Contrordine: quanto piacciono ancora i super motori

Non soltanto Ferrari, anche altri brand super sportivi come Aston Martin, Mercedes o Bmw investono nel termico

Se fosse vivo, Giovannino Guareschi, grande appassionato di due ruote (Guzzi in primis), citerebbe il suo celeberrimo ‘ Contrordine compagni!’ nel commentare le ultime vicende sul fronte motoristico delle Case premium. Da anni narriamo – senza inventare nulla – che i brand sono più che mai proiettati sull’elettrico, i motori a benzina sopravviveranno in forma ibrida (i dati delle plug-in pongono seri dubbi, quelli delle full hybrid e delle mild-hybrid danno adito alla teoria) e il caro vecchio diesel è condannato inevitabilmente: in realtà, il forte calo nelle immatricolazioni in Italia si deve al sempre minor numero di modelli nuovi che lo adottano: se tutte le Case proseguissero a offrirli, tornerebbero a un terzo sul totale.

Ed ecco il contrordine, a partire da un brand quale Mercedes-Benz che aveva intrapreso una doppia strada per i modelli più performanti, marchiati AMG. Pur dando fiducia in entrambi i casi all’alimentazione plugin, da un lato berline, coupé e Suv compatti sono equipaggiati con un 2.0 litri quattro cilindri, mentre ammiraglie e supercar sono spinte dal 4.0 litri V8 elettrificato. Se nel secondo caso, tutto sommato, i fedeli della Stella non hanno tradito, nel primo le lamentele sono state notevoli per la rinuncia al V8 classico. Persino nei mercati emergenti, come la Cina, e in quelli ‘viziati’ sottocasa. Da qui il ritorno in grande stile del ‘motorone’ a partire dalla CLE 63 AMG, originariamente prevista con il quattro cilindri e che adotterà un 4.0 V8 mild hybrid da almeno 585 Cv. Markus Schäfer, Responsabile Ricerca e Sviluppo di Mercedes, ha dichiarato sereno che il marchio sta monitorando attentamente anche le vendite della C 63 AMG e della GLC 63 AMG, in seguito alle richieste di un ritorno al V8 avanzato dalla rete internazionale dei concessionari. Gira e rigira, senza drammatizzare ma soprattutto parlandone poco, la Casa della Stella sta rivedendo l’intera strategia di AMG, che era sempre più impostata su varianti elettriche e plug-in.

Ancora più decisa la scelta della rivale storica Bmw che “ha ancora tanto lavoro da fare sui propulsori benzina e diesel” come ha sostenuto recentemente Frank Weber, Responsabile Sviluppo e Prodotto della Casa. Non a caso, la nuovissima Serie 5 Touring è proposta per la prima volta nella variante elettrica i5 e ibrida plug-in ma non ha perso il quattro cilindri diesel da 197 Cv, garanzia di prestazioni e di vendite.

Persino Audi con la visione d’avanguardia e una gamma pesantemente elettrica, sta riflettendo alla luce delle sensibili difficoltà incontrate sul mercato, nonostante modelli ben studiati e mai banali. Recentemente, Gernot Döllner – Ceo del marchio di Ingolstadt – pur sottolineando che “il futuro dell’automobile è indubbiamente elettrico” non ha nascosto “che durante la fase di transizione, Audi metterà a disposizione una gamma di opzioni: motori elettrici a batteria, motori a combustione efficienti e puliti, e propulsori ibridi plug-in. Detto che il nostro piano prevede che le ultime anteprime di motorizzazioni a combustione interna e ibride plug-in avvengano nel 2026, con il graduale spostamento verso l’eliminazione dei veicoli a combustione interna entro il 2033, siamo pronti ad adattarci alle variazioni del mercato in modo flessibile”. Avanti adagio, quasi indietro, in definitiva. Per non parlare del divertente capitolo V12, propulsori che sembravano condannati all’estinzione per effetto della normativa Euro 7 particolarmente stringente sul tema delle emissioni inquinanti, punto debole della tipologia.

La parziale retromarcia, ufficializzata il 25 settembre 2023 e soprattutto la sensazione che la partita sia ancora aperta, ha convinto le Case specializzate in supercar a non mandare in pensione il V12, semmai (se proprio si deve) a rivederlo. La nuova Ferrari 12Cilindri è lì a mostrarlo, affiancando Purosangue, 812 Competizione, Daytona SP3 che già lo montavano. Un V12 aspirato è la base termica della Revuelto, la prima Lamborghini ibrida mentre sono andati immediatamente a ruba gli otto esemplari realizzati – a un prezzo di circa 7 milioni di euro l’uno della Pagani Imola Roadster con il V12 biturbo. Ancora più significativa la scelta di Aston Martin: ha messo mano al gioiellino, riprogettandolo completamente per avere efficienza e prestazioni ancora più elevate. Per la cronaca, a segnare il debutto del V12 fu la DB7 Vantage guidata da James Bond in ‘ The World Is Not Enough’, il film della saga di 007 uscito nel 1999. Un quarto di secolo dopo è ancora più che mai vivo: il V12 ovviamente, sull’agente segreto di Sua Maestà qualche dubbio lo coltiviamo.

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