L’ultimo miglio? Con la bici pieghevole. Oggi è elettrica e più leggera

gocycle GX

gocycle GX

Il cambiamento di passo prevede sempre, prima, un cambiamento di pensiero. In nessun campo ormai si può più ragionare come il giorno avanti. Adattabilità è la parola chiave dei nostri tempi. Vale per tutti, compreso “l’Homo Automobilisticus”.

La domanda “Quale auto scelgo? ” non è più l’unica che dobbiamo porci. In un mondo che ha puntato decisamente sull’inurbamento, che prevede per il 2050 una concentrazione nelle città del 60 per cento della popolazione (oggi non arriviamo al 40 per cento), con una conseguente emissione di gas a effetto serra ascrivibile alle città pari all’80 per cento del totale, ciò che dobbiamo chiederci è: come il nostro comportamento può divenire sostenibile? L’adozione di auto a basso o minore impatto ambientale è solo una parte della strategia. Il punto è che in città il numero di veicoli dovrà giocoforza diminuire.

E chi pratica il city commuting, cioè raggiunge il luogo di lavoro in città provenendo da fuori in automobile, e non vuole adattarsi a usare i mezzi pubblici (come fa la maggior parte dei pendolari in epoca Covid-19), può trovare una soluzione nella cara, vecchia bici.

È il tema della mobilità dell’ultimo miglio. Dobbiamo diventare smart, e uno dei modi possibili è questo: lasciare l’auto nei grossi parcheggi che lambiscono la città, posizionati al termine delle arterie autostradali, e inforcare una bici. Una di quelle che si noleggiano in città, per esempio. Ma, ancora meglio, la bici propria, che ci si è portati dietro, nel baule dell’automobile. Si chiamano bici pieghevoli, folding bike nel resto del mondo: ti seguono in auto o in treno, poi le apri, pedali, e quando arrivi in ufficio le ripieghi e le porti con te, diminuendo così, tra l’altro, le possibilità di furto.

Sono nate a cavallo degli anni 80, quando non si parlava molto di problemi di inquinamento nelle città. Erano le bici da barca, all’epoca. O le si usava nei paddock dei circuiti automobilistici, per esempio. Dahon, oggi il più grande produttore mondiale di bici pieghevoli, è nato nel 1982, in California, grazie all’intuizione di David T. Hon, famiglia originaria di Hong Kong, laurea in fisica a Berkeley, il pallino di realizzare una bici efficiente che fosse anche trasportabile.

Andrew Ritchie, il fondatore di Brompton bycicle, ha brevettato la sua bici nel 1976 e oggi Brompton è il più grande produttore di biciclette del Regno Unito: inimmaginabile, qualche anno fa. Entrate nelle abitudini quotidiane di tanti cittadini, le bici pieghevoli hanno ora la possibilità di fare il grande salto di qualità: grazie all’impiego delle batterie e dei motori elettrici possono divenire bici totali. Perché il loro limite è che, a fronte della grande comodità di poterle ripiegare e trasportare in poco spazio, non sono molto efficienti in quanto a pedalata, prima di tutto per il fatto di essere dotate di ruote di piccolo diametro. Significa una pedalata più lenta e, a volte, faticosa. Il motore elettrico può sopperire a questo difetto congenito di tali bici.

Se vi abbiamo convinto (e non superate i 100 kg di peso, limite per quasi tutte le folding bike), ecco le cinque più interessanti bici pieghevoli elettriche disponibili oggi nel mercato.

Brompton Electric

Tutto lo stile Brompton con l’aggiunta del motore elettrico. Il brand londinese ha imposto la bici pieghevole come oggetto di moda, creando un catalogo di parti di ricambio con cui personalizzare i propri modelli che ha generato un movimento simile a quello creato oltre trent’anni fa in campo motociclistico da Harley-Davidson. Brillante, veloce e affidabile, la Brompton Electric ha un motore dotato di tre livelli di assistenza e un display per la gestione molto intuitivo. Cambio a due o sei velocità, peso di 14,5 kg, batteria da 300 Wh, autonomia fino a 70 km, ricarica in 4 ore. Prezzi da 3.400 euro.

B-Twin Tilt 500 E

Imprescindibile Decathlon, la catena di negozi che ha reso lo sport definitivamente democratico. La sua Tilt 500E è una delle poche pieghevoli elettriche di buona qualità proposte a meno di mille euro. Per la precisione, 850 euro. Con motore da 250W e batteria da 187 Wh, consente di percorrere fino a 35 chilometri in modalità Eco. Telaio in alluminio garantito a vita, ruote da 20 pollici, trasmissione Shimano a 6 velocità. Pesa 18,6 kg. Con un po’ di allenamento è richiudibile in meno di 15 secondi.

Dahon K-One Mid Drive

Motore centrale Bafang da 250 W, batteria Samsung, cambio a 8 velocità Shimano, ruote da 20 pollici, telaio in alluminio, freni a disco, 19 kg: la rivisitazione in elettrico di una delle pieghevoli più sportive. Molto interessante il motore (per posizione e marca): è la stessa soluzione utilizzata sulle bici da corsa a pedalata assistita. Prezzo di 1.700 euro, ma è di difficile reperibilità.

Atala E-Folding S

È la entry level di Atala, che in catalogo ha quattro e-bike pieghevoli. Telaio in alluminio con batteria integrata, cambio e freni Shimano, ruote da 20 pollici, coppia massima 35 Nm, batteria d 319 Wh, 5 ore per la ricarica. Cinque i livelli di assistenza, interessante la funzione Soft Start (fino a 6 chilometri orari senza pedalare). Velocità massima limitata a 25 chilometri orari, come ogni bici a pedalata assistita. Prezzo 1.149 euro.

GoCycle GX

Il suo produttore la presenta come “la migliore pieghevole del mondo”. Di certo le Gocycle sono tra le più innovative e, nei modelli più raffinati, costose del mercato. Grande l’attenzione ai dettagli: ruote in magnesio da 20 pollici, sistema di montaggio laterale (consente di non dover smontare la ruota se si deve sostituire la camera d’aria), motore da 250W con batteria (da 300 Wh) integrata nel telaio, autonomia di 65 km e ricarica completa in 7 ore. Il telaio è in alluminio e pesa 16,5 kg. La versione base S (1.799 euro) non è praticissima da ripiegare. Molto meglio fa la GX, per la quale pare che bastino solo 10 secondi, ma ci vogliono 2.199 euro.

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