La Motor Valley apre ai cinesi con la firma di de Silva

La joint venture tra Faw e Silk Ev porta in Emilia-Romagna la produzione delle nuove supercar sportive.

Walter de Silva

Walter de Silva

Non posso raccontare molto sulla gamma che sto disegnando, se non che, come è usuale fare nel nostro mestiere, ci siamo dati dei chiari benchmark: sono essenzialmente Ferrari e Porsche, ma non ci siamo dimenticati di Lamborghini e McLaren. Evidentemente dovremo lavorare sodo per costruire un’immagine di marca, con umiltà e senza presunzione. Ma è una bellissima sfida”. Walter de Silva, uno dei più grandi designer del mondo, offre una prima visione del lavoro che sta facendo per la joint-venture tra Faw e Silk Ev, sicuramente una delle più ambiziose dell’ultimo periodo.

Da una parte c’è il più grande produttore di auto cinese con quasi 4 milioni di veicoli venduti in patria e con 90 miliardi di dollari di fatturato; dall’altra Silk Ev, giovane società internazionale, specializzata nell’ingegneria e nel design di auto con tre sedi: New York, Changchun (in Cina) e Modena. De Silva, per la cronaca, è anche vice presidente Styling & Design della nuova società che ha deciso in investire nel progetto oltre un miliardo di euro.

L’obiettivo è ambizioso: creare una famiglia di supercar che saranno sviluppate e costruire nella Motor Valley emiliana mentre un’altra linea di produzione sarà a Changchun, dove si trova la sede principale di Faw. Per ora non si hanno notizie sull’esatta ubicazione del nuovo impianto italiano, ma indiscrezioni lo indicano nella provincia di Bologna o di Modena.

Lo sceglieremo insieme” ha annunciato nella conferenza stampa Stefano Bonacini, presidente della Regione Emilia Romagna che ha aggiunto: “Siamo di fronte a un progetto di straordinaria portata. Il fatto che la scelta sia caduta sulla nostra Motor Valley, la sola a livello mondiale, ci riempie d’orgoglio e premia gli investimenti che abbiamo fatto in ogni ambito, puntando sulla qualità. Tanto più che questo progetto si inserisce perfettamente nel Green New Deal cui guarda l’Europa, uno sviluppo sostenibile verso il quale anche la nostra filiera dell’automotive ha deciso di andare da tempo”.

Il primo frutto della joint venture si chiamerà S9 e sarà ispirata, almeno come impostazione tecnica, all’omonima concept car presentata al Salone di Francoforte 2019 con il marchio Hongqi: niente di originale a parte il posteriore, esibiva un V8 benzina di 4.0 litri associato a motori elettrici, per una potenza complessiva di 1.400 Cv. Facilmente, il designer lecchese rivedrà lo styling e ne farà un “oggetto” di classe.

Seguiranno una S7, anch’essa destinata alle linee della fabbrica italiana, e una S5, più altri due modelli inediti, che potrebbero invece uscire dalle catene di montaggio dell’impianto in Cina. Detto che il Ceo di Silk EV, Jonathan Krane, ha definito la S9 una “ultraluxury new energy sportscar”, è ben più concreta la visione del designer lecchese: “C’è un’intera gamma in agenda, deve essere ben chiaro che non stiamo parlando di one-off spettacolari o di esercizi di stile ma di una produzione in serie, per quanto fatta di piccoli numeri. Questo mi dà fiducia e mi motiva, poiché ci permette di fare un lavoro di sinergia tra le due realtà non soltanto sul piano ingegneristico ma anche su quello dello stile, con la possibilità di creare un’identità forte per il brand”.

Se la road-map non troverà intoppi, il via alla produzione è fissato per il 2022.

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