La personalizzazione estrema, ultimo trend del lusso

Iniziò la Ferrari, poi arrivò la Lamborghini. Adesso è la volta di Maserati con le sue tre linee Corse, Unica e Futura

In principio – come per tante altre cose – fu il Cavallino. Nel 2011, lanciava Ferrari Tailor Made: il programma per quei clienti che desiderano una definizione a livello sartoriale della propria vettura, così da renderla forte espressione della propria personalità e dei propri gusti. In pratica, la nuova frontiera della personalizzazione che oggi non si nega a nessuno persino nella fascia bassa del mercato ma che è più che obbligatoria nelle premium o super premium. Tailor Made prosegue una tradizione nata a Maranello, sviluppatasi tanto negli Anni ’50 e ’60, un’epoca in cui si personalizzava la propria vettura effettuando scelte in grande libertà in termini di tessuti, pelli, ebanisterie, colori e finiture, che rendevano le auto realmente uniche e “ritagliate” sui desideri. 

Oggi Ferrari Tailor Made propone tre collezioni strettamente legate al DNA del Cavallino (Scuderia, Classica e Inedita) e ha tre centri operativi: Maranello, Shanghai e New York. Due anni dopo, Lamborghini decideva di valorizzare Ad Personam, programma inventato nel 2006, creando un team dedicato e composto da specialisti delle principali aree aziendali. Oggi è un fiore all’occhiello della Casa di Sant’Agata Bolognese, che dal 2020 può contare anche su un atelier virtuale: basti citare le 348 colorazioni uniche, una gamma di tinte da record nel mondo dell’automobile. Non solo le tradizionali tinte pastello o metallizzate: Ad Personam ha aperto le porte alle nuove vernici trasparenti , che contengono micro-cristalli sotto forma di polvere di diamante. E’ un giochino che funziona, favorito dalla visita nel sito da parte del cliente, vedi il colloquio finale con lo staff di Ad Personam Studio: oltre il 50% delle Lamborghini consegnate nel 2020 sono state configurate con un allestimento speciale, una percentuale triplicata nell’ultimo triennio, mentre all’Aventador spetta il primato di modello più personalizzato dai clienti. 

Venti km a ovest, Maserati sta dando impulso a Fuoriserie, il nuovo programma che consente la personalizzazione massima per Levante, Ghibli, Quattroporte e MC20 con migliaia di combinazioni possibili. Così, per aiutare il cliente a orientarsi, sono state individuate tre collezioni base da cui partire: Corse, Unica e Futura. «Ovviamente tutto può essere mescolato- racconta Klaus Busse, a capo del design Maserati – ma la collezione Corse reinterpreta i ricordi delle corse, con materiali e lavorazioni come l’Alcantara tagliato a laser, che si appellano alla creatività italiana e alla storia del brand. Poi abbiamo anche persone non legate all’eredità di Maserati e vogliono qualcosa solo per loro: la linea Unica è concepita allo scopo di personalizzare qualunque elemento dell’auto. Per finire, c’è la selezione Futura dove permettiamo al cliente di entrare nella nostra ‘fucina’ a cercare le tendenze di domani. Tra le varie possibilità, c’è per esempio quella di eseguire verniciature molto provocatorie: non ci sono limiti perché l’auto è realizzata a mano». Questa tipologia di lavorazione, chiamiamola artigianalità 4.0, ha aperto a Maserati una nuova interessante strada, quello delle one-off. Sulla base della Levante Trofeo, per esempio, è stata realizzata la versione ‘esplosiva’ per Massimo Bottura, consegnata all’ultima Motor Valley Fest, nel cuore della città di origine del maestro dell’Osteria Francescana: dipinta con schizzi di colore così come alcuni dei suoi piatti iconici. 

Recentemente un bis per la Levante Trofeo, con il modello per Massimiliano Alajmo, altro cuoco di grandissimo livello: sedili in pelle color zafferano (un prodotto amatissimo dal tristellato de Le Calandre), carrozzeria Nero Luce, il logo di Max sul battitacco. In definitiva, non siamo gli unici nel mondo dell’automotive a personalizzare il lusso, ci mancherebbe: basti pensare a cosa combinano i reparti ‘artigianali’ su Rolls Royce, Bentley e Aston Martin, che godono spesso di budget illimitati. Però, a meno di ricevere richieste insensate dai clienti, il Made in Italy vive di classe naturale: su questo, non si discute.

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