle Ztl cittadine e sulla possibilità di selezionare le modalità di guida su un’auto. Il pacco di batterie al litio consente anche di stazionare all’ancora a zero emissioni, tenendo i generatori spenti e alimentando a batteria le principali utenze di bordo che nel caso di un superyacht lussuoso richiedono un mare di energia e quindi inquinano moltissimo. Basti pensare che il B.Yond 37M è un ‘quattro ponti’ con ogni comfort. Con la nuova generazione di batterie ad alta densità energetica, un battery pack da 300 kW/h, fa godere di un’autonomia “at anchor” fino a 8 ore di giorno e a 12 ore di notte. Altro progresso tecnico, impensabile qualche anno fa: il tempo di ricarica delle batterie è di sole tre ore. Si conferma che non saremo navigatori, ma sappiamo fare (benissimo) le barche e venderle ai ricconi del pianeta. Avanti così, a tutta forza.

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