La nuova vita dei camper: casa ufficio per tutte le stagioni

Le immatricolazioni sono salite del 7,44%. Il fenomeno non sfugge ai costruttori: arrivano i van camperizzati.

Nissan NV350 office pod

Nissan NV350 office pod

C’era una volta il camper “solo” in vacanza. Da un anno a questa parte è diventato luogo di vita e di lavoro per non pochi italiani: la pandemia e lo sviluppo (obbligatorio, in molti casi) dello smart working hanno mutato la storia, facendo scoprire il vantaggio di una casa e/o ufficio che si sposta, provvista di connettività, prese elettriche, autonomia energetica. Magari con un panorama che migliora subito l’umore e aumenta la produttività. Altri hanno deciso di lasciare monolocali cittadini per cercare luoghi in mezzo alla natura per vivere, magari cambiandoli di tanto in tanto. E altri ancora hanno utilizzato il camper come ‘stanza da hotel’ nelle continue trasferte lavorative, senza doversi appoggiare alle strutture di hospitality alle prese con i ben noti problemi. Questo ovviamente nulla toglie all’aspetto ricreazionale del camper, semmai ne ha integrato il valore di libertà e piacere, dando peso a una delle espressioni più amate tra gli appassionati che lo definiscono “aria di casa mia, sotto ogni cielo”. E di riflesso hanno mosso il mercato, in misura ben differente rispetto alle auto.

Le declinazioni del camper sono mutate nell’ultimo anno, togliendo quel concetto di stagionalità che lo esaltava ma ne limitava anche l’utilizzo mentre i valori di libertà, autonomia e sicurezza valgono sempre” sottolinea Ester Bordino, presidente di Assocamp. L’associazione di riferimento per il settore – con circa 200 affiliati, il 90 per cento dei concessionari italiani – ha stimato che nel 2020, i camper hanno coinvolto almeno un 30 per cento di italiani in più rispetto all’anno precedente. Le immatricolazioni sono salite del 7,44 per cento mentre ci sono affiliati che hanno segnalato una vendita dell’usato superiore del 50 per cento al 2019.

Il fenomeno non sta sfuggendo alle case automobilistiche: l’ultima serie di van ‘camperizzati’ ha poco a che vedere con i furgoni attrezzati di un tempo, quelli che piacevano agli hippy per intendersi. Sono veicoli abitabili, allestiti all’interno della scocca di un furgone, senza che a questa vengano apportate modifiche. L’unico intervento è la coibentazione: più è isolato, migliore risulta il comfort. Il vantaggio principale rispetto al camper è rappresentato dalla versatilità: il van è poco più grande di una monovolume, le dimensioni compatte – che assicurano manovrabilità, stabilità, possibilità di parcheggio – non impediscono l’utilizzo nelle strade urbane come all’opposto in strade più impegnative. In definitiva, con un van si è liberi di viaggiare (quasi) ovunque, con un camper no. Poi subentra la qualità superiore se i modelli sono realizzati da VW (California 6.1), Mercedes Benz (Marco Polo), Ford (Transit Custom Nugget) o vengono costruiti sul mitico telaio del Fiat Ducato. Tutti molto vivibili e spesso ben arredati, molto europei insomma.

In Giappone, dove prosperano i capsule hotel – quelli con le camere-loculi – invece il concetto del van è spartano. All’ultimo Tokyo Motor Show virtuale, Nissan ha presentato il NV350 Office Pod Concept. Partendo dal noto commerciale NV350, modificato nel look con l’aggiunta di un guscio di pannelli a effetto tridimensionale, la Casa ha aggiunto nel volume interno del furgone una capsula retrattile (da cui il nome Pod), capace di muoversi su un sistema di binari. Dentro, una vera workstation: la postazione, gestibile tramite smartphone, è dotata di scrivania e sedia da ufficio ‘firmate’ Herman Miller. Sotto ai piedi, lungo il pavimento, uno schermo proietta immagini di elementi naturali in movimento mentre sopra la testa, c’è un tetto ‘tutto da vivere’: dotato di lettino e ombrellone, vuole essere lo spazio che consente di evadere dall’ufficio, per godersi all’aria aperta una tazza di caffè. Sì, perché all’interno è prevista una coffee machine regolamentare. Speriamo lo faccia buono.

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