Tavares difende l’Alfa e Stellantis dai cinesi

Carlos Tavares ha deciso di giocare a fare l’italiano, almeno per un giorno. Prima a Torino, poi a Milano dove l’Alfa Romeo ha lanciato il suo nuovo Suv compatto, la prima auto elettrica della Casa, dandole il nome del capoluogo lombardo, la città dove Alfa è nata nel 1910. Il ceo di Stellantis è passato da un sindaco all’altro. Prima ha tagliato il nastro inaugurale del nuovo impianto che costruisce i cambi per le auto ibride del gruppo con Stefano Lo Russo (e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio), poi è volato nella sede dell’Aci di Milano per brindare alla nuova Alfa e metter in posa con il sindaco Sala.

Il nuovo impianto torinese si chiama eDCT Assembly Plant ed è parte del piano Mirafiori Automotive Park 2030. È stato realizzato in tempi record, copre 17 mila metri quadrati e quando andrà a regime (a fine 2024) produrrà 2.100 cambi al giorno (600 mila l’anno) per servire tutti i marchi del Gruppo. Tavares ha posto l’accento sul “pragmatismo” di Stellantis: “Siamo un’azienda che offre soluzioni. La nostra missione è quella di fornire mobilità sicura, sostenibile e accessibile”. Il manager portoghese ha ricordato i passi che sono stati compiuti a Mirafiori: la realizzazione del Battery Technology Center, il SUSTAINera Circular Economy Hub (che prevede il ricondizionamento delle vetture, il loro smontaggio e la rigenerazione dei componenti), il GrEEn-campus (un programma di trasformazione dei luoghi di lavoro che prevede ambienti a zero emissioni di carbonio) e ora l’impianto per i cambi. Ha anche dato due annunci che riguardano i prodotti a marchio Fiat: la Panda, sempre molto amata dagli italiani, resterà in produzione sino al 2030 (prima la data limite era il 2027) e soprattutto la 500 elettrica, grazie a un investimento dedicato di 100 milioni, avrà nuove batterie che permetteranno di tagliare sensibilmente i costi (cosa che dovrebbe aumentare i volumi produttivi, oggi ridotti). Inoltre ha confermato gli impegni sugli altri stabilimenti italiani.

Tavares ha però voluto puntualizzare alcune altre questioni. La prima è che l’investimento sulla 500 elettrica è un fatto concreto per ridurre il prezzo delle auto BEV, mentre gli incentivi annunciati dal governo non sono ancora disponibili: “Siamo in attesa”. La seconda – al centro di un appassionato intervento – riguarda quelle che senza mezzi termini ha bollato come fake news: “E’ una fake news che Stellantis voglia abbandonare l’Italia, siamo leader del mercato, ci sentiamo a casa nostra, stiamo investendo, abbiamo progetti, idee e capacità per tenere fede agli impegni. La transizione è un processo che genera ansia, ma noi non abbiamo alcuna intenzione di andarcene”, una frase pronunciata a Torino e poi ribadita a Milano. È un tema che apre alle considerazioni sul possibile arrivo dei cinesi: “Siamo un’azienda che ama competere e siamo in grado di tenere testa ai cinesi, se qualcuno vuole introdurli sul mercato sappia che sapremo uscirne vincitori, ma non senza cicatrici. Volevano comprare l’Alfa e ho detto no, è uno dei gioielli di Stellantis. Poi l’anno scorso volevano comprare un altro brand francese del gruppo e ho risposto ancora no”. Ovvero: meglio sostenere noi piuttosto che le aziende cinesi, che hanno costi più bassi (secondo lui di circa il 30 per cento) e che potrebbero ricavarsi degli spazi di mercato a discapito delle altre case e forse dell’occupazione: “La concorrenza cinese è una grande minaccia, potrebbe danneggiare chi è leader delle vendite, come Stellantis”. Ha poi spiegato il senso dell’investimento in Leapmotor (“non vogliamo essere solo difensivisti, ma anche attaccare”) però ha puntualizzato che il piano riguarda l’esportazione dei auto cinesi in ogni parte del mondo e non è in diretta correlazione con il mercato europeo o italiano.

Infine ha incassato l’appoggio delle istituzioni locali (“Il sindaco, il presidente e io siamo persone pragmatiche”) e reazioni più o meno convinte dai sindacati. Venerdì è confermato lo sciopero per il comparto automotive. Infine il ceo ha risposto a una domanda sulle vicende giudiziarie che riguardano John Elkann: “Sulle questioni private del presidente non ho titolo per dire nulla, posso solo ringraziarlo per come esercita la leadership a favore della stabilità del gruppo. La reputazione dell’azienda che guido è ottima, ci tengo a ricordare che paghiamo le tasse in tutti i paesi dove operiamo e che sotto questo profilo non abbiamo contenziosi aperti nessuna parte nel mondo”.

Exit mobile version