Il caffè arriva col robo-truck: lo street food del futuro

Dalla Corea un progetto per Starbucks: veicolo elettrico a guida autonoma. Come cambieranno le consegne dell’ultimo miglio.

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Venga a prendere il caffè da noi. Ma se resta in zona, ci spostiamo e lo prepari come vuoi tu. Giocando sul titolo del film anni Settanta – tratto da “La spartizione”, uno dei romanzi del grande Piero Chiara – questa è la rotta per lo street food & drink del futuro, basato sulla mobilità dei mezzi e su una qualità elevata.

Niente a che fare con il delivery e neppure con il take away, dove sono comunque necessari rider e ‘cucinieri’. Per capire la svolta, bisogna dimenticare i (peraltro) bellissimi e iconici truck che soprattutto in America si piazzano in punti strategici o agli eventi: stiamo entrando, sulla falsariga delle auto, nell’era dei furgoni senza guidatore e a emissioni zero. Non è fantacucina: tecnicamente si potrebbe anche oggi mentre ci sono scontati ostacoli legislativi e assicurativi, in base al tipo di utilizzo che è diverso da una consegna di pacchi (primo obiettivo dello Zoox di Amazon) o dal trasporto di persone (come prevede EZ-Ultimo, il robo-taxi di Renault).

Una delle prime azienda a ragionare sul tema non poteva che essere Starbucks: il progetto di Jungsoo Lee – una giovane designer sud-coreana – per la più grande catena mondiale di caffetterie, con quasi 30mila punti vendita, fa sognare gli appassionati del brand e stimola la concorrenza. Quello che sembra una via di mezzo tra un blindato in stile Mad Max e un gatto delle nevi del XXII secolo, non è altro che un geniale robo-truck – rigorosamente a propulsione elettrica – da spostare dove serve: nei parchi, nelle zone pedonali, davanti a un’arena sportiva. Pronta a disposizione di grandi e piccini, senza obbligare alla presenza di baristi e operatori vari: in prospettiva manca pure il pilota, perché il mezzo verrebbe guidato a distanza da un operatore. Esattamente come un drone. Jungsoo Lee – questa è l’altra novità – lo ha immaginato come un veicolo completamente autonomo che si divide in due moduli. Il primo include una bassa piattaforma che serve come base per gli spostamenti e diventa uno spazio destinato a sedersi per godere ciambelle, caffè e prelibatezze varie. Il secondo modulo, che in movimento funge da parte superiore, si separa automaticamente – posizionandosi a terra su supporti estensibili e incassati – e diventa la zona di ordinazione e preparazione self-service dei cibi e delle bevande. Il cliente di Starbucks (ma potrebbe essere quello di un qualsiasi altro brand del settore bar e ristorazione) entra nel modulo, ordina dalla carta, paga attraverso la App nello smartphone, riceve quanto ordinato ed esce. Troverà posto sulla panchina-cingolo che è ben fissata al suolo.

Va detto che il 2020 – anno segnato dalle limitazioni agli spostamenti e dalle chiusure di attività commerciali – ha dato un notevole impulso a quelle aziende che stanno investendo in mezzi innovativi in grado di portare i prodotti direttamente a casa (o nei pressi) dei clienti. Sfruttando i concetti base del momento: funzionamento elettrico e guida autonoma. L’ultimo rapporto di Futures – la nuova piattaforma di approfondimenti sul food & drink del nuovo decennio – sostiene che entro il 2025, l’uso della tecnologia nell’evasione di ordini ‘dell’ultimo miglio’ potrebbe ridurre i tempi di consegna di almeno dieci minuti dal momento dell’acquisto. E un delivery efficiente e autonomo ridurrà notevolmente i costi.

Da qui l’analisi di GlobalData che ritiene sia probabile che “in futuro i veicoli autonomi saranno la fonte principale di tutte le consegne, a partire da quelle di cibo“. Sono valutazioni da prendere con cautela, perché ricordano l’ottimismo (eccessivo) delle Case automobilistiche nel predire il boom delle vetture elettriche, quando in realtà stiamo assistendo a una buona crescita.

Però, l’interesse è elevato: un progetto interessante sul tema è stato presentato da un altro designer coreano: Lee Sungwook ha diffuso su Behance – piattaforma dedicata alla condivisione di progetti – il render di Streat, un veicolo a guida autonoma dotato di cucina modulare e iper-connessa, che ha totalizzato migliaia di visualizzazioni e commenti entusiasti. Siamo avanti anni luce dalla salamella & Beck’s, post-derby, con coda disordinata. Non è detto che le nuove idee sia per forza un vantaggio, soprattutto in Paesi come il nostro dove contano le ‘facce’ di chi è sul furgone a cucinare, oltre che la qualità del cibo. Ma il futuro dello street food & drink sarà (anche) essere dei robo-truck.

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