La bicicletta motore del turismo. Si viene in Italia anche per pedalare.

Bastianelli, direttore di Enit: “Il 60 per cento degli stranieri che vengono da noi e fanno sport, lo fanno con le due ruote. Basta andare in montagna per vedere. E le e-bike: oggi uniscono le famiglie”. Un business da 5 miliardi di euro

Cicloturismo

Cicloturismo

Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare”. No, il refrain non funziona più, bisogna aggiornarlo.

Le vacanze sono cambiate, e come la mobilità diventa sostenibile, così anche il turismo, che soprattutto in un Paese come l’Italia, il Paese che ha più siti Unesco di tutti (55), non è più la fantozziana infilata di ombrelloni in spiaggia, ma è attivo, dinamico, sia da un punto di vista prettamente fisico sia da quelli culturali ed enogastronomici. In questo processo di cambiamento, chi gioca un ruolo da protagonista è la bicicletta. C’è chi ci fa Grand Tour, in sella tutti i giorni, chi la usa per fare sport, chi per una giornata a tema, ma insomma la usano un po’ tutti.

I dati lo confermano. In Italia il cicloturismo vale 5 miliardi, di cui 3 provenienti dal turismo straniero, sui 44 miliardi di valore per l’Europa intera (guida la Germania con 20 miliardi). Significa che, in Europa, ogni anno si fanno 2,3 miliardi di escursioni cicloturistiche, di cui 20 milioni di viaggi in bici sulle grandi assi EuroVélo che comportano almeno un pernottamento; in Italia nel 2019, ultimo anno pre Covid, i pernottamenti generati dal cicloturismo sono stati 55 milioni. E adesso è ora di ripartire.

Se c’è un dato certo, è che il turismo ripartirà, e anzi le persone avranno ancora più voglia di viaggiare di prima. Questi due anni hanno lasciato un vuoto in noi”, spiega Giovanni Bastianelli, direttore di EnitAgenzia Nazionale del Turismo, l’ente pubblico che promuove l’offerta turistica dell’Italia. “Il turismo in tutto il mondo, non solo in Italia, a febbraio dell’anno scorso si è bloccato completamente, perché alla base del turismo c’è il viaggio. Per l’Italia, che è leader in Europa del turismo proveniente d’Oltreoceano con una quota del 25 per cento, è stato drammatico. Il passaporto vaccinale e la percentuale di vaccinati sempre in aumento ci fa sperare di ricominciare a spostarci, ma dobbiamo sapere che dovremo continuare a convivere ancora con il virus. Non torneremo subito come prima. L’Italia è tra i Paesi più ambiti al mondo per fare una vacanza, ma riteniamo che fino alla fine del 2023 non si potrà immaginare un ritorno al livello degli stranieri del 2019. E poi nel turismo tante cose sono cambiate”.

Può spiegare? Chi decide cosa vuole il turista è il turista stesso. Non è la destinazione che può imporre un modello. Le abitudini e l’aspetto psicologico nel turismo sono fondamentali e riprendendo a viaggiare sarà importantissimo cercare di capire ciò che i turisti vogliono. Dopo la pandemia è cambiato ciò che le persone desiderano nei momenti di relax. Già negli ultimi anni si vedeva un cambiamento. I viaggiatori sono ormai maturi, nel senso che viaggiano da tanto tempo, e parlo in special modo dei turisti dell’Europa centrale, degli Stati Uniti. Cercano sempre più un rapporto diretto con la natura, una vacanza sostenibile, che abbia dentro qualcosa di formativo: imparare a fare qualcosa o cercare il benessere psicofisico. Una vacanza da raccontare, anche tramite i social: una esperienza unica, pensata per te e offerta solo a te. Questa tendenza si è sviluppata parallelamente ai flussi turistici nelle grandi città d’arte: la ricerca di qualcosa di particolare, legato alle aree interne del Paese, oppure al cibo, ai paesaggi, alla cultura, alle tradizioni. E questo è ciò che rende l’Italia un Paese molto interessante per i turisti. In Italia non ci si annoia. Infatti abbiamo subito intercettato il cambiamento di desideri e sentimenti dei turisti, e siamo stati l’unico Paese europeo che negli ultimi anni è sempre cresciuto. Perfino la Spagna, che ha fatto decine d’anni sempre con il segno positivo, ha avuto una battuta d’arresto, perché, contrariamente a noi, non ha saputo intercettare le nuove esigenze dei turisti”.

E tra queste c’è anche il turismo attivo, e dunque la bicicletta. “Certo. Un tempo la vacanza attiva non esisteva. La villeggiatura era statica, pensata come puro relax. Oggi invece si fanno circuiti dedicati all’enogastronomia, al benessere fisico e anche psicologico, alle esperienze più varie. E la bicicletta gioca un ruolo importantissimo. Il 60 per cento degli stranieri che vengono in Italia e fanno sport, lo fanno con la bicicletta. Se si va nei paesi montani, non solo delle Alpi ma anche degli Appennini, ci si accorge subito di come è cambiato il modo di fare la vacanza, quante sono le iniziative legate alla bicicletta e quanto sia ormai importante la bici elettrica. Grazie all’ebike, quello che prima faceva solo una persona della famiglia, oggi riesce a farlo tutta la famiglia. Questo fa la differenza. La bici elettrica è un modo per vedere l’Italia e per farlo in una modalità slow. Non si può pensare di vedere l’Italia in qualche giorno: è un Paese dove bisogna tornare molte volte e che bisogna ‘assaporare’ in maniera lenta. La bicicletta è perfetta per questo scopo, e ha anche la particolarità di essere usata dai giovani, che sono molto importanti perché rappresentano il futuro. I giovani che vanno in vacanza da soli o in gruppo oggi, sono i capofamiglia di domani. E noi dobbiamo mostrare loro la parte d’Italia che solitamente non si vede”.

Enit crede molto nella bicicletta, tanto che, da tre anni, partecipa ed è sponsor del Giro-E, l’evento che si svolge sulle strade e nei giorni del Giro d’Italia ma con bici a pedalata assistita.Lo sport come veicolo di promozione del turismo è importantissimo. Lo sport è la vetrina del Paese. Il Giro d’Italia per noi, come il Tour de France in Francia, sono una cartolina che si manda a tutti gli abitanti del mondo per fare vedere quanto è bello il nostro Paese. Il Giro d’Italia è questo: un momento dove tutto riescono a immaginare di essere in Italia. Al Giro-E noi abbiamo invitato a pedalare con noi influencer, blogger, vlogger, giornalisti e tour operator da tutto il mondo, affinché raccontassero l’Italia. Abbiamo avuto giornalisti coreani, australiani, russi, ai quali abbiamo mostrato l’Italia più vera, quella lontana dal cliché, e ne sono stati entusiasti. Abbiamo avuto un ritorno d’immagine, come Italia, enorme. Son certo che il Giro-E diventerà un Grande Giro, anche perché oggi con le biciclette siamo arrivati a livelli altissimi: sono vere e bellissime biciclette da corsa in carbonio, dalla linea stupenda, con la particolarità di avere un’anima elettrica”.

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