Quando la passione per la Mini diventa qualcosa di maxi

Più di seimila partecipanti in arrivo da tutta Europa (e da New York) si sono dati appuntamento in Toscana.

Si chiama I.M.M. ovvero International Mini Meeting ed è il più grande evento MINI al Mondo. Ogni anno avviene in una nazione europea differente e nel 2023 a fine maggio è toccato all’Italia. Seimila partecipanti si sono ritrovati a sud di Firenze, nel verde del Chianti che ha fatto il pieno di gioielli. Dalle Cooper anni ’60 alla nuova concept Aceman. Il primo crossover elettrico della Casa inglese e anticipatore della futura generazione di Countryman che dovrebbe debuttare nei prossimi mesi. Il raduno nato negli anni ’70 e giunto alla 41esima edizione unisce gli appassionati del marchio MINI che pur di esserci sono disposti a fare anche migliaia di chilometri con le loro quattroruote. A testimoniarlo le targhe inglesi, francesi, spagnole ma anche danesi e olandesi. Basti pensare che una coppia di americani è partita da New York spedendo per nave una rara Cooper S MK1. Uguale a quella che ha vinto il Rally di Montecarlo. Insomma la colorata carovana di circa milleseicento MINI ha attraversato in quei giorni non solo Firenze ma tutte le autostrade del Nord Italia. Una vera e propria invasione per quattro giorni di autentica passione che non è certo passata inosservata. Le MINI d’epoca viaggiavano affiancate alle John Cooper Works di ultima generazione e se tra loro ci sono anche 200 cavalli di differenza poco conta. Gli sguardi d’intesa e ammirazione erano reciproci. La macchina organizzativa è stata ineccepibile e l’”HU” Norcenni Girasole Village di Figline Valdarno, sede dell’evento, si è trasformato in una piccola Woodstock. Tra tende, bungalow con le auto parcheggiate davanti, concerti e mercatini caratterizzati da bancarelle che mettevano in mostra ricambi d’epoca ormai quasi introvabili, nascevano nuove amicizie. Il Mini Owners Club, gruppo italiano di appassionati e possessori è stato aiutato dai club locali e supportato da MINI Italia che ha inoltre messo a disposizione numerosi modelli di nuova generazione da far testare su strada ai partecipanti. E se l’ultima MINI elettrica attirava l’interesse non da meno è stato il restomod elettrico di modelli MINI degli anni ’60 e ’70 realizzato dall’azienda G.O.S.H. Carborg Project. Cambio manuale e interni classici ma motore 100% elettrico e batterie Tesla per una MINI Cooper di fine anni ’90. Davvero particolare il cambio meccanico e la frizione che è di tipo on-off e quindi svolge la funzione di distacco istantaneo, insomma non serve rilasciarla dolcemente. Il costo della conversione da termica a elettrica non è stato ancora ufficializzato ma pare sarà intorno ai 10.000 euro oltre ovviamente il costo di acquisto della MINI d’epoca su cui lavorare. Riflettori puntati anche sulla MINI cabrio elettric, una edizione limitata a 999 esemplari in tutto il mondo. La sostenibilità, infatti, fa parte del DNA di MINI. In Inghilterra con la nascita della piccola utilitaria a fine anni ’50 hanno coraggiosamente reinventato il concetto di auto per superare la sfida di una crisi petrolifera globale. Oggi, la stessa passione spinge MINI ad andare avanti per affrontare le sfide di una nuova generazione di prodotti che prosegue il percorso verso un domani completamente elettrico, attraverso una serie di azioni e ambizioni di sostenibilità. Passato, presente e futuro al raduno sono stati sullo stesso palcoscenico. “L’I.M.M. è un’occasione per condividere e diffondere i valori di inclusione, solidarietà, divertimento, attenzione per il pianeta e per le persone, che sono racchiusi nella filosofia di MINI Big Love for the People, Big Love for the Planet – ha dichiarato Federica Manzoni, Head of MINI Italia. IMM per noi è la massima espressione di ciò che rappresenta il nostro brand, un momento di inclusione e di festa con tutta la vasta community MINI”. Davvero emozionante vedere sfilare oltre 800 MINI nella parata conclusiva dell’evento. Appuntamento per tutti al prossimo Mini International Meeting che si terrà nel 2024 in Germania. Alec Issigonis, ingegnere greco naturalizzato britannico conosciuto come il papà della MINI da lui progettata nel ‘59, sarebbe orgoglioso delle sue creature che ancora circolano e di come BMW ha dato continuità al mito inglese a quattro ruote.

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