VIAGGIO (POLITICO) ATTORNO AL CYBERTRUCK DI MUSK

Non esiste auto che incarni di più lo spirito controverso di questi tempi È quasi una macchina (elettrica) da guerra e per molti è inutile Non lascia indifferenti e fa parlare di sé anche sul New York Time

Se c’è un’auto che incarna lo spirito controverso e polarizzante del nostro tempo, è sicuramente il TeslaCybertruck.

Il “tank” urbano di Elon Musk è elettrico, tuttavia non piace agli amici di Greta. Anzi. Ha una capacità di carico utile di oltre 1 tonnellata e di traino pari a 4.990 kg, cioè l’equivalente di un “elefante africano medio”, come recita il sito. Non è verniciato, ma ha l’esoscheletro in acciaio inossidabile “ultraduro” per mitigare graffi e ammaccature, rendendo più veloci e sostenibili tempi e costi di ripristino. È dotato di tenda Basecamp per due adulti, e la barra luminosa anteriore illumina fino a 480 metri, ovvero la distanza di 5 campi da calcio. Il concentrato di tecnologia del Cybertruck è all’avanguardia, non c’è niente di simile in circolazione. Ovviamente è connesso e ha il tetto interamente in vetro per godersi il cielo stellato: ma non potrebbe essere altrimenti, trattandosi dell’ultima creazione su ruota del creatore di Starlink e Space X, che lo definisce “costruito per essere usato su ogni Pianeta”. Forse anche per questo ha il filtro Hepa integrato di tipo ospedaliero, che aiuta a fornire protezione dal 99,97% dalle particelle sospese nell’aria. Insomma, si tratta di un mezzo pazzesco, anche se sicuramente “non sarà per tutti”, come disse Musk presentandolo. E non solo per i circa 80 mila euro necessari a iscriversi alla lista d’attesa per averne un esemplare; piuttosto perché, sin dal momento del lancio, la fila dei detrattori è stata più lunga di quella dei possibili acquirenti. Presentato da Musk nel 2019, questo mastodontico veicolo a forma di cuneo ha infatti scatenato reazioni contrastanti.

Tutto inizia con Elon sul palco accanto a un Cybertruck. Siamo nel novembre 2019, Los Angeles: l’amministratore delegato di Tesla si sorprende quando, durante una dimostrazione per mostrare la durabilità del veicolo, alcune piccole sfere di metallo appositamente lanciate contro i vetri infrangibili del truck hanno rotto i finestrini, aprendo la prima crepa nell’immagine pubblica di Tesla e, soprattutto, dell’allora beniamino della Silicon Valley, fino ad allora ipercelebrato per l’impegno per l’energia pulita e l’esplorazione spaziale. Amore e odio. Più di qualsiasi altra Tesla, il Cybertruck sembra rappresentare la parabola pubblica dello stesso Mr. Musk: visionario e innovatore, eccentrico e controverso. Se la fake news dell’estate vuole che Musk ne abbia regalato un esemplare con tanto di mitragliatore al ceceno filorusso Ramzan Kadyrov, con l’estetica aggressiva e le performance straordinarie, il Cybertruck sembra proprio incarnare lo spirito del tycoon: è ambizioso, provocatorio, sempre pronto a sfidare lo status quo, amato da alcuni e detestato da altri. Certo divide. C’è chi lo ama per il suo design unico, le sue prestazioni e il suo potenziale dirompente. Ma c’è anche chi lo detesta per il suo aspetto ‘alieno’, il suo costo elevato e le sue associazioni con Musk e le sue idee.

Ad accendere un riflettore su questo simbolo divisivo dell’era moderna, si è recentemente orientato persino il New York Times, che ha dato voce agli haters del progetto con il fondo “ A culture war on wheels”. Lo sappiamo: non è difficile associare l’ostentata simpatia del combattivo proprietario di X, precedentemente Twitter, per l’ex presidente Donald J. Trump e, specie ora che la campagna presidenziale Usa entra nel vivo, non stupisce che per il Nyt il profilo cliente di questo mezzo sia un maschio “alto, bianco, rumoroso, senza troppi amici, disperatamente impegnato a far sì che la gente pensi che è cool”. Certo, non si può negare che fra le caratteristiche più distintive ci sia proprio il design ispirato alla fantascienza distopica e alle immagini di carri armati e caccia. È un effetto voluto. Però questo veicolo presenta un aspetto imponente e aggressivo e anche la scelta stilistica ha diviso da subito: mentre alcuni apprezzano la sua originalità e il suo carattere futuristico, altri lo considerano brutto e funzionalmente inadeguato. Infatti, i riferimenti visivi per il Cybertruck non provengono dal design automobilistico contemporaneo, piuttosto dalla tivù anni ’80 e ’90 fatta di film, anime e giochi di ruolo che sono testi sacri dell’immaginazione geek. Tuttavia, al di là delle polemiche, il Cybertruck è diventato un vero e proprio fenomeno culturale. La sua popolarità è testimoniata dal numero crescente di video su YouTube dedicati alle modifiche e ai test del veicolo. Inoltre, molte celebrità hanno scelto di acquistarne uno, contribuendo a rafforzarne il fascino che supera quello del semplice veicolo. È uno status simbol, un’espressione di potere e, allo stesso tempo, un riflesso delle ansie della società contemporanea. Il suo aspetto imponente e il suo prezzo elevato lo rendono un oggetto del desiderio per molti, ma allo stesso tempo suscitano sentimenti di paura e di insicurezza.

Il Tesla Cybertruck è quindi un’auto che fa parlare di sé. È un simbolo divisivo, un oggetto del desiderio e un riflesso delle tensioni della nostra società. Ammirazione o repulsione, il Cybertruck non lascia indifferenti. E questo, forse, è il suo più grande successo.

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