Aventador Ultimae Roadster, un vero concerto di emozioni

La Lamborghini Aventador Ultimae Roadster è l’ultima Supercar che entra a far parte della mia collezione 777. Costruita in edizione limitata a 250 pezzi, con il poderoso motore aspirato 12 cilindri e 6.5 litri di cilindrata, sta rallegrando da qualche settimana qualsiasi giornata con il semplice tocco del tasto Engine Start, coperto dal cappuccio rosso in stile jet aviazione. Il sound del motore, che raggiunge 9.000 giri è entusiasmante e non ha eguali nella sua categoria per la sua tipica tonalità acuta e ruggente. Le prestazioni sono da vera hypercar: 780 cavalli per uno 0-100 Km/h in 2,8 secondi ed un ancora più impressionante 0-200 km/h coperto in soli 8,7 secondi. La Aventador Ultimae Roadster spinge praticamente senza interruzione fino alla massima velocita di 355 km/h ed ogni secondo di questa spinta ti regala la partecipazione ad un concerto dalle sfumature sempre diverse: il pedale dell’acceleratore può essere usato per fare emettere allo strumento musicale a 12 cilindri alcune sinfonie incredibilmente appaganti diffuse nell’abitacolo e all’esterno. Sarebbero da registrare e conservare negli archivi di ogni appassionato del genere, perché questo tipo di musica presto non sarà più autorizzata. La linea riprende qualche spunto stilistico della Aventador SVJ, ma in versione più elegante con un alettone mobile integrato nella carrozzeria, ed è sufficiente a garantire un elevato downforce in tutte le situazioni ad alta velocità. Astronave è il termine più frequente che è stato associato a questo modello fin dalla prima sua uscita nel 2011, e posso confermare che è tuttora il termine più frequente che sento sussurrare al passaggio della vettura. La configurazione di un modello così speciale non poteva che essere eseguito in fabbrica a Sant’Agata Bolognese. Seguito in ogni dettaglio da Camilla e Daniele, esperti Lamborghini del programma Ad Personam e di prodotto, ho scelto un verde GEA metallizzato opaco, abbinato ad un carbonio opaco all’esterno a contrasto con il carbonio lucido all’interno e nel vano motore. Ho optato per la versione Roadster, che trovo più slanciata della coupè, per godermi meglio il sound del maestoso 12 cilindri. Il tetto è composto da due parti in carbonio, rimovibili manualmente, che trovano spazio nel vano anteriore: soluzione classica, ma di grande fascino che permette di lasciare inalterata la linea mozzafiato. Il risultato finale è quello di un’opera d’arte che andrà custodita nel tempo, perché questa volta siamo sicuri che sarà l’ultimo motore termico aspirato prodotto da Lamborghini e l’ultima sportiva vera. *Collezionista e direttore del Milano Monza Motor Show

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